Tra le mode dell’estate, come noto, c’è quella di postare scontrini di spese assurde in pubblici esercizi italiani, tipo 60 euro per un due caffè, un cappuccino e tre brioches agli anacardi o 480 euro per una cena di pesce per due con vista contemporaneamente sulla costiera amalfitana e sul Gargano. Per fortuna quest’anno la nostra Riviera è rimasta fuori da questo gioco al massacro. Il che significa, dirà chi vede il bicchiere mezzo pieno, che la nostra rimane tutto sommato una destinazione turistica a prezzi accessibili. Il che significa, dirà chi vede il bicchiere mezzo vuoto, che in certi casi lo scontrino sarebbe difficile da pubblicare in quanto neanche rilasciato dall’esercente, con o senza consenso del cliente (“ facciamo tra di noi?”, emoticon con l’occhiolino). Le sacche di resistenza rimangono, non sono vizi che si cancellano in poco tempo.
Ma devo dire, dal mio limitato punto di vista, che di recente ho notato diversi esercizi fare di nuovo lo scontrino.
Tanto che, ormai abituato a essere liquidato come se fossi invisibile dopo avere ricevuto il resto, mi è capitato di essere richiamato indietro: “Il suo scontrino!”. Prendiamo questo ritorno alla civiltà fiscale come un buon segnale. Che si tratti di un ritorno di fiamma o del timore di un ritorno delle Fiamme (Gialle) poco importa.