Emilia Romagna Terra d’Asilo. Sono stati pubblicati i dati del monitoraggio regionale, aggiornati a gennaio 2014, relativi alle attività di accoglienza dei richiedenti asilo della regione.189 le presenze complessive nella provinca di Rimini, suddivise nelle diverse richieste: permessi di soggiorno per asilo, protezione sussidiaria, motivi umanitari e richiesta di asilo. 173 gli uomini, appena 16 le donne.
A Rimini è la Caritas diocesana in collaboraizone con il Comune e la Provincia ad occuparsi di loro, attraverso il progetto Sprar(sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Un fiume umano che fugge dalla guerra, un piccolo esodo da affrontare.
Gli obiettivi principali del progetto prevedono la messa in atto sia di misure di assistenza e protezione della singola persona, sia un percorso personalizzato verso la riconquista della propria autonomia. A partire dal 2006, la Caritas di Rimini ha deciso di farsi carico di alcuni soggetti richiedenti asilo. Oggi il progetto è vivo e amplia i suoi numeri.
“Le presenze in Emilia Romagna di persone richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria sono in crescita per il sesto anno consecutivo. Rispetto al primo monitoraggio (relativo al 2006), il dato complessivo è più che raddoppiato (+131%), passando da 1940 persone a 4476. Ciò testimonia una presenza ormai consolidata di popolazione rifugiata in regione.
L’incremento di presenze dal 2011 al 2012 è stato importante (circa il 14% in più) ed è almeno in parte riferibile alla cosiddetta Emergenza Nord Africa, cioè agli arrivi via mare di persone in fuga dalla guerra libica nel corso del 2011. È infatti possibile che un certo numero di queste persone non avesse ancora ottenuto il permesso di soggiorno al 31/12/2011 e che ciò sia avvenuto solo nel corso del 2012”. (Monitoraggio regionale, Emilia Romagna terra d’Asilo).
Sul totale delle presenze registrate, le donne rappresentano il 18%, gli uomini l’82%. Scarsa l’integrazione definitiva dei soggetti. Lavoro e alloggio sono un miraggio. Solo il 40% finisce il suo percorso. Un numero che appare ancora più esiguo se si paragona con i numeri del 2007, che davano una percentuale di successo che si aggirava intorno al 75%. A partire dal 2008 comincia il declino: si passa al 65% e negli anni seguenti al 56%, 53% e 41% nel 2011. Cresce invece la percentuale di coloro che abbandonano il progetto prima della scadenza (dall’11% del 2011 al 19% del 2012). I permessi di soggiorno registrati alle 9 Questure dell’Emilia Romagna sono passati da 3.914 (2011) a 4.476 alla fine del 2012, con un incremento di 562 unità (pari a circa il 14%).
A Rimini il progetto Sprar di questo triennio (2014-2017) ha messo a disposizione 20 posti, 19 quelli attualmente utilizzati. Ottimo il risultato di Rimini per quel che riguarda l’abbandono. Numeri irrisori, un solo ragazzo nell’ultimo progetto, per un grave problema familiare e due o tre nel progetto precedente. Per quel che riguarda invece la percentuale di successo, dalla Caritas Diocesana dicono che tra i ragazzi coinvolti nell’ultimo progetto Sprar un gruppo di giovani somali è andato a lavorare in Sicilia, un iracheno è tornato a casa mentre gli altri hanno cambiato regione oppure sono andati all’estero. Purtroppo molti di loro, tra quelli rimasti a Rimini, non hanno un alloggio fisso e sono ancora in cerca di un futuro più definitivo.
Angela De Rubeis