È una piccola rivoluzione. Non solo perché le due squadre in campo presentano sette volti nuovi a testa ma soprattutto perché alla fine a far festa è Cantù. Siena detronizzata: non accadeva dal 2008, ovvero 13 trofei (5 scudetti, 4 Coppe Italia e 4 Supercoppe) e 1689 giorni fa. Trinchieri può alzare al cielo il primo trofeo della carriera (l’ultimo successo dei brianzoli risale al 2003, anche allora fu Supercoppa) e guardare con più ottimismo al raggruppamento che mette in palio l’accesso all’Eurolega.
Il colpo d’occhio al 105 Stadium è da grandi d’occasioni. Il palazzo riminese sfiora il tutto esaurito, e nella sfida tra tifoserie Cantù ha nettamente la meglio (2.500 i supporter al seguito, e belle coreografie). In campo, il gioco di squadra stenta a decollare ma i singoli ci mettono molto del loro e lo spettacolo è servito.
Lo starting five di Siena recita Brown, Janning (un po’ a sorpresa), moss, Sanikidze ed Eze. Cantù (griffata Mapooro) risponde con Smith, Ardori, Markoishvili, Leunen e Cusin. Per rintracciare il primo canestro su azione occorre attendere quasi 2’30. Tyus inizia subito a marchiare a fuoco la gara con uno schiaccione (più fallo), frutto di un assist al bacio di Smith. Ma è Siena a comandare le operazioni con una tripla dell’eterno Moss (12-7) e la legge di Eze sotto i tabelloni, in tutte e due le metà campo. Sanikidze è una sentenza dalla lunetta, Carraretto entra e segna la tripla, dopo il massimo vantaggio (+11), la Mensa Sana chiude il quarto avanti di 9 (25-16).
Al ritorno in campo Markoishvili è più preciso, Cantù arriva al pari: 26-26. Siena butta dentro Kasun e Kangur, ma le due pertiche sembrano avulsi dal gioco tranne che in una occasione: assist dietro la schiena e gioco da tre punti dell’estone. Tyus prosegue la sua personale gara di schiacciate, Siena resta avanti e prova a scappare quando va in bonus e Sanikidze non sbaglia un colpo dalla linea della carità. Ancora schiacciata di Tyus, risponde Brown con un terzo tempo in contropiede, si va al riposo con la Mensa Sana avanti: 42-35.
Al ritorno in campo Cantù appare più lucida, perde meno palloni e raccatta qualche vagate in più. Smith non vede mail canestro però dirige l’orchestra. Un assolo di Cuin (schiacciate prepotente) vale il primo vantaggio dei brianzoli. Banchi 8alla prima da head coach) gioca molti minuti con Brown e Hackett ma senza grandi risultati. Eze è un po’ in debito, dopo i primi 20’ eccellenti ma l’atletico Sanikidze (17 punti 16 rimbalzi alla fine) tiene su la baracca, con Moss solito mastino in difesa. Ora si prosegue punto a punto. Spunta Brooks che ne mette due a fila: Cantù si issa a +5. Mancano 3 minuti. Le squadre adesso sbagliano molto, troppo. Il tap in di Eze tiene viva la Mens Sana (71-73) ma Cantù non perde la testa. Tyus continua a volare sopra le teste di tutti, Hackett finalmente mette due liberi (dopo aver litigato a cronometro fermo per tutta la gara) ma gli risponde Smith e Cantù resta avanti: 77 a 73. La difesa di Siena erge un muro, Brown (18 punti, miglior marcatore Siena) prova l’entrata ma perde maldestramente il pallone. Ormai è finita. Leunen (dopo aver sbattuto per tutta la gara contro gli aiuti biancoverdi) fa due su due dalla lunetta e l’urlo di gioia dei brianzoli può levarsi al cielo. Markoishvili (15 punti, 3 su 5 da tre) è Mvp. La corazzata Siena è battuta, Cantù torna al successo dopo 9 anni. È presto per dire se il basket italiano cambia padrone, ma la Supercoppa di Rimini segna comunque la fine di un regno.
Paolo Guiducci