In cento pagine la storia di Rimini alle Olimpiadi. È uscito da pochi giorni il libro Rimini a cinque cerchi, edito da il Ponte, una pubblicazione che vuole raccontare una storia per larghi tratti sconosciuta. Meglio si potrebbe dire, una storia ben documentata, corredata da ampi resoconti, fotografie, riflessi filmati negli ultimi anni, molto meno approfondita quando si parla di inizio secolo. È, come detto, la storia gloriosa della partecipazione degli atleti riminesi alle Olimpiadi. Una storia ricca di straordinari risvolti, successi, medaglie, podi, la storia di uomini che hanno fatto grande lo sport della capitale delle vacanze, ma anche della vicinissima Riccione, nella più importante rassegna sportiva del mondo. Si parte dai Giochi Olimpici di Amsterdam nel 1928, nei quali Romeo Neri conquistò l’argento nella ginnastica artistica, il primo alloro a cui seguiranno le tre straordinarie medaglie d’oro a Los Angeles 1932. Sempre in Olanda si ricorda l’esordio a cinque cerchi di Eugenio Pagnini nel pentathlon moderno. Quindi dal 1928 ad Atene 2004, con Alex Righetti che sale sul secondo gradino del podio con la nazionale di basket, è un susseguirsi di racconti e approfondimenti sulle prodezze di singoli atleti. In primis quelle di Maurizio Stecca che alle Olimpiadi del 1984, 52 anni dopo Romeo Neri, riporterà Rimini sul gradino più alto del podio, questa volta nella boxe. Questo formidabile cammino è stato rivissuto attraverso testimonianze dirette da parte di chi è ancora in vita, addirittura in attività, oppure attraverso il ricordo di chi ha conosciuto i campionissimi di 70 anni fa. Il libro è stato scritto da tre giornalisti professionisti, ben conosciuti nella realtà cittadina, collaboratori o redattori di quotidiani locali, Alberto Crescentini, Carlo Ravegnani e Alessandro Giuliani, che hanno voluto dedicare la loro fatica a un grande amico comune, amico di tanti sportivi riminesi, Venanzio Raggi, il fotoreporter prematuramente scomparso.