Nel 2018 l’azienda Alliance ha acquisito l’intera partecipazione di AMFA, la società affidataria delle farmacie comunali (per 99 anni).
Cosa significa per le future farmacie?
Passeranno al colosso privato a costo zero?
Rimini ha un rapporto particolare con le “proprie” farmacie comunali. O meglio, non ha un rapporto. Com’è noto, infatti, nel 2018 il Comune di Rimini ha ceduto la propria intera quota di partecipazione alle farmacie ad Alliance Healthcare, multinazionale angloamericana tra le più importanti nel settore della distribuzione farmaceutica. Società che, dalla fine degli anni ’90, deteneva già il 74% delle quote delle farmacie comunali riminesi. In sostanza, dunque, da qualche anno le farmacie pubbliche di Rimini sono gestite completamente da un colosso privato. Attenzione, però: non si tratta di nulla di illegittimo, ma di una decisione lecita che il Comune ha deciso di prendere.
Il punto, però, è un altro. Se, infatti, la scelta di cedere a un colosso privato l’intero patrimonio delle proprie farmacie è lecito e legittimo, si può però discutere la questione dal punto di vista dell’opportunità.
Soprattutto per quanto riguarda le farmacie che devono ancora nascere.
Andiamo con ordine
Un breve riepilogo. Nel 1995 nasce AMFA spa, la società del Comune di Rimini incaricata della gestione delle farmacie pubbliche. Pochi anni dopo, nel 1999, il Comune decide di vendere circa il 74% del pacchetto azionario di AMFA alla società di diritto inglese E. Moss Limited, realtà che pochi anni dopo sarebbe diventata l’attuale Alliance Healthcare. Già da circa 20 anni, dunque, la gestione delle farmacie riminesi non era più, in larga parte, del Comune.
Situazione che ha una svolta, come anticipato, nel 2018, quando Rimini Holding (la società con cui il Comune gestisce le proprie partecipate) ha ceduto ad Alliance Healthcare il rimanente 25% delle proprie quote di AMFA, che corrispondeva alla propria intera partecipazione. Meno di tre milioni di euro (2.896.796) il valore complessivo dell’operazione. Una cessione che, stando a quanto affermato dal Comune riminese, faceva parte di “ una delle operazioni previste dal piano di revisione straordinaria delle partecipazioni societarie direttamente ed indirettamente possedute dal Comune di Rimini”, il cui obiettivo era quello di “ ottimizzare i costi e rendere più efficiente la gestione degli organismi partecipati”.
“L’incasso derivante dalla vendita – rendeva noto l’Amministrazione riminese a seguito della cessione – sarà utilizzato per Roberto Deluigi, presidente Federfarma Rimini: “Il Comune ha preso una decisione con superficialità e leggerezza, senza valutare adeguatamente l’interesse della comunità” l’anticipata estinzione parziale del mutuo acceso con Monte dei Paschi di Siena. Il Comune di Rimini manterrà comunque il ‘diritto di prelazione’ sulle future farmacie comunali che apriranno sul territorio”. Ed è qui che nasce la questione.
Farmacie… in regalo?
“Qual è il problema di questa situazione? – sottolinea il dottor Roberto Deluigi (nella foto), presidente di Federfarma Rimini, l’Associazione dei titolari di farmacia della provincia – Quando in un dato territorio nasce l’esigenza di aprire una nuova farmacia (il criterio prevalente è quello demografico, secondo cui occorre la presenza di una farmacia ogni 3000 abitanti circa, ndr), questa nuova struttura viene messa a bando per i privati e, la volta successiva, sussiste un diritto di prelazione da parte del Comune”. Il Comune, cioè, ha la precedenza nell’acquisizione della nuova farmacia.
Se il Comune decide di esercitare questo diritto, la nuova farmacia sarà comunale e passerà direttamente sotto la gestione di AMFA. A stabilirlo è lo stesso contratto con il quale, nel 1999, il 74% di AMFA fu acquisito da Alliance. “ Qualora il Comune esercitasse il diritto di opzione per l’apertura di nuove farmacie – si legge all’articolo 6.3 del contratto – affiderà la gestione del relativo servizio ad AMFA”. Di conseguenza, ogni nuova farmacia opzionata dal Comune passerebbe in affidamento automatico ad AMFA e, quindi, ad Alliance.
Opportuno?
Può considerarsi opportuno, dunque, che per pochi milioni di euro il Comune di Rimini non solo si sia privato di un patrimonio come le farmacie, che generano valore per la comunità, ma che lo abbia fatto anche per il futuro, su tutte le nuove farmacie che negli anni saranno aperte?
Non solo. È lecito anche chiedersi: perché il Comune dovrebbe esercitare la prelazione per l’apertura di una nuova farmacia, se poi non avrà nessun beneficio da essa? “ In due occasioni il Comune di Rimini ha esercitato questo diritto di prelazione. – continua il presidente Deluigi – Per l’apertura della farmacia comunale numero 7 (‘Ghetto Turco’, in via Rosmini) e nel caso della numero 8 (in via Clementini, zona Stazione).
Di conseguenza, in questi casi, la società Alliance ha acquisito le nuove farmacie in modo totalmente gratuito. Si tratta di un meccanismo che riteniamo inopportuno: perché Alliance, società privata, può trovarsi ad avere a Rimini farmacie nuove, nel corso degli anni, sostanzialmente a costo zero? Il Comune, inoltre, non è obbligato a esercitare questo diritto di prelazione, può rinunciarvi. Ma se non vi rinuncia, l’unica a trarne beneficio è Alliance. Perché esercitarlo, dunque? Ne consegue un danno per le casse comunali, e quindi per la comunità e i cittadini: l’Amministrazione ha in mano un determinato valore al quale rinuncia, senza corrispettivo, per cederlo a un privato”.
Per quanto tempo può proseguire tutto questo? Questo è un altro punto importante della questione: la gestione delle farmacie comunali, infatti, è affidata ad AMFA per 99 anni. Dunque per questo lasso di tempo, potenzialmente, ogni nuova farmacia sulla quale il Comune eserciterà il diritto di prelazione passerà automaticamente, e senza oneri, ad Alliance. Come Federfarma non siete mai intervenuti sul tema?
“In passato abbiamo proceduto attraverso un ricorso al TAR. – sottolinea il dottor Deluigi – Purtroppo, però, il procedimento andò male per alcuni errori
di forma e disattenzioni da ricondurre ai nostri legali. Nel merito, però, la questione non fu mai risolta”. Se il Comune non ha alcun beneficio dalla acquisizione delle nuove farmacie, perché esercitare la prelazione? Perché fare questo “regalo” a un colosso come Alliance? “Il Comune non ci guadagna nulla. – conclude il presidente di Federfarma – Si tratta, a mio parere, di una decisione che è stata presa con leggerezza, senza analizzare adeguatamente i pro e i contro e, soprattutto, senza valutare quale poteva essere l’interesse della comunità e dei cittadini”.
Il precedente
La questione, come visto, solleva dubbi. Ma non da oggi. In passato, nel 2009, il consigliere comunale Gioenzo Renzi aveva presentato un’interrogazione alla Giunta riguardante la farmacia comunale ‘Ghetto Turco’.
“È legittimo – chiedeva il consigliere – assegnare direttamente ad AMFA spa la nuova farmacia opzionata dal Comune, senza l’indizione di una gara ad evidenza pubblica? Il Comune ha approvato di affidare ad AMFA spa, già affidataria dal 1995, per la durata di 99 anni, del servizio pubblico di gestione delle sei farmacie comunali, l’istituzione e gestione della nuova farmacia, in base ad un obbligo generico assunto dal Comune di Rimini, al punto 6.3, del contratto di cessione di azioni sottoscritto in data 02/06/1999”.
“E proprio riguardo a tale affidamento ad AMFA spa, società a capitale misto pubblico-privato di cui il Comune di Rimini è socio di minoranza, vogliamo sapere – insisteva il consigliere Renzi – se per la scelta del socio privato non si dovrebbe svolgere l’espletamento di una gara con procedura ad evidenza pubblica, così come è previsto dal nuovo testo unico sugli enti locali”.