Tutte le persone debbono avere pari opportunità di accesso alle prestazioni sociosanitarie, valorizzando le funzioni della sanità pubblica.
È questo il cuore del nuovo ‘Piano Distrettuale di Contrasto alle Diseguaglianze di Salute’ messo a punto dal Distretto di Rimini al fine di, come suggerisce il titolo, mettere la centro le risorse di comunità per ridurre le diseguaglianze di opportunità, favorire lo sviluppo dell’organizzazione istituzionale in chiave di Primary Health Care, rendere efficace la gestione a domicilio delle persone affette da malattie croniche e incidere sui determinanti sociali di salute mediante azioni di prevenzione e promozione.
Lo scopo ultimo è di evitare il riflettersi delle diseguaglianze economiche e sociali anche nella sfera sanitaria, in linea con quanto dettato dall’articolo 32 della Costituzione italiana secondo il quale “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Un ampio progetto – frutto di un lavoro sinergico tra il Comune di Rimini, l’Azienda USL della Romagna – Distretto di Rimini, l’Unione Valmarecchia, il Comune di Bellaria Igea Marina e l’Università di Bologna – destinato a dare attuazione al potenziamento dell’assistenza territoriale da qui ai prossimi anni con la messa a sistema di una varietà di servizi integrati.
“Le criticità le conosciamo tutti: il Covid, le lunghe liste d’attesa, la scarsità degli operatori sanitari, i bilanci sempre difficili di comune e regione, le difficoltà della sanità a livello nazionale. – analizza la situazione l’assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda nella foto con Mirco Tamagnini, Gina Ancora e Mirco Ardigò – Ma la diseguaglianza nell’accesso alla salute si può evitare se si lavora tutti assieme”.
Il programma, tra le varie cose, prevede l’effettuazione di uno studio di fattibilità focalizzato su un incrocio di dati sanitari, sociali e demografici per la definizione di un sistema di monitoraggio e sorveglianza processuale delle diseguaglianze in salute capace di fungere da strumento di valutazione d’impatto delle future politiche, nonché la stesura – mediante il coinvolgimento delle sedi locali dell’Alma Mater Studiorum – di un’apposita convenzione volta a realizzare percorsi formativi a supporto della riorganizzazione.
Il tutto è finalizzato a potenziare e rafforzare la rete di assistenza e la capacità di presa in carico dei pazienti attraverso nuovi presidi di prossimità che mirano a offrire una risposta completa e individualizzata, grazie alla presenza di una equipe multidisciplinare di professionisti.
Questo processo virtuoso che punta a capillarizzare i luoghi della cura in chiave diffusa che, oltre alle Case di Comunità (sulle Case della Salute si legga: https://www.ilponte.com/case-della-salute-queste-utili-sconosciute/), si compone di Centrali Operative Territoriali (COT) che fungono da raccordo tra i servizi e i professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere. Nel Distretto di Rimini Nord ce ne saranno due: uno a Rimini e uno a Novafeltria per agevolare gli accessi in base alla propria abitazione.
Tutte le misure del Piano saranno oggetto del convegno promosso dal Distretto di Rimini ‘Promuovere l’Equità in Salute’ in programma martedì 17 ottobre, dalle ore 9 alle ore 14, presso la Sala Caravaggio dell’Ausl Romagna (Strada Consolare Rimini – San Marino n. 76). Al convegno si può partecipare anche da remoto, collegandosi al link Zoom: https://us02web.zoom.us/j/89874521813?pwd=R2g5VzU5S21RUmpSSDdpTnhnb0FFdz09
“Povertà materiale e povertà di reti di aiuto, disoccupazione, lavoro poco qualificato, basso titolo di studio: sono tutti fattori, spesso correlati tra loro, che minacciano la salute degli individui – spiega l’Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Rimini, Kristian Gianfreda -. Numerosi studi pubblicati negli ultimi 20 anni hanno dimostrato che in tutta Europa i cittadini in condizioni di svantaggio sociale tendono ad ammalarsi di più e a morire prima. Mano a mano che si risale lungo la scala sociale questi stessi indicatori di salute migliorano secondo quello che viene chiamata la legge del gradiente sociale”.
Un recente report spiega come “tra gli uomini in Italia negli anni Duemila si osservano più di cinque anni di differenza nella speranza di vita che tra chi ha continuato a fare l’operaio non qualificato per tutta la sua vita lavorativa rispetto a chi è diventato dirigente, con aspettative di vita crescenti salendo lungo la scala sociale. Chi ha un diploma ha un rischio di morire maggiore del 16% rispetto ad un laureato, chi la licenzia media del 46%, chi quella elementare del 78%”.
“Serve un cambio organizzativo coraggioso e noi, da Rimini, in un momento così complesso per l’universo della sanità pubblica, – aggiunge l’Assessore Gianfreda (si legga anche https://www.newsrimini.it/2023/10/stop-alle-disuguaglianze-di-salute-un-convegno-per-presentare-il-piano-riminese/) – lanciamo un segnale politico chiaro, che fa della vocazione universalistica e territoriale le sue cifre, partendo dai pazienti fragili e cronici”.
“Il Piano di Contrasto alle Diseguaglianze di Salute rappresenta un pilastro nella riorganizzazione e riprogrammazione del sistema, in un’ottica di prossimità – spiega Mirco Tamagnini, Direttore del Distretto di Rimini -. L’Ospedale di Comunità di Santarcangelo, il primo della Provincia di Rimini, è un esempio di questo nuovo modello sanitario ‘vicino a casa’, attento alle nuove esigenze della cittadinanza e a disposizione della medicina generale. Alla luce di un progressivo invecchiamento della popolazione, lavoriamo in chiave preventiva e disponendo sul territorio presidi diversificati. Questo lavoro, ci tengo a ricordarlo, è possibile grazie al contributo di diversi professionisti della sanità (medici di medicina generale, pediatri, infermieri, oss, educatori, assistenti sociali ecc) e al dinamismo delle associazioni e di tutta la rete del privato sociale del territorio”.
“Le risorse arrivano, ma è opportuno farle arrivare esattamente laddove sono necessarie. – fa notare Martino del Distretto di Rimini – Le ricadute della lotta alle diseguaglianze di salute avranno effetti benefici su tutta la popolazione”.
Una ricerca realizzata dall’Università di Bologna sugli ultimi 5 anni ha messo in luce come sia necessario un approccio multidisciplinare per affrontare i problemi della salute. “Le aree più svantaggiate della città sono le stesse i cui si riscontrano più problemi della salute e malattie croniche. – assicura la dott. Bodini dell’Alma Mater Studiorum – Vengono forniti tanti accessi e prestazioni ma spesso non risolutivi dei problemi perché non colpiscono il cuore del problema. L’esperienza bolognese non sarà traslata a Rimini ma aiuterà a costruire uno sguardo e ad applicare un metodo al sistema informatico: dalla conoscenza all’azione”. Perché nessuno, nemmeno a Rimini resti indietro nella sanità. (p.g.)