SERIE C. Per i biancorossi sesto ko e ultimo posto in classifica
E adesso arriva anche il turno infrasettimanale: domenica, al‘Neri’, sarà di scena l’Ancona mentre giovedì, sempre in casa, la Lucchese
Un Disastro. Con la ‘d’ maiuscola non usata così a caso. Perché andando avanti di questo passo, il Rimini finirà dritto per dritto in serie D. L’umiliante sconfitta di Pontedera (4-0) ha messo in mostra una squadra abulica, senza mordente, senza idee, senza attributi. Perché quando prendi un’imbarcata del genere, sul campo almeno getti tutta la rabbia che ti scorre nelle vene. Invece l’encefalogramma biancorosso è piatto che più piatto non si può. Se il cambio in panchina tra Raimondi e Troise doveva dare la scossa, beh non è arrivata, a dimostrazione che il tecnico argentino, nel frattempo andato a Siviglia a fare il secondo a Diego Alonso, non aveva tutte le colpe che gli sono state addossate. È vero, ci vuole pazienza, l’ex difensore di Napoli e Bologna ha bisogno di tempo visto che è arrivato da pochissimo, ma serve subito una svolta.
Adesso sono in arrivo due partite casalinghe dove il Rimini ha solo e solamente un risultato per non finire già da adesso sul lettino dello psicanalista: l’1 fisso.
Ma non sarà facile. Domenica, al ‘Neri, calcio d’inizio alle 18.30, arriverà l’Ancona che da queste parti evoca sempre bruttissimi ricordi.
I dorici in questo momento hanno 8 punti in classifica,
metà dei quali arrivati proprio con le valigie in mano: pareggio all’esordio in casa dell’Entella (1-1), sconfitta a Cesena (4-0), vittoria ad Olbia (0-1). Giovedì 26, sempre alle 18.30, salirà, invece, la Lucchese. I rossoneri hanno 12 punti e lontano da casa hanno espugnato i campi di Sestre Levante (0-1) e Recanatese (1-3), pareggiato (2-2) a Ferrara con la Spal e persa l’ultima gara con la capolista Torres (2-0). Insomma, la situazione non è delle migliori. Ultima annotazione che riguarda la società. Che senso ha avuto esonerare Raimondi, prendere Troise e subito dopo anche il portiere (Simone Colombi nella foto)? Qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende: Raimondi, forse, era l’ultimo tassello del vecchio Rimini.