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Rimini in mezzo a due mondi con il Mare Adriatico

La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini celebra l’arrivo della Primavera omaggiando la città con un tema significativo per la comunità riminese: il Mar Adriatico.
Il Presidente Paolo Pasini invita i cittadini a intraprendere un affascinante viaggio alla scoperta delle sue coste, unite da una storia ricca di eventi e mutamenti: “Nel cuore dell’Europa, il Mar Adriatico si staglia come un microcosmo del Mediterraneo. Non è solo un mare; è un crocevia di culture, religioni, arte e racconti intrecciati nel tempo.
È fondamentale riflettere su come la nostra storia locale si sia stratificata negli anni, l’Adriatico incarna le peculiarità del Mediterraneo in miniatura, fungendo da passaggio e frontiera tra Oriente e Occidente, dove per secoli si sono sovrapposti confini economici e sociali”.

Sotto la curatela di Alessandro Giovanardi, nasce un ciclo di quattro incontri che esplora le relazioni tra Rimini e l’altra sponda adriatica: “Il nostro mare è in mezzo a due mondi apparentemente distanti e incompatibili, ma le sue acque traboccano di storie e segreti che diventano punto d’incontro tra questi popoli.
Sarà interessante analizzare come si dialogherà tra passato e presente: dalla storia locale a quella nazionale fino ad arrivare a quella internazionale”.

Il progetto si ispira al libro di Robert Kaplan Adriatico. Un incrocio di civiltà e si concentra su tre macro temi: la storia locale dell’Adriatico, l’arte (con particolare riferimento alla scuola riminese, che interpreta periodi storici attraverso vari artisti) e la cultura, dal tempio malatestiano dominato dalla filosofia di Aristotele fino alle reliquie di Platone, padre del pensiero europeo.

Il primo incontro, dal titolo L’Adriatico come storia. L’Adriatico dalle divisioni alle nuove integrazioni, ha visto come protagonista il professore ordinario di storia moderna dell’Università di Padova, Egidio Ivetic, di origini istriane: “L’Adriatico è un organismo che pulsa; come tutti i mari, ha una sua storia. Le origini del Mare Adriatico risalgono a epoche lontane, precedenti all’Antropocene – età in cui è già presente l’uomo sulla Terra e sta influenzando il clima e i progressi geologici- quando la sua superficie era abitata da popolazioni indigene e successivamente dai romani.

La storia dell’Adriatico è relativamente recente rispetto ad altri mari, in quanto è nato prima l’uomo e poi il mare.
Per secoli, il Mare Adriatico è stato teatro di conflitti e alleanze, riflettendo le dinamiche politiche, religiose e culturali che hanno segnato il destino dei popoli affacciati su di esso. Il suo passato, che definisco un distillato della Storia dell’Impero Romano, è ricco di che testimoniano come i confini si siano trasformati in percorsi di interazione e scambio”
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Rimini fu solcata dai Fenici nel 2000 a.C., quando attraversarono il Mediterraneo, e subì l’influenza dei Greci, conservandone usi e costumi per secoli.
Oggi, l’eredità di queste civiltà si manifesta in un patrimonio culturale condiviso: l’Adriatico custodisce le vestigia dell’impero romano, la magnificenza della Serenissima Repubblica di Venezia, e l’impatto della cultura ottomana e asburgica.
La posizione strategica ha reso Rimini un importante scalo e un nodo di transito tra Oriente e Occidente: “Nel corso dei secoli, Rimini ha visto passare molti popoli, ognuno dei quali ha lasciato un’impronta indelebile.
Tra i monumenti che raccontano questa storia, spicca il Tempio Malatestiano, capolavoro rinascimentale voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta, che ha ancora molto da (ri)scoprire in ogni sua pietra, in ogni suo centimetro di suolo.
La sua costruzione, iniziata nel 1447, è un perfetto esempio di come Rimini possa essere vista come punto d’incontro tra stili e culture diverse”.

Questa stratificazione storica ha creato un’identità adriatica complessa e assume oggi una valenza diversa, diventando un’eredità transnazionale, condivisa tra le sponde adriatiche.
La dimensione storica transnazionale si pone come superamento della logica “centro-periferia” imposta dalla prospettiva politica e culturale nazionale, logica che ha ridotto i segmenti adriatici a periferie turistiche.

Guardando al futuro, il messaggio è chiaro: riscoprire l’Adriatico non solo come confine, ma come ponte verso nuove opportunità. L’incontro di culture e tradizioni rappresenta la chiave per una rinascita, dove ogni stato può apprendere dagli altri.
In questo contesto, l’Adriatico non è più solo un mare di divisioni, ma un simbolo di speranza e cooperazione.
Federica Tonini