Tutti a scuola di coro. E magari con un’inflessione inglese, visto che tra i docenti figurano grandi nomi del canto anglosassone e statunitense, come Peter Phillips (nella foto), direttore del gruppo inglese dei Tallis Scholars, professionisti che eseguono solamente musica sacra del Rinascimento, massimi interpreti di questo repertorio; e Ghislaine Morgan, cantante e preparatrice vocale. Al duo di lingua inglese si aggiunge il riminese Andrea Angelini, direttore del Coro Carla Amori e dell’Ensemble Musica Ficta.
Organizzato dall’Associazione Musicale Musica Ficta, in collaborazione con l’Istituto Musicale pareggiato “G. Lettimi”, si svolge (fino al 1 settembre) l’undicesimo Corso Internazionale Corale di Rimini. Lo stage vede la partecipazione di una trentina di coristi – dai 22 ai 60 anni circa – provenienti da Italia, Argentina, Australia, Belgio, Francia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Russia e Stati Uniti.
Per quanto riguarda il sesso, vi è una leggera predominanza femminile sugli uomini (60% contro 40%). “Ma questo è normale, – ammette Andrea Angelini – gli uomini sono sempre un po’ più restii nel cantare…”. I corsisti alloggiano in albergo, ostello e uno di loro presso la Casa Igino Righetti.
Durante il corso saranno affrontati alcuni tra i più significativi capolavori della musica a cappella del Rinascimento composti da Orlando di Lasso, Jaques Arcadelt e Cipriano de Rore.
Orlando di Lasso fu condotto da Ferrante Gonzaga in Italia (Mantova, Sicilia, Milano). Andò poi a Napoli e a Roma, dove nel 1553 era maestro della cappella lateranense. La sua educazione fu dunque italiana. Ma già nel 1554 era in Belgio, e nel 1556 si stabilì definitivamente a Monaco di Baviera, maestro di quella cappella ducale. Grandissima fu la sua fecondità artistica. Già nel 1555 pubblicava ad Anversa la sua opera prima, contenente madrigali, villanelle, canzoni francesi e mottetti a 4 voci. La sua arte, prodotto diretto della civiltà del Rinascimento, sgorga vivente dall’esperienza quotidiana, ma attinse anche alla contemplazione intellettuale. La sua produzione musicale è stata vastissima e unici i suoi lavori religiosi, per la struttura e per la forma drammatica: piuttosto che seguire la liturgia i suoi canti erano e formavano un’unità logica, tecnica insolita per l’epoca e il genere musicale.
“Arcadelt compositore fiammingo, è famoso soprattutto per i suoi madrigali. – spiega Angelini – Lo troviamo attivo tra il 1532 e il 1537 a Firenze presso i Medici; vive qualche tempo a Venezia e poi a Roma dove, nel 1539, fa parte della Cappella Giulia della quale dirige anche il coro di fanciulli; successivamente riceve la nomina a direttore del coro della Cappella Sistina”. Nel 1544 si reca a Lione al servizio di Carlo di Guisa, cardinale di Lorena. Pubblicò tra il 1539 e il 1544 cinque libri di madrigali (tutti a Venezia), messe, musica sacra e chansons, mantenendo nei diversi generi una singolare unità e purezza stilistica, un’eleganza e un equilibrio che nei madrigali non appaiono ancora influenzati dal cromatismo e dalla ricerca degli “affetti” nei suoi accenti più intensi.
Cipriano de Rore, compositore fiammingo attivo in Italia, lega il suo nome alla pubblicazione di numerose raccolte di madrigali, di cui molti impostati sulle poesie del Petrarca. Grazie al suo apporto, il madrigale acquista forma ormai matura con l’aumento delle voci a cinque e con una struttura non più omoritmica. Oltre a numerose polifonie musicali su testi latini, sia religiosi, sia d’ispirazione morale o politica, lascia un certo numero di chansons francesi e una cospicua raccolta di madrigali italiani a quattro, a cinque e a sei voci.
Il corso metterà in luce la produzione dello spagnolo, ma in generale riporta all’attenzione il rinnovato interesse per il coro e la musica corale.
L’edizione 2012 terminerà poi con due concerti del Coro dei partecipanti: il primo a Cesena, presso l’Abbazia del Monte, venerdì 31 agosto alle ore 21, il secondo sabato 1 settembre sempre alle ore 21 presso la Chiesa di San Giovanni Battista a Rimini. L’ingresso a entrambi i concerti è gratuito.
Tommaso Cevoli