Rimini capitale della cultura 2024: il percorso verso la candidatura inizia simbolicamente mercoledì 17 febbraio dal Teatro Galli. Alla conferenza stampa (appuntamento riservato ai soli organi di informazione, alle ore 12) prenderanno parte il sindaco Andrea Gnassi, il Vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi, l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia, l’assessore alla cultura della Regione Emilia Romagna Mauro Felicori, la vicepresidente della Provincia di Rimini Alice Parma, e il giornalista caporedattore del Tgr Rai Giorgio Tonelli, riminese, il primo a lanciare l’iniziativa di Rimini capitale della cultura 2024. Interverranno anche due rappresentanti dei Sigismondo d’oro riminesi: Piero Meldini (Sigismondo d’oro 2005, che interverrà con un contributo video) e uno dei tanti volontari dell’Associazione Mare di Libri (Sigismondo d’oro 2016). Niente incontro pubblico, così come originariamente previsto e comunicato: rimandato ad un altro momento, quando le condizioni lo permetteranno con maggiore sicurezza.
Il riconoscimento del Tempio Malatestiano patrimonio dell’Unesco e la candidatura di Rimini quale capitale della Cultura per il 2024: sono questi i due percorsi sfidanti che il Comune di Rimini ha deciso di intraprendere, proponendosi come polo storico, artistico, culturale di rilevanza nazionale e internazionale. Se per il primo obiettivo l’Amministrazione sta già lavorando alla costituzione di un comitato scientifico per la candidatura, per il riconoscimento di capitale italiana della cultura è indispensabile prima di tutto una mobilitazione generale, morale, civile, culturale di tutta la città. Per iniziare ufficialmente questo impegnativo e appassionante percorso e sancire l’inizio dei lavori è stato organizzato un momento emblematico in programma mercoledì 17 febbraio da uno dei luoghi simbolo della cultura e della rinascita, il Teatro Galli. L’appuntamento sarà trasmesso in streaming.
Un primo passo di un percorso che porterà prima di tutto alla definizione di un comitato promotore a sostegno della candidatura, che si relazionerà anche con Parma e Ravenna, i due capoluoghi della nostra regione insigniti del titolo (Parma 2021, Ravenna 2015 quale città finalista nella competizione per la Capitale Europea della Cultura 2019). Un confronto con le vicine esperienze che sarà utile per definire le azioni da portare a termine e per comporre il dossier necessario a presentare la candidatura, che dovrà contenere un programma di iniziative e progetti per il 2024 mirate a valorizzare il patrimonio storico artistico e culturale e promuovere la città in Italia e nel mondo.
“Per sostenere la candidatura di Rimini capitale della cultura serve una poderosa spinta solidale che sappia ricreare l’orgoglio di una città unita nei suoi valori fondanti, nella sua storia millenaria come nella sua modernità. – commenta l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia – Mercoledì 17 febbraio si apre dunque simbolicamente un cammino che non sarà in solitaria, ma che sarà vincente solo se saprà coinvolgere e includere tutte le molteplici voci del nostro territorio. Rimini ha una qualità che pochi hanno: quello di saper fare leva sulle proprie risorse identitarie per costruire una nuova storia, dove il passato e il futuro, la tradizione e l’innovazione, la dimensione immateriale e i nuovi luoghi fisici della cultura, dialogano. Un percorso tuttora aperto, visibile a tutti e destinato ad andare avanti anche grazie agli stimoli che nasceranno da questa candidatura”.
Come funziona la candidatura a città della cultura? Un Bando Ministeriale stabilisce il termine entro cui le città che intendono candidarsi al titolo devono presentare una manifestazione scritta di interesse. Con lo stesso bando sono fissate le linee guida per il conferimento del titolo. Dopo aver presentato la manifestazione di interesse, scatta la seconda fase che richiede la presentazione da parte della città candidata di un ‘dossier’ che sarà poi valutato da una giura, che selezionerà i dieci migliori progetti. Le città che compongono questa short list saranno chiamate a presentare i loro dossier in audizioni pubbliche, al termine delle quali la giuria indicherà al Ministro il progetto di candidatura più idoneo alla designazione di “Capitale italiana della cultura”. Il titolo sarà poi attribuito da parte del Consiglio dei Ministri. (r.c.)