Qual è il volto rosa della città. Chi sono le donne che sfrecciano lungo corso d’Augusto con le borse colme e i visi affannati?
A fare luce sul lato femminile del territorio ci ha pensato l’Ufficio Statistica della Provincia di Rimini che nei giorni scorsi ha dato i numeri dell’Osservatorio di Genere.
Facciamola semplice: le donne sono più degli uomini, sono più giovani e vivono di più. 171.529 le donne residenti in Provincia (160.541 i maschi) il 51,7% del totale della popolazione. Età media degli uomini 42,8 anni e 45,5 per le donne.
La speranza di vita delle donne è superiore di 5 anni, rispetto a quella dei compagni uomini (84,4 anni contro 79,2). Diversa la “Speranza di vita in buona salute” (inteso come numero di anni che – da una determinata età – una persona può aspettarsi di vivere in buona salute) che per le donne è di 44 anni e per gli uomini di 50,4 anni. 6 anni di differenza che significano che pur vivendo più a lungo le donne sono accompagnate nel viaggio della vita da peggiori condizioni di salute e di non autosufficienza.
Ma veniamo al lavoro
Cominciamo con il dire che le donne risultano essere più istruite degli uomini. Il 56,8% delle studentesse delle superiori vanno a finire all’università (solo il 46,5% dei maschi). In seguito, su 100 ragazze riminesi in età compresa tra i 19 e i 24 anni il 37,5% si iscrive all’università, mentre è solo il 26,3% dei ragazzi della stessa classe di età a perseguire la stessa strada.
Nel territorio su 56.184 lavoratori autonomi le donne sono il 28%. Complessivamente sono 12.610 le imprenditrici della provincia (calcolate come socie e titolari d’impresa), il 32,3% dell’imprenditoria totale. La maggiore concentrazione di imprenditrici si ha nella classe di età di 45 anni e oltre.
Le libere professioniste sono le più giovani tra le lavoratrici. Una formazione scolastica più alta rispetto al passato permette loro di accedere a professioni più qualificate ma non è detto che l’essere imprenditrici garantisca loro dei redditi elevati.
Interessante il dato che si riferisce alle libere professioniste. La parità tra uomo e donna si raggiunge nell’albo degli avvocati, mentre tra gli altri albi sono sempre di più gli uomini. Gli albi dove si concentra il maggior numero di donne, comunque, sono gli architetti (37%) i medici/chirurghi (36%) i notai (35%) commercialisti (33%). Mentre si trovano al di sotto del 30% altre professionalità come: agronomi, geometri, ingegneri e odontoiatri.
Lavoratrici in famiglia. Le imprenditrici nel complesso hanno più figli. Per il 60,6% non hanno figli minori, percentuale che scende al 48,9% per le libere professioniste.
Le libere professioniste, inoltre, hanno più anziani in famiglia rispetto alle imprenditrici (7% più di 75 anni e 4,4% dagli 80 anni in su).
Giornata contro la violenza alle donne
A proposito di donne, anche Rimini ha aderito alla giornata nazionale contro la violenza alle donne. Domenica 25, si stima, che qualche migliaio di donne e uomini si siano riversati per strada in una lunga serpentina pacifica di persone.
“Un grande giornata contro la violenza alle donne – ha commentato l’assessore alle Politiche di genere del Comune di Rimini, Nadia Rossi – dalla violenza domestica a quella della società, contro la violenza culturale e la discriminazione di genere. Pieno di significato, nel centenario della nascita di una grande donna come Margherita Zoebli, con l’attraversamento dell’intero corteo nel villaggio della fondatrice del Ceis.
Rimini c’è. Rimini ha risposto nel modo migliore con un afflusso di massa. Una manifestazione che é diventata la manifestazione della città e che non relegheremo ad un giorno solo. Di questa energia e forza ne faremo tesoro anche domani nell’esercizio quotidiano della nostra attività”.
Angela De Rubeis