Dire Cesena Fiera è dire Macfrut, così come da più di trent’anni pensare al Macfrut rimanda a Cesena. Eppure dal settembre 2015 questa esposizione professionale del settore ortofrutticolo si tiene al quartiere fieristico di Rimini, un trasferimento che non è passato indenne da polemiche da parte del territorio cesenate, che ha, comunque, permesso alla sua Fiera “madre” di prosperare. Come è stato possibile?
“Il Macfrut era divenuto ormai un punto di incontro, come tanti, tra operatori del settore – esordisce Renzo Piraccini, presidente della fiera cesenate – da tempo aveva perso mordente internazionale. Per questo una delle condizioni indispensabili per la sua espansione era lo spostamento in spazi più adeguati, spazi che il quartiere fieristico di Cesena non riusciva più a garantire. Già dalla prima edizione tenuta a Rimini, abbiamo aumentato la superficie espositiva del 50 per cento, con numeri in ulteriore crescita nelle successive edizioni, che hanno visto l’apertura di altri padiglioni”.
Anche se si svolge a Rimini, il Macfrut è tuttora organizzato dalla Fiera di Cesena, che sembra ben intenzionata a non mollare la sua gallina dalle uova d’oro. L’evento, infatti, concorre per oltre l’80 per cento al bilancio della società fieristica cesenate. E i numeri macinati nei padiglioni riminesi sono da record: il fatturato è cresciuto del 30 per cento nel primo anno del nuovo corso, per superare poi i 4 milioni di euro al termine della 34esima edizione (chiusa il 12 maggio scorso).
Una fiera che sfiorato i 40mila visitatori, numero quasi doppio rispetto a quello segnato nel 2014, anno dell’ultima edizione cesenate: “Cosa ancora più importante – aggiunge Piraccini – abbiamo aumentato dell’8 per cento il margine lordo, incrementato di un ulteriore 6 per cento il fatturato della manifestazione, visto gli espositori diretti crescere da 845 a 978”.
Risultati ottenuti grazie anche al duro lavoro sul fronte dell’internazionalizzazione: “Abbiamo stretto una partnership con la Fiera di Madrid – spiega il presidente Piraccini – lavorando su “Mac Fruit attraction”, un nuovo marchio mondiale che ha l’obiettivo di sviluppare eventi professionali in mercati strategici. Dopo due edizioni al Cairo, siamo pronti allo sbarco a Shangai a fine novembre, mentre il prossimo anno ci rivolgeremo al Sud America”.
In questo modo Cesena Fiera è riuscita a respingere la concorrenza di Bologna e Milano, intenzionate a scippare gli espositori del Macfrut alla Romagna. Ed il successo ha avuto immediate ricadute sul territorio cesenate: “Sulla struttura fieristica di Pievesestina – rileva Piraccini – abbiamo completato lavori di ristrutturazione per 3,75 milioni di euro, con importanti miglioramenti estetici e funzionali del complesso. Che ha subito attratto nuovi appuntamenti, tanto che da ottobre 2016 al maggio 2017 abbiamo ospitato 45 eventi contro i 33 dell’intero anno 2015. Mentre altri bollono in pentola: una fiera sul vintage, una sull’arte contemporanea ed una sul Natale. Ad oggi, per struttura e posizione, siamo una delle più belle piccole fiere italiane”.
Nell’area fieristica, da ultimo, un padiglione è stato destinato ad ospitare la “Città del gusto della Romagna” gestita dal Gambero Rosso (titolare di un contratto da 6 anni, rinnovabili), attiva tutto l’anno con propri eventi e scuole di cucina.
Michelangelo Bucci