Il buon Mantegazza e i suoi seguaci lo avevano capito un secolo e mezzo fa. Al popolo di Germania bisogna solleticarlo nell’orgoglio. E non a caso il celebre centro benessere intorno al quale si sviluppò il turismo riminese fu chiamato con nome teutonico, Kursaal (“sala delle cure”) con una bella e robusta kappa che per i tedeschi era come sentirsi a casa. Quando invece ai tedeschi nell’orgoglio li si colpisce, allora arrivano i problemi.
Ricorderete, tredici anni fa, la task force diplomatica per riparare all’incidente causato da un improvvido sottosegretario della Lega che disse quello che pensava dei tedeschi senza contare prima fino a dieci. E fino a dieci non hanno contato nemmeno un paio di esponenti di primo piano della Nazionale tedesca che hanno definito inutili partite internazionali come quella con San Marino. La sapida risposta di un dirigente sportivo sammarinese ha fatto il giro del web, soprattutto per la pungente chiosa sui sandali indossati coi calzini. Ci sta tutto, trattandosi di calcio, ma adesso pensiamo a come solleticarli di nuovo visto che, turisticamente parlando, con la crisi russa sono tornati il nostro primo mercato di riferimento. Intanto, basta battute su calzini e sandali. Soprattutto da un popolo che manda in giro i suoi giovani in inverno con calzini altezza tallone e pantaloni da acqua in casa. E magari invece di abbondare in inglesismi spesso gratuiti infiliamoci ogni tanto un termine tedesco. A fine Ottocento in Riviera già lo sapevano cosa può fare una kappa pronunciata da farsi male alla glottide.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini