Rimini ricorda Lampedusa. Sul sagrato del Duomo di Rimini, martedì 3 ottobre, alle ore 19, la città si ferma e commemora i tragici fatti accaduti il 3 ottobre 2013, quando 368 persone trovarono la morte al largo dell’isola di Lampedusa
Sono previsti alcuni segni simbolici:
la deposizione della lanterna della Pace da parte del Vescovo e degli Assessori presenti;
accensione simbolica di 368 lumini (numero corrispondente alle vittime della strage di Lampedusa) da posizionare attorno al sagrato del Duomo;
porte spalancate del Duomo.
La cerimonia commemorativa è promossa dal coordinamento delle Associazioni che dal 2019 porta avanti, a cadenza periodica, il flashmob MioFratelloMuoreInMare per sensibilizzare la società civile sul fenomeno delle morti dovute ai confini europei.
Oltre a tale momento commemorativo sono previsti anche momenti di condivisione e formazione, due concerti con testimonianze al Cinema Teatro Tiberio, venerdì 6 e sabato 7 ottobre, e l’incontro con il fotoreporter Francesco Malavolta, il primo ad arrivare a Lampedusa in quel 3 ottobre del 2013 e molto attivo sui confini europei, incontro dal titolo Scatti al Confine, che sarà domenica 8 ottobre alle 17 alla Cineteca Comunale.
Almeno 900 persone durante quest’estate hanno trovato la morte in mare o lungo i confini europei, nella generale indifferenza e noncuranza.
«E se fra loro si trovasse proprio il futuro inventore della cura contro il cancro? e se la stessa sorte fosse toccata ai tanti ragazzi che lavorano nelle cucine dei nostri ristoranti e nei nostri campi, ai bambini che sono riusciti a nascere sulla riva giusta del nostro mare.. ai quali siamo affezionati come colleghi, amici, talvolta fratelli o nipoti»?
Questo sentimento muove le numerose persone che portano avanti, con cadenza mensile, il flashmob MioFratelloMuoreInMare, giunto ormai alla sua 80esima edizione. e che, in occasione della decima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, desiderano unirsi alla celebrazione, istituita dalla Repubblica italiana, del 3 ottobre come “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria” (Legge 45/2016)
La giornata del 3 ottobre è stata scelta in memoria del tragico naufragio avvenuto a Lampedusa quando, nella notte del 3 ottobre 2013, a 800 metri dall’Isola dei Conigli, un barcone con 518 persone a bordo inizia ad imbarcare acqua e qualcuno dell’equipaggio, per attirare l’attenzione a terra – dove tutto tace – dà fuoco a un telo, si sparge il terrore fra i passeggeri e la barca si rovescia… perdono la vita 368 persone per lo più eritree; nessuno dei 155 sopravvissuti al naufragio vive attualmente in Italia.
Da quel 3 ottobre ad oggi, secondo i dati dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, oltre 24.000 rifugiati e migranti sono morti o risultano dispersi nel mar Mediterraneo, 2500 in questo ultimo anno.
“Siamo certi che alcune strade percorse in questi anni ledono l’umanità e i diritti universali dell’uomo e diciamo a gran voce che il nostro Paese può fare di meglio! – spiegano gli organizzatori “Può applicare la sua creatività e il suo pensiero divergente, che già tante volte in passato lo ha reso un Paese all’avanguardia e capace di cambiamento. Non possiamo non pensare allo sguardo acuto del pedagogista Andrea Canevaro, già cittadino onorario di Rimini, che immaginava un ponte fra la Sicilia e il Nord-Africa ed auspicava un forte intervento di educatori, pedagogisti e psicologi nella ideazione e impostazione del sistema di accoglienza ed integrazione.
Come ci dicono anche le esperienze cittadine, una prima accoglienza effettivamente accogliente può fare la differenza, uno sguardo che tutela e talvolta restituisce dignità può contribuire a sanare le ferite e a rendere la nostra società più giusta e umana. Forse occorre innanzitutto mettere da parte la paura, come è avvenuto in gran parte nella recente esperienza di accoglienza dei profughi ucraini, dove abbiamo visto allargarsi le potenzialità, legislative e personali”.