Nel giro di appena un anno, il Cesena, si è sbarazzato delle due figure chiave che lo hanno riportato in serie C. L’estate scorsa il siluro a Beppe Angelini, oggi quello ad Alfio Pelliccioni. Il CdA di inizio settimana, neppure tanto a sorpresa, ha dato il benservito al suo Direttore Sportivo. Adesso rimane da capire cosa fare con William Viali, voluto sulla panchina proprio da Pelliccioni. Intanto, in sede, è arrivata una PEC con una proposta di acquisto. Si tratta di un gruppo d’imprenditori italiani, solido, con ottime referenze, che vuole provare a misirarsi con il mondo del calcio. In realtà puntava a una società di serie B, ma le ricerche di mercato dei loro agenti hanno portato al Cesena.
Il Rimini, attraverso una PEC, ha inviato a Roma, il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport, contro la decisione del Consiglio Federale della FIGC che ne ha decretato la retrocessione in serie D. A farlo è stato l’uomo scelto dal presidente dimissionario, Giorgio Grassi: l’avvocato bergamasco Cesare Di Cintio. “Il Collegio di Garanzia – spiega proprio il legale – avrà due settimane di tempo (il ricorso è stato spedito via telematica lunedì scorso, ndr) per pronunciarsi. Noi abbiamo chiesto un provvedimento cautelare oppure l’anticipazione dell’udienza. Chiediamo con il cautelare la sospensione dei provvedimenti del Consiglio Federale che hanno mandato il Rimini in serie D, compresa la sospensione dei play out.
Sospensione o meno, il Rimini sarà comunque presente all’assemblea di LegaPro del prossimo lunedì 22 giugno”.
Il Rimini punta molto sul merito sportivo e se questo venisse accettato, i biancorossi tornerebbero in campo sicuramente. La retrocessione, infatti, è troppo penalizzante perché dovuta a una causa estranea alla società. La speranza, naturalmente è che da Roma colgano questa palese ingiustizia che è stata fatta ai danni della squadra riminese. E proprio questa ingiustizia sembra aver ridestato la società. In questi giorni, il presidente del Consorzio del Porto, Lucio Paesani ha lanciato il progetto «Rimini, dovere morale» che ha come obiettivo quello di cercare di portare più imprenditori possibili a sposare la causa biancorossa. A quanto pare, in diversi avrebbero già dato la loro disponibilità. Poco, ma da molti. Uno slogan che forse, mai come in questo momento, potrebbe dare linfa vitale a un ambiente depresso.