Si chiamano Oneri per il disagio ambientale e sono i contributi che vengono versati da Hera ai comuni limitrofi (sino a 4 km dal camino dell’impianto) all’inceneritore di Raibano, come risarcimento. Stiamo parlando di una cifra che nel 2016 ha raggiunto quota 1milione 300mila euro, e che nel 2017 dovrebbe essere pressoché uguale.
Il riconoscimento degli oneri è regolato da Atersir (Agenzia Territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) con delibere di Consiglio d’Ambito.
Stefano Giannini, sindaco di Misano Adriatico, è il rappresentante Atersir del consiglio locale di Rimini. È stato lui a spiegarci secondo quali meccanismi i soldi destinati ai Comuni spettanti vengono suddivisi, quali sono le linee guida dettate da Atersir rispetto al loro utilizzo e come effettivamente sono utilizzati.
Giannini, parliamo di Oneri per il disagio ambientale. Abbiamo tante cose da dire: da dove cominciamo?
“Io comincerei con il dire che l’inceneritore di Raibano brucia ogni anno circa 140mila tonnellate di rifiuti. In realtà potrebbe arrivare sino a 150mila tonnellate, ma non si sono mai raggiunte anche se è stato dimostrato che quando lavora a pieno carico l’impianto inquina di meno. Detto questo diciamo che di suddette140mila tonnellate di rifiuti, 107 mila sono rifiuti urbani, che arrivano quindi dai cassonetti; mentre le restanti 40mila tonnellate rappresentano rifiuti speciali”.
Speciali? Vuol dire pericolosi, forse?
“No, non sono pericolosi. Stiamo parlando di scarti di produzione che non presentano nessuna particolare pericolosità”.
Due tipi di rifiuti, voglion dire due tipi diversi d’indennizzo?
“Proprio così. Per le 107mila tonnellate di rifiuti urbani ha dato disposizione Atersir. Su indicazione dei sindaci è stato deciso che questi oneri dovessero ammontare a 10 euro per tonnellata. Sul totale parliamo di più di 1milione di euro. Mentre per quel che riguarda le 40mila tonnellate di rifiuti speciali i Comuni hanno firmato un’intesa con Hera Ambiente stabilendo un contributo di 5 euro a tonnellata, per un totale di 200mila euro circa”.
Per quel che riguarda le modalità di spesa, ci sono differenze?
“Sì, Atersir ha imposto dei paletti rispetto all’utilizzo dei rimborsi, stabiliti attraverso la Delibera numero 24 del 2013. Le linee guida sono semplici: i Comuni possono utilizzare tali indennità solo ed esclusivamente per realizzare misure e interventi per la prevenzione, riduzione e/o eliminazione degli impatti ambientali generati dall’impianto di smaltimento”.
Quali nello specifico?
“È scritto nella Delibera che le citavo prima. Piantumazione e manutenzione di aree verdi per la riduzione dell’impatto visivo e l’assorbimento di una quota parte delle emissioni. Interventi preventivi o riduttivi sull’emissione di Co2 e polveri o, più in generale, sull’inquinamento atmosferico. Manutenzione del manto stradale per le strade soggette ad una maggiore e più rapida usura per il considerevole traffico di mezzi diretti all’impianto. Interventi sul traffico veicolare finalizzati a migliorare il flusso veicolare in accesso all’impianto e a minimizzarne l’impatto in termini di rumore, traffico, emissioni”.
Come vengono usati, invece, i 40mila euro che arrivano dall’accordo tra Hera Ambiente e i Comuni?
“Non ci sono i limiti imposti da Atersir, anche se devono essere impiegati nell’ambito ambientale, perché vengono anch’essi rendicontati. Misano Adriatico, per esempio, li ha utilizzati per fare uno studio sulle emissioni. Mentre Riccione e Coriano hanno commissionato all’Università di Reggio Emilia uno studio sulla presenza di diossina nei terreni limitrofi a Raibano”.
Giannini, ha parlato di rendicondazione. Si deve rendicontare tutto?
“Si, sugli oneri derivanti da rifiuti ambientali, entro il 30 giugno di ogni anno, i Comuni devono trasmettere ad Atersir la documentazione comprovante la tipologia delle opere realizzate ai fini di mitigazione ambientale, i costi sostenuti nell’anno precedente ed i relativi introiti effettivamente percepiti a titolo di indennità di disagio ambientale”.
Quali sono i Comuni che hanno diritto agli Oneri e come vengono ripartiti?
“È stato deciso di comune accordo che il 50% degli Oneri spettasse al Comune di Coriano visto che è sul suo territorio che insiste l’impianto inceneritore. Seguono Riccione con una quota del 22,90%, Misano Adriatico con il 16,50%, Rimini con il 6,40% e San Clemente il 4,20%”.
Come vengono usati questi soldi?
“Coriano e Riccione li hanno usati per la sistemazione delle strade e per la raccolta differenziata. Perché non l’ho detto ma nel vincolo «interventi preventivi o riduttivi sull’emissione di CO2 e polveri» abbiamo fatto rientrare anche le pratiche legate alla promozione della differenziata e del porta a porta. Perché in effetti produrre meno rifiuto urbano influisce sulla produzione di Co2. Rimini li ha usati per piantumazione e manutenzione di aree verdi e in generale per azioni preventive sull’inquinamento atmosferico”.
Angela De Rubeis