Ho atteso il film ispirato al romanzo di Saint-Exupery con desiderio e timore. Desiderio perchè come milioni di persone nel mondo ho amato sin da bambina le pagine del“Piccolo Principe”, l’ho letto e riletto, regalato, utilizzato per attività didattiche, riscritto e condiviso le citazioni più belle.
Timore perchè trasporre sul grande schermo un libro così amato e conosciuto è sempre un rischio, avevo paura che potesse in qualche modo dissolversi la magia di questo racconto davvero insuperabile.
Ora, dopo averlo visto al cinema, posso dire che il film di Mark Osborne è secondo me un capolavoro a metà, e vi spiego perchè.
Ne ho amato la fotografia, la poesia delle immagini, la colonna sonora, l’ottimo doppiaggio di tanti celebri attori italiani. Mi è piaciuta l’idea di attualizzare la vicenda intrecciandola con la storia di una bimba sin troppo matura per la sua età e di una mamma che le trasmette solo responsabilità e pressioni. Mi è piaciuto il rapporto di amicizia con il vecchio aviatore, che restituisce alla piccola Prodigy l’infanzia e la capacità di sognare.
Ma ecco cosa non mi è piaciuto (ed ecco lo spoiler): non mi è piaciuta l’idea di dare un seguito alla storia del Piccolo Principe, costruendo un finale diverso da quello dell’autore. Il piccolo principe del romanzo rimane inizialmente sullo sfondo (anche se è protagonista di alcune delle sequenze più belle grazie alla raffinata tecnica della slot motion), ma vederlo poi cresciuto sulla terra è stata per me una forzatura, quasi uno shock. L’idea di un piccolo principe che ha scordato chi era, vittima anche lui del mondo cinico degli adulti, stride con l’immagine che credo tutti noi abbiamo sempre custodito nel cuore di uno dei protagonisti più amati della letteratura.
E poco importa se il finale, ovviamente, trasmette comunque un messaggio positivo e risolutorio. Penso non fosse necessario aggiungere altro a quanto già di bello la storia del Piccolo Principe ha regalato ad ognuno di noi.
Per fortuna il senso più profondo del romanzo e il messaggio universale che trasmette restano invariati: il valore dell’immaginazione, l’importanza dei legami, la capacità di guardare con gli occhi del cuore.
E il successo del film testimonia comunque come, dopo oltre 70 anni, le pagine di Saint-Exupery siano ancora fortemente attuali e capaci di commuovere ed emozionare un pubblico di ogni genere ed età.
Silvia Sanchini