Pareti verde acqua per ricordare il mare. Un anfiteatro a forma di conchiglia, simbolo d’eccellenza della spiaggia riminese, e una grande perla galleggiante, 16 tonnellate per 2,20 metri di diametro, per completare l’omaggio alla città. Congressuale e balneare, le due anime del turismo nostrano, si fondono in questi elementi architettonici del nuovo Palacongressi di Rimini. Il “gioiello” che i riminesi (non solo addetti ai lavori) hanno dovuto attendere a lungo prima di vedere operativo a causa degli ostacoli burocratici noti alla cronaca, da metà settembre non è più un gigante inerme. In attesa dell’inaugurazione ufficiale, fissata per il 15 ottobre, ha già iniziato ad ospitare i primi eventi. Varcando le porte del colosso, luce e spazio attirano subito la vista. Passeggiando per i lunghi e ampi corridoi, l’attenzione si sofferma sui nomi delle 39 sale (per 9mila posti complessivi) che ricordano – anche questi – Rimini e i suoi tesori. A cominciare dalla “Sala della Piazza”, quella plenaria al piano terra, la più grande con i suoi 4800 metri quadrati e 4700 posti. Essa può essere suddivisa attraverso pareti mobili isolate acusticamente, in sei sale autonome, ognuna con il suo ingresso. Oltre la seduta a teatro sono pronti per essere utilizzati il palco, le regie, le cabine traduzione e tutte le attrezzature tecniche appese sul soffitto. Le pareti di 17 metri, sono tutte in legno di faggio, in alto spiccano i grandi lucernai a luminosità regolabile, l’atmosfera è tutt’altro che cupa. Proseguendo lungo i corridoi si nota come, da un angolo all’altro, la carta tradizionale dei manifesti lasci spazio a dei grandi totem anti-spreco, tutti con sistema digital signage, personalizzabili a seconda degli eventi e delle richieste del cliente, come spiega il nostro “Cicerone”, Stefania Lamponi dell’Ufficio Promozione di Convention Bureau. Accanto al foyer c’è il bistrot di Summertrade ma al di là di questo angolo ristorante, in tutta la struttura, spiega ancora la nostra “guida”, “possono essere allestiti catering, a cominciare dagli ampi foyer”.
Arrivati alle scale mobili le opzioni sono due. Scendendo al piano interrato che ospita il guardaroba (5000 capi), non si può fare a meno di fermarsi di fronte alla “chicca”: una perla da 16 tonnellate e 2,20 metri di diametro, che sospesa su un basamento al centro di una vasca interna, ruota a pelo d’acqua attraverso un sistema di pompe idrauliche. La sua posizione è esattamente sotto la conchiglia della sala Anfiteatro, l’altro elemento caratterizzante del Palas, che sovrasta il primo piano. Qui i posti sono 1600: poltrone fisse di colore scuro si dispongono lungo una linea convessa, in uno spazio che può essere diviso in due sale autonome simmetriche da una parete mobile in grado di incastrarsi al millimetro con i gradoni. Quando si dice flessibilità.
Sulla struttura progettata dallo Studio GMP di Amburgo (la stessa mente della nuova Fiera) le aspettative sono alte: secondo le stime, a pieno regime, potrà puntare a 540mila presenze annue per un indotto di 250 milioni di euro l’anno. Per adesso i conti, almeno quelli ufficiali, si fermano a Natale. Da Convention Bureau confermano che fino alle feste si terranno una ventina di convegni per un totale di 112mila presenze. Dopo l’esordio con gli Alcolisti Anonimi, la “astronave” ha aperto le porte anche alla Siot (Società italiana ortopedia e traumatologia), per la prima volta a Rimini con 2.500 partecipanti, dall’1 al 5 ottobre. Dall’8 all’11 novembre invece, dopo alcuni appuntamenti ospitati nel vecchio palacongressi per motivi organizzativi, si terrà il 40° Congresso nazionale AMCLI (Microbiologi clinici italiani) con 1000 congressisti, seguito (18-20 novembre) dal convegno internazionale Centro Studi Erickson, 3500 persone. Dal 23 al 26 novembre il nuovo Palas accoglierà invece i 1500 della Società Italiana di Reumatologia. Sul 2012 invece resta ancora tutto top secret visto che la programmazione è ancora in corso. Di certo c’è che dopo Natale il vecchio palacongressi sarà abbattuto. Non solo: Convention Bureau può anche essere ottimista se è vero che nel 2010, nella vecchia struttura e in un contesto nazionale di crisi per il congressuale, il trend riminese è stato positivo.
Le presenze del settore sono aumentate in provincia del 2%, il numero degli incontri ospitati del 9%, con un valore di attività di 6,6 milioni di euro. Nello stesso anno il Palas riccionese ha contato 110mila presenze per un indotto di 25 milioni di euro e un fatturato di 1.810mila euro (+33%). Ora, anche dopo il diktat dei soci pubblici del palas riminese (Provincia, Comune di Rimini e Camera di Commercio) che hanno invitato Riccione a superare i campanilismi, è arrivata la resa dei conti: i due “giganti” vicini saranno concorrenti o alleati?
Alessandra Leardini