Da Pier Paolo Pasolini a Vittorio Gassman, passando per Clara Calamai: i personaggi della cultura e del cinema ispirano le nuove intitolazioni delle rotatorie e aree verdi della città. Senza dimenticare Amedeo Montemaggi, giornalista, collaboratore per anni de ilPonte e storico, grande conoscitore della Linea Gotica a cui ha dedicato anni di studi e decine e decine di volumi. Giovedì 29 settembre alle ore 17, nell’ambito delle celebrazioni per ricordare il 78° anniversario della Liberazione di Rimini, verrà intitolata ufficialmente ad Amedeo Montemaggi (nella foto), storico riminese della Linea Gotica, la rotonda sul viale della Stazione davanti alla chiesa di San Nicolò, porta di accesso alla vetrina marittima di Rimini.
Grazie agli studi di Montemaggi, è stata posta nella sua vera luce l’importanza della battaglia di Rimini del settembre 1944, come punto centrale dell’offensiva della Linea Gotica che doveva portare l’esercito alleato alla liberazione dell’Alta Italia ancora occupata dalle armate tedesche per poi giungere nei Balcani.
Con ricerche e studi di circa 50 anni, Montemaggi ha sondato gli archivi e acquisito testimonianze di combattenti per una ricostruzione completa dei fatti avvenuti durante l’attacco alla Linea Gotica descritti nelle sue pubblicazioni. Le sue opere, infatti, sono un punto imprescindibile per ogni studioso e hanno fornito il quadro politico militare nei più svariati aspetti tanto da farlo considerare il principale storico in questo campo.
Montemaggi non sarà solo. Circolando attorno alle rotatorie della città o passeggiando in qualche area verde, saranno sempre di più le occasioni per incrociare per la strada i nomi dei grandi intellettuali che hanno segnato la storia del Paese e di Rimini. Un omaggio al mondo del sapere e della settima arte che passa dalla Commissione Consultiva Toponomastica riunitasi il 20 settembre, all’esito della quale è stato dato il via libera a quattro nuove intitolazioni che denomineranno alcuni luoghi riminesi ancora scoperti da un ‘titolo’ attingendo dall’universo della cultura.
Uno tra tutti Pier Paolo Pasolini, scrittore e regista che non ha bisogno di presentazioni, a cui il Comune di Rimini ha dedicato una mostra al Palazzo del Fulgor per celebrare il 100esimo anniversario della sua nascita e che in futuro darà il suo nome alla rotatoria fra via Giuseppe Melucci e viale Siracusa. Quella tra via Anna Magnani e via John Lennon, nelle vicinanze del Parco Alberto Sordi, riecheggerà, invece, un altro illustre protagonista del cinema, coetaneo del cineasta bolognese: Vittorio Gassman, indimenticato mattatore del teatro e della televisione italiana. La rotatoria tra via Popilia e Rino Beltramini (zona Viserba) spetterà a Clara Calamai, nota attrice sepolta a Rimini, a cui pure è stata dedicata un’esposizione, oltre che una stele nel cimitero, nell’ambito delle celebrazioni indette dall’amministrazione comunale.
Per quanto riguarda l’area verde che si trova tra via Giovanni Battista Casti e via Michele Moretti è stata optata l’intitolazione ‘Parco Pietro Cafa e Girolamo Soncino’, prototipografi del XVI secolo. Più nel dettaglio, Pietro Cafa fu lo stampatore che impresse a Rimini il primo libro a stampa coi caratteri mobili del grande magontino Giovanni Gutenberg. Girolamo Soncino, che è considerato il più grande stampatore ebreo di tutti i tempi, ha invece onorato la nostra città con una ventina di titoli in ebraico, in latino e in volgare, dal 1520 al 1527. Tra gli aspetti degni di nota, è interessante sottolineare che i Soncino hanno stampato per primi la Bibbia completa in lingua ebraica.
Tutte queste intitolazioni, ora, prima di diventare fattive, attendono di essere sottoposte al vaglio della Prima Commissione Consiliare e infine, come ultimo passaggio, a quello della Giunta comunale.
“Rimini è una città che investe sempre di più sulla cultura e lo fa anche attraverso la toponomastica – commenta l’assessore comunale Francesco Bragagni – che rappresenta un tassello importante per tenere viva la memoria di alcuni importanti personaggi che ci hanno lasciato e per far sì che il loro ricordo, così come la loro eredità intellettuale, non cessi di stimolarci e di costituire una fonte di insegnamento”.