La stazione ferroviaria è una delle cartoline più importanti per una città. Ne è la vetrina, che dà la primissima impressione a chiunque abbia deciso, per qualsiasi motivo, di recarvisi. Lo è soprattutto per le città turistiche e, in particolar modo, per Rimini, che fa della qualità dell’accoglienza non solo un marchio di fabbrica, ma una vera e propria caratteristica identitaria. Ebbene, nelle ultime settimane ci sono giunte diverse segnalazioni legate proprio alla stazione ferroviaria di Rimini che, purtroppo, viene descritta come un’infrastruttura problematica, sia per quanto riguarda la sicurezza sia la qualità dei servizi. A seguito delle doverose verifiche emerge che, effettivamente, non mancano le criticità, anche importanti. Ma che, allo stesso tempo, ci si trova davanti a una situazione caratterizzata, negli ultimi anni, da un costante percorso di miglioramento.
(Dis)servizi interni
Tra le criticità c’è quella dei servizi all’interno della struttura. Basta farsi una breve passeggiata dentro le mura della stazione, infatti, per accorgersi della scarsità di servizi offerti agli utenti. Se si accede alla struttura da una delle entrate principali, ad esempio, ci si trova immediatamente davanti a una lunga serie di vetrine chiuse e anonime (foto sotto), che rappresentano i resti di quella che in passato era la libreria Mondadori, chiusa in via definitiva nell’autunno del 2021 e ancora oggi rimasta senza rimpiazzo. Proseguendo in direzione della biglietteria, purtroppo, la situazione non migliora: l’edicola, nonostante gli orari chiaramente indicati in vetrina, risulta molto spesso chiusa senza motivazione. “Non è raro che accada, ma non sappiamo perché” confermano, scoraggiati, alcuni presenti.
Stesso scenario a pochi metri di distanza, dove la piccola caffetteria che riporta in vetrina la scritta “Aperto tutti i giorni dalle 7 alle 18” risulta anch’essa chiusa, senza alcuna motivazione esplicita. Ancora più grave la situazione per quanto riguarda farmacia o market alimentare, “fuggiti” nel 2017 e oggi ancora non sostituiti. Manca, infine, un ufficio di cambio valuta, che sarebbe prezioso per molti dei turisti stranieri che, soprattutto in estate, giungono a Rimini in treno.
Caos viabilità
Ma è all’esterno che, purtroppo, si rilevano le problematiche maggiori. Nello specifico, dal punto di vista della viabilità: il nuovo piazzale della stazione, infatti, intitolato a don Oreste Benzi e inaugurato nell’autunno scorso, se da una parte ha riqualificato l’area, dall’altra ha causato sensibili modifiche alle carreggiate destinate al traffico. Causando non pochi problemi.
“All’esterno della stazione il caos è ormai la normalità. – racconta Matteo, riccionese – Quasi tutti i giorni vado in macchina alla stazione di Rimini per recuperare mia moglie, pendolare, di ritorno dal lavoro e la situazione è sempre la stessa: la carreggiata per le auto è sempre più piccola, stretta tra i parcheggi sul lato sinistro e l’ampia corsia destinata ad autobus e taxi sulla destra. Una carreggiata, già poco spaziosa, che spesso si trova invasa da chi si ferma con le quattro frecce in doppia fila rispetto ai parcheggi (foto sotto), in attesa dell’arrivo dei treni: questo porta inevitabilmente le auto a dover invadere a loro volta la corsia di autobus e taxi, aumentando notevolmente il disordine e il rischio di incidenti. Soprattutto con i taxi, che procedono spesso a velocità sostenuta. Clacson e imprecazioni tra automobilisti, ormai, sono la routine. E non è certo un bello spettacolo per chi viene a Rimini per la prima volta”.
Capitolo sicurezza
Una premessa, che non è una giustificazione: in tutte le città la stazione ferroviaria rappresenta un’area sensibile, che fisiologicamente diventa contenitore di forme eterogenee di disagio sociale. Disagio che può sfociare in episodi di violenza, tali da creare insicurezza nella cittadinanza e nei turisti che frequentano la zona. A Rimini la situazione non è diversa. Ma, stando alle testimonianze raccolte, nonostante le difficoltà la stazione riminese fa registrare negli ultimi anni un processo di costante miglioramento. “Frequento la stazione di Rimini ogni giorno da circa dieci anni – spiega Roberto, pendolare riminese che lavora in provincia di Forlì-Cesena – quindi ho avuto modo di assistere ai suoi cambiamenti nel corso degli anni e, allo stesso tempo, ho la possibilità di vederla in momenti diversi della giornata. Se non ci sono particolari elementi da segnalare per quanto riguarda il mattino, storia diversa per la sera dove, soprattutto in inverno quando fa buio presto, mi è capitato diverse volte di assistere a gruppi di persone poco lucide, vuoi per l’abuso di alcol o di altre sostanze, che fomentate dal senso di ‘branco’ possono diventare aggressive e di provare una certa paura nel dover attraversare la zona per andare verso il centro città. A questo si aggiunge il tema dei furti di biciclette. Ne ho subìti diversi nel corso degli anni, così come mi capita spesso di vedere biciclette a cui sono state palesemente rubate le ruote o altro tipo di componente. Addirittura può capitare che un ladro, non riuscendo a rubare la bici, per stizza blocchi il freno delle ruote per costringere il proprietario a tornare a casa a piedi. È capitato anche a me. Va però detto – aggiunge – che negli ultimi anni la situazione è andata via via migliorando e, soprattutto da quando c’è il nuovo piazzale, c’è più luce, più movimento, ci sono più persone che vivono la stazione e c’è un maggiore senso di sicurezza, ordine e controllo”. Una tendenza confermata anche dalla stessa Polizia ferroviaria riminese. “La situazione della stazione di Rimini è sotto controllo. – sottolineano alcuni agenti in servizio – Soprattutto se guardiamo ad altre stazioni del territorio regionale (come Reggio Emilia o Modena), Rimini vive una situazione di particolare ordine e tranquillità. Soprattutto all’interno, dove l’aumento dei controlli e la decisione di mettere l’accesso dei servizi igienici a pagamento (luogo che raccoglieva diversi fenomeni di tossicodipendenza) hanno permesso di riqualificare la struttura. Certo, all’esterno rimane fisiologica la presenza di fenomeni come piccole risse tra persone che hanno abusato di alcol, ma non siamo di fronte a fenomeni preoccupanti. Quasi assenti le rapine mentre, questo va detto, si segnalano numerosi episodi di furti sugli autobus nei pressi della stazione. Anche in questo caso, comunque, non siamo di fronte a fenomeni che rendono la situazione riminese particolarmente critica”.
“Sulla sicurezza dati migliori dal ’96”
L’argomento della sicurezza è, inoltre, di stretta attualità a Rimini. Proprio in questi giorni, infatti, è stato pubblicato il consueto report de Il Sole 24 Ore relativo alle denunce di reati registrate nelle province di tutta Italia nell’ultimo anno. Ricerca che vede la provincia riminese addirittura al secondo posto a livello nazionale, con oltre 18.500 denunce per delitti nel 2021. Numeri certamente negativi, che contribuiscono a diffondere la percezione di un territorio poco sicuro (e che non può che riflettersi su un’area sensibile come la stazione del capoluogo). Ma, allo stesso tempo, sono numeri che se analizzati confermano quel trend di miglioramento della città che emerge dalle citate testimonianze. “Si può notare – sottolinea lo stesso sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad – come il dato 2021 sia di gran lunga il più basso da quando, nel 1996, cominciò questa rilevazione. Più nello specifico, rispetto a 10 anni fa, il calo delle denunce si aggira nella provincia riminese, tra costa ed entroterra, nell’ordine del 25%. E questo nonostante l’incremento della popolazione, la costanza dei flussi turistici e la precaria dotazione degli organici di polizia. I numeri dunque testimoniano il grande lavoro fatto dal territorio sul fronte della sicurezza in un arco ultraventennale”.