Home Cultura RIMINI-LETTURA, UN BINOMIO CHE FUNZIONA?

RIMINI-LETTURA, UN BINOMIO CHE FUNZIONA?

La situazione delle biblioteche sul territorio, in un’Italia che non legge più

Non è un Paese per lettori. Non una frase ad effetto, ma un’amara realtà. A dirlo sono i numeri: nell’ultima raccolta dati dell’Eurostat, infatti, emerge che l’Italia si trova addirittura al terzultimo posto per libri letti in una classifica con tutti i 27 Paesi membri UE. Nello specifico, la percentuale di italiani che negli ultimi 12 mesi ha letto almeno un libro arriva appena al 35%.

Una debacle in ottica culturale, “salvata” solo dal fatto che c’è chi ha fatto peggio, tra Cipro (33%) e Romania (29%). A mettere il carico è l’Istat, secondo cui nel 2023 oltre il 70% dei bambini e ragazzi italiani (3-19 anni) non è mai entrato in una biblioteca. E rimanendo sulle biblioteche, chiude questo sconsolante trittico l’indagine BES (sul Benessere Economico Sociale) relativa all’anno 2023, dalla quale si rileva che in provincia di Rimini ci sono 12 biblioteche ogni 100mila abitanti, dato addirittura dimezzato rispetto alla media regionale (24) e lontana da quella nazionale (22).

Rimini, che succede?

In un contesto del genere, che fotografia è possibile scattare del rapporto tra il territorio riminese e l’offerta culturale, con specifico riferimento all’accesso alla lettura? Innanzitutto partendo dai numeri.

Per quanto riguarda la città di Rimini, la situazione consente un certo ottimismo: la biblioteca civica Gambalunga, fino all’anno scorso, vede un trend di crescita per quanto riguarda gli ingressi, superando addirittura il periodo pre-Covid.

Nello specifico, sono 155.753 gli ingressi, con il segno più rispetto agli anni precedenti (+19% sul 2022, +2% sul 2019). Bene anche prestiti e consultazioni, rispettivamente 81.934 e 30.952, e nuovi utenti, che aumentano del 25% rispetto all’anno precedente e che addirittura, toccando quota 3.509, registrano il numero più alto dell’ultimo decennio.

Interessante, infine, il dato sull’età degli utenti, con bambini e giovanissimi che la fanno da padrona: l’incremento maggiore, infatti, è quello rappresentato dalla fascia 10-14 anni, che con 1.331 utenti segna un +79% rispetto al 2022, seguito dalle fasce 15-19 anni (905 utenti) e 5-9 anni (853 utenti). Meno luminosa, con le dovute proporzioni, la situazione se si allarga la prospettiva a tutta la provincia riminese. In questo caso, dal punto di vista dei prestiti e delle consultazioni, c’è un’importante distanza che separa Rimini dagli altri Comuni: sul podio seguono rispettivamente Riccione, con 38.881 prestazioni tra prestiti e consultazioni, e Santarcangelo che sfiora quota 30mila (29.919), che rimangono a loro volta piuttosto lontani dal resto del territorio.

La lettura oggi

Una situazione riminese, dunque, dal sapore agrodolce. A completare il quadro è l’analisi di Nadia Bizzocchi, direttrice della Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini. “Lo scenario riminese su questo tema passa inevitabilmente attraverso la vicenda del Covid, che l’ha segnato profondamente. Fino all’arrivo della pandemia, infatti, l’accesso e l’utilizzo dei servizi della Gambalunga era in costante crescita, poi fermata bruscamente proprio dall’emergenza sanitaria.

Una situazione che però è tornata a crescere già nel 2022, fino ad arrivare a superare i livelli pre-Covid nel 2023 per molti dei nostri servizi. Una ripartenza molto importante, arrivata dopo un periodo di sconforto e pessimismo. Il risultato attuale, dunque, assume grande valore ed è stato possibile anche grazie a una intensa attività di promozione della lettura che abbiamo fatto, e continuiamo a fare, relazionandoci con le scuole o direttamente con il pubblico, ad esempio organizzando iniziative di dibattito e incontri con gli autori. La lettura va stimolata, incoraggiata, resa attraente, perché oltre a quello culturale ha un valore e un impatto sociale molto importante. E la risposta che abbiamo è positiva. Certo, si può sempre migliorare per raggiungere più persone e nuovi tipi di pubblico, ma il nostro è anche un territorio particolare, la cui ricca offerta di intrattenimento pone tante alternative alla lettura”.

Quali sono le abitudini di lettura a Rimini? E possiamo fare un “identikit” del tipico lettore riminese?

“C’è un bel movimento per quanto riguarda bambini e ragazzi, oltre che studenti universitari, che fanno registrare i numeri maggiori tra accessi e fruizione dei servizi.

Un dato che si riflette sul tipo l ti tt di t di lettura, che vede prevalere la narrativa con netto distacco rispetto agli altri generi. Un movimento prevalentemente giovane, dunque, in cui possono avere un ruolo anche i social, con il trend dei cosiddetti ‘Booktokers’, influencer del mondo dei libri, che hanno un grande potere attrattivo”.

Che impatto ha l’arrivo del digitale?

“Anche qui va interpellato il Covid, che ha accelerato e acutizzato la fruizione dei libri digitali, che per quanto riguarda le biblioteche si traduce in un aumento dell’utilizzo degli e-book, della consultazione dei periodici online e della possibilità di scaricare audiolibri e altre risorse digitali, attraverso le piattaforme convenzionate con i sistemi bibliotecari. Un tipo di fruizione che in passato era molto poco considerata e per la quale la pandemia ha fatto da stimolatore, portando oggi a un uso abbastanza diffuso: assistiamo a un forte avvicinamento nei numeri dei prestiti digitali rispetto a quelli fisici. Sottolineo, però, che interfacciandoci con le scuole nell’ambito dei laboratori di lettura, riscontriamo che oggi c’è ancora una preferenza per l’uso di libri fisici, anche da parte dei giovani. La percezione, tra gli addetti ai lavori, è che il libro di carta sia ancora ben lontano dall’essere sostituito”.