Non so voi, ma io sarei molto curioso di sapere cosa avrebbe pensato e detto san Francesco se gli avessero detto che i suoi seguaci, otto secoli dopo di lui, avrebbero usato per comunicare non solo la parola e la vita impostata secondo regole evangeliche ma la rete telematica, il web, cioè quella cosa difficile da definire e impalpabile ma conosciuta e maneggiata da tanti come impersonale, algoritmica comunicazione “internettiana”.
E così i frati francescani della Custodia di Terra Santa hanno incaricato un’azienda riminese, la Webit, di curare il loro sito internet. Non è poco per l’azienda che si occupa di digital marketing, analisi di mercato, siti web, web design, web application e altro ancora. Mi fermo qui, non prima di aver fornito un po’ di dati circa il lavoro dei frati francescani (l’Ordine dei “Frati Minori”) della Custodia di Terra Santa.
Francesco in Medio Oriente
Durante la quinta crociata, verso l’inizio del XIII secolo San Francesco si recò in Medio Oriente come un pellegrino, mosso dall’amore per Cristo, povero e crocifisso. Fu in quell’occasione che in Egitto e nonostante il guerreggiare delle crociate, San Francesco incontrò il Sultano Melek al-Kamel, il cui dominio si estendeva fino alla Terra Santa.
Fu quell’incontro che segnò l’avvio della presenza dei francescani in Terra Santa. Da allora a Gerusalemme e in tutto Israele, ma anche in altre aree dell’Egitto, Iraq, Siria, Turchia questi frati custodiscono i luoghi santi, quelli calcati da Gesù e dai suoi discepoli in vita.
Questa è la loro missione, si direbbe oggi, in termini adatti ad altri ambiti della vita sociale, per la precisione quella economica aziendale, è la loro mission. Luoghi come il Santo Sepolcro, Betlemme, Nazaret, Cafarnao, il lago di Tiberiade sono cari ai cristiani e al mondo.
I frati sono “guardiani” di questi luoghi e delle loro pietre, certo per preservarli ma farli rivivere nel cuore dei milioni di pellegrini che in ogni tempo si recano là nei loro viaggi.
In… Custodia!
Nato dall’incontro del 2012 tra i frati della Custodia al Meeting di Rimini, l’azienda riminese Webit da due anni cura il sito ufficiale della Custodia. L’ex direttore dell’Antoniano di Bologna, fra Alessandro Caspoli (che frequenta spesso Rimini anche a “causa” del Festival Cartoon Club), ora direttore della comunicazione della Custodia, tiene i contatti con l’azienda riminese.
Il sito custodia.org viene redatto in sette lingue: italiano (lingua ufficiale della Custodia), inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, ebraico e arabo.
Ovviamente il sito internazionale ha milioni di contatti in tutto il mondo, le lingue più consultate sono inglese e italiano.
Il sito pensato dall’azienda riminese ha alle spalle un progetto, tecnicamente piuttosto evoluto, poiché ogni notizia immessa va tradotta.
Ovviamente vi si possono leggere tutte le notizie che riguardano la custodia, tutte le informazioni tecniche e le iniziative legate ai santuari più conosciuti e famosi nel mondo; il calendario delle celebrazioni, altre notizie tecniche.
A Gerusalemme, alcuni giovani laici collaborano alla gestione del sito. In questo momento si tratta di Beatrice Guerrera e Giovanni Malaspina. Oltre al sito l’azienda riminese coordina l’attività di una news letter e dei social.
Sul sito si può trovare anche l’attività dello Studio biblico francescano (SBF) mentre il sito del CIC (Centro d’informazione cristiana di Gerusalemme), attivo dal 1973, è in via di formazione.
Tanto per fare un esempio ed avere una idea, l’ultima notizia che si può leggere (datata 9 gennaio 2020) è questa: «Record di turisti e pellegrini in Terra Santa nell’anno appena concluso: 4 milioni e 550mila presenze con un più 10.6% rispetto al 2018».
Una notizia commentata con soddisfazione dal ministro del turismo di Israele Yariv Levi. In particolare nel mese di dicembre, quello delle festività natalizie si sono registrati circa 360mila arrivi. Gerusalemme e Tel Aviv sono ovviamente le città più visitate.
Un afflusso che salta agli occhi anche a chi, come chi scrive, di recente è andato a Gerusalemme. Dal primo mattino fino alla chiusura il flusso di pellegrini è massiccio e chiassoso, con l’ascolto di una babele di linguaggi.
Rimini – Gerusalemme
Torniamo a Rimini, dove la Webit, il primo provider di Rimini nato nel 1994 (allora si chiamava Infotel Telematica) da un’idea di Roberto Patumi, a cui si è aggiunto qualche tempo dopo un altro socio, Giuseppe Semeraro, organizza, in genere settimanalmente, videoconferenze che collegano Rimini con Gerusalemme, Roma, Londra e financo New York.
La Webit è nata con uno stretto legame con Confindustria riminese e alcune altre realtà imprenditoriali. Tra i suoi clienti ci sono Volontarimini, Master Wood, IFI (una spa che costruisce macchine per il gelato), la casa di cura Villa Maria, il gruppo Carli che nella Valmarecchia produce fieno per animali, Achilli, un’azienda riminese che produce macchine per il taglio del marmo sulla via Montescudo, l’Alma Petroli di Ravenna.
Nel prossimo febbraio Roberto Patumi e Orlando Gabrielli, il direttore commerciale della Webit si recheranno un settimana a Gerusalemme per corsi formativi per chi opera in questi siti e chi deve curare l’accoglienza dei pellegrini.
“Vivremo una settimana di full immersion insieme con gli operatori della comunicazione ed i responsabili del Luoghi Santi. – spiega Orlando Gabrielli – Offriremo il nostro contributo per aumentare e migliorare i servizi informativi e di accoglienza ai milioni di pellegrini e turisti che ogni anno si recano in Terra Santa. Siamo molto curiosi di scoprire le molteplici applicazioni delle più innovative tecnologie digitali per una realtà che affonda le proprie origini e la sua storia nei secoli”.
Concretamente che significa?
“Organizzeremo e gestiremo una serie di eventi formativi specificamente pensati per i diversi operatori: dall’utilizzo dei siti web alla gestione dei social network fino alla comprensione delle tecniche di visibilità per lo scritto in varie lingue. La formazione avrà lo scopo di mostrare quanto l’uso delle moderne tecnologie e la sua correlazione con gli strumenti digitali possa aumentare la qualità della comunicazione e dei servizi per una platea mondiale”.
Serafino Drudi