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Il Rinascimento dell’Università alloggia a Palazzo Lettimi?

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Il Rinascimento… dell’Università. Diciamolo: il progetto è ambizioso. Recuperare il Cinquecentesco Palazzo Lettini, nel cuore del centro città, per farne uno Study City Center, ovvero un complesso di servizi allo studio e residenze per l’Università. Recuperare in questo caso è un verbo ipotetico: i 3.200 mq del fabbricato originario sarebbero tutti da ricostruire. Attualmente quel prestigioso palazzo (una ferita aperta nella città dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale) è rimasto solo il portale (che unisce i simboli araldici della rosa quadripletala malatestiana e il diamante del Bentivoglio), e il caratteristico muro a scarpa. Il resto è un “giardino”, erba alta e tanta fantasia, che diventa realtà solo in occasione di sporadiche iniziative culturali. “Uno spazio che resterà pubblico, destinato ad accogliere eventi culturali nella bella stagione, – assicura il sindaco Andrea Gnassi – mentre nel periodo invernale la programmazione potrà avvenire negli spazi culturali interni”.
Il nuovo Study City Center prevederebbe la nuova biblioteca universitaria (oltre 60.000 volumi da consultare e 150 posti a sedere), una sala conferenze/esposizioni, spazi ricreativi, sale consultazione e studio, laboratori e residenze universitarie. Quarantacinque camere in grado di ospitare studenti (italiani e stranieri) ma anche visiting professor. Insomma, una struttura polifunzionale. Che male si accompagna, però, con la storia del Palazzo e la sua vocazione. Lo hanno fatto notare, sventolando la protesta, le opposizioni in consiglio comunale. Per il capogruppo Lega Nord Marzio Pecci: “Pensare che i ruderi del Lettimi e, magari l’antico teatro romano che sta sotto i ruderi, possa essere coperto dal cemento di un albergo rappresenta uno scempio del patrimonio storico riminese. Con questa delibera si andrebbe a completare l’opera barbara di distruzione della guerra”. Gioenzo Renzi (Fratelli d’Italia) non sopporta che il Palazzo venga trattato come un rudere da eliminare. “Con l’approvazione consiliare della cessione del diritto d’uso gratuito e perpetuo all’Università di Bologna per la realizzazione di alloggi agli studenti universitari è mancato definitivamente il rispetto al testamento di Giovanni Lettimi: «Voglio che il mio Palazzo resti sempre di proprietà comunale, né mai si spogli dei suoi pregi artistici»”. L’accordo del 2000 prevedeva “una soluzione più rispettosa del Palazzo a sede di rappresentanza e Presidenza”.
Favorevole al recupero Palazzo Lettimi è Carlo Rufo Spina, Forza Italia. Che pone però il problema del testamento (Come si concilia l’«uso gratuito perpetuo» all’Università questo con l’onere testamentario?), dell’utilizzo di stanze del nuovo stabile in gestione/uso esclusivo al Comune di Rimini per eventi culturali, pubblici, sociali e di rappresentanza, e il restauro filologico della facciata. Per ora è sostanzialmente un dormitorio universitario”.
Il progetto del nuovo Palazzo Lettimi è – per ora – solo tale. Comune e Università parteciperanno ad un bando del Ministero per reperire le risorse finanziarie necessarie. Se andasse buca, lo Study City Center procederebbe comunque? Gnassi allarga le braccia. Poi va all’attacco. “Ho incontrato il rettore Ubertini: intendiamo investire in alcune aree. Ciò che anni fa poteva essere considerato minore dal punto di vista dell’offerta universitaria – turismo, moda, wellness, qualità della vita – oggi è fondamentale anche per il futuro. Se non abbracciamo il futuro, anche con un’idea di città, perdiamo l’università. Occorrono luoghi strutturati e seri, non siti improvvisati e sparsi ed effimeri, altrimenti l’Università di Bologna investirà altrove”.
In attesa del bando di Ministero, Rimini raccoglie le briciole della Giunta regionale. Al Polo riminese è destinato un finanziamento di 100.000 euro per ristrutturare Palazzo Lettimi. Il costo complessivo del progetto è di 7.877.392 euro. A Rimini (e Imola, ristrutturazione Campus Osservanza) i finanziamenti al momento minori sul finanziamento regionale complessivo di oltre 12 milioni di euro.

Paolo Guiducci