Vivere l’Europa su due ruote, pedalando a cuore aperto e senza inarcarsi sul manubrio dei pregiudizi.
Rimini ci prova e si fa tirare la volata dai ragazzi del Liceo linguistico “G. Cesare / M. Valgimigli”: due classi quarta, la IV A e la IV B, si sono lanciate per un biennio nel progetto Comenius, un programma europeo appunto, che intende promuovere e supportare l’istruzione personale non solo con la formazione in ambito scolastico ma anche in quello culturale, sviluppando l’interesse per tradizioni, culture, lingue e valori europei. L’Unione Europea non è semplicemente un controllore economico o geografico, ma un organismo che si fonda (o dovrebbe poggiare) su una solida base culturale. Comenius prova allora a favorire scambi tra scuole e studenti di Paesi differenti e a sostenere la mobilità, con l’Italia paese coordinatore, Polonia, Romania e Turchia (grazie al suo status di Paese candidato) in scia e la bicicletta quale ufficiale rappresentante della mobilità sostenibile adottata dal progetto. Sulle due ruote, due insegnanti e una dozzina di studenti del Liceo linguistico si sono avventurati in città e territori di Polonia, Romania e Turchia, prima di ricevere la visita degli studenti stranieri diretti in sella a Rimini e nella provincia di Rimini. “Nonostante le piccole difficoltà incontrate durante il percorso – commentano appena parcheggiata la bici Sofia Agnoletti (IV A) e Vasija Figen (IV B) – abbiamo tagliato il traguardo del progetto con non poco successo e soddisfazioni”.
La Polonia è stata la prima meta degli studenti in bicicletta a caccia di Europa, Lodz la destinazione principe, una delle città più grandi del Paese. “Durante i cinque giorni dell’esperienza polacca – proseguono Sofia e Vasija – non abbiamo solo pedalato ma anche toccato con mano una città sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale e reduce delle Repubbliche Socialiste sovietiche”.
Cosa succede a dieci ragazzi abituati ad una società occidentale immersi in una realtà che fatica a stare al passo di un secolo che corre veloce? “Ecco un altro dei benefici del Comenius: capire il valore del tempo, per noi e per altri cittadini del mondo che sembrano così lontani”. La visita ai murales, una pedalata nel verde, la partecipazione a un talent show e una biciclettata intorno alla città con i residenti, hanno caratterizzato il programma polacco.
Turchia, seconda tappa del Comenius alla riminese. Destinazione Koycegiz, città della Turchia asiatica sul lago che prende il suo nome, collegata al Mediterraneo tramite un canale. “L’esperienza turca non solo ci ha permesso di pedalare in strade del tutto sconosciute, ma anche di vedere ciò che la storica penisola anatolica può offrire”. E poi la capitale con le sue moschee e i suoi bazar, e una crociera sul Bosforo.
La terza tappa raggiunta a braccia alzate è la Romania. La città prescelta, Oradea, una delle più importanti della parte nord-occidentale del paese. Oradea tra l’altro è legata a Rimini a doppio filo: vi operano le Maestre Pie, da anni c’è una collaborazione con la parrocchia del Crocifisso e lo stesso vale per la Caritas. “Un’esperienza piena di sorprese: pedalare lungo il fiume che attraversa la città, visitare il monastero, le terme. Scardinati i pregiudizi nei confronti di una nazione che conosciamo solo superficialmente”.
Comenius ha tagliato il traguardo a Rimini, attraverso il centro storico, pedalando alla scoperta di Riccione, camminando a Santarcangelo, tra grigliate di pesce sulla spiaggia e Bike Hotels. “Un’esperienza utile e brillante anche per noi riminesi che giocavamo in casa”. Spronati da un quiz sulla cultura di Rimini e una caccia al tesoro. Pedalate, gente, pedalate.
Paolo Guiducci