Definire in modo sintetico una realtà complessa qual è la nostra società contemporanea, sotto il profilo culturale, risulta piuttosto rischioso (…).
In questa riflessione non vorrei attardarmi su analisi e diagnosi circa mali e piaghe dell’università. Non pretendo neanche di offrire delle “ricette” miracolose. Vorrei piuttosto proporre dei pensieri che potrebbero aiutare a progettare insieme alcune strade praticabili per uscire da una situazione che appare bloccata e muovere qualche passo in avanti, verso un futuro meno incerto, più positivo e fecondo.
1. Premetto alcune considerazioni di carattere generale. Dal dibattito in corso sulla università italiana emerge la convinzione diffusa che nel nostro Paese si è perso il senso alto di una formazione culturale, professionale e umana che tradizionalmente veniva riconosciuta all’esperienza universitaria. Senza idealizzare il passato, non si può fare a meno di riconoscere che per tanti docenti, come pure per tanti studenti in passato, il percorso di formazione universitaria era rappresentato da una vera e propria appartenenza ad una comunità accademica dove si aveva la consapevolezza del valore della proposta formativa che veniva vissuta in università.
Nella tradizione culturale del nostro Paese l’ambito universitario è stato spesso un contesto di dialogo vivace, ma per lo più corretto e rispettoso tra le varie posizioni in campo: soprattutto tra il mondo cattolico ed il mondo cosiddetto laico. L’università ha rappresentato spesso un ponte ed un fecondo punto d’incontro, riconoscendo ad ognuno degli interlocutori grande serietà e una forte passione nell’impegno dello studio e della ricerca.
Nei nostri giorni, invece, (…) molti studenti vivono l’esperienza universitaria in modo funzionale, badando prevalentemente ad accumulare crediti ed esami. I docenti, poco riconosciuti nel loro ruolo sociale, devono barcamenarsi tra mille istanze, non ultima la preoccupazione della possibilità di conferma del loro ruolo di docenza, basato su una logica molto competitiva.
Vorrei inoltre richiamare alla memoria la notevole tradizione di dialogo culturale nell’università italiana (…). Tornano alla mente i politici che hanno fatto la storia dell’Italia democratica: essi provenivano e hanno vissuto intensamente la realtà dell’università. Penso ai vari Fanfani, Moro, La Pira, ma anche Lazzati, Dossetti, Bobbio, Bachelet e molti altri, sempre attenti alla formazione e al dialogo con le giovani generazioni. Se oggi alla politica manca questa dimensione, non è questa una ragione in più per promuoverla all’interno dei nostri atenei?
2. Per quanto riguarda la nostra situazione locale, dopo più di 15 anni dalla nascita del polo universitario, a fronte di un progressivo aumento di studenti che si iscrivono ai corsi di Laurea o alle Lauree magistrali, non sembrano sostanzialmente risolte alcune difficoltà rilevate anche in passato.
La questione più rilevante attiene al rapporto tra Università e Città. Di fatto, nonostante i proclami e le dichiarazioni di intenti, le due realtà vivono due universi paralleli che si incrociano prevalentemente in una prospettiva funzionale o utilitaristica.
Senza dimenticare quanto le istituzioni locali – civili, economiche, culturali ed ecclesiali – hanno lodevolmente fatto per “aprire” l’Università, oggi (…) l’Università non viene interpretata e vissuta dalla nostra Città come preziosa risorsa di crescita culturale ed educativa che potrebbe fare di Rimini un centro internazionale di ricerca e di studio, ad esempio, sull’economia del turismo e dell’arte, e in quanto tale una realtà su cui investire fortemente per il suo futuro. Da parte della nostra Università, d’altro canto, sembra persistere una certa difficoltà nell’interfacciare ed interessare la realtà culturale, sociale, economica e politica riminese, costituendo piuttosto raramente – almeno nella coscienza diffusa – una realtà interessante e propositiva sul piano culturale, educativo e formativo in genere. (…)
Viene da chiedersi: perché i giovani si iscrivono a Rimini? Cosa cercano e cosa trovano nella nostra Città che li porta a sceglierla come luogo per la loro formazione universitaria? Dal contatto diretto con tanti studenti, sembra (…) prevalga piuttosto l’immagine mediatica che riconosce a questa città il titolo di capitale del turismo, e di “divertimentificio” (…) nell’opinione pubblica nazionale e internazionale.
Non possiamo non porci la questione educativa di fronte a queste migliaia di giovani che arrivano nella nostra città. (…) Possiamo costruire insieme un progetto educativo alto, aperto e condivisibile?
Una condizione essenziale perché l’Università divenga interlocutrice autorevole con la realtà riminese è che si consolidi la presenza dei docenti nella nostra realtà. Non si può sperare che questo avvenga se la maggior parte dei docenti vivono la loro presenza a Rimini in modo fugace e senza abitare la città. Potremmo dire che l’Università deve maggiormente “prendere casa” a Rimini e non considerarla prevalentemente come un luogo di lavoro. (…)
3. Come è stato più volte riconosciuto nel corso di questi diciassette anni dalla nascita del polo universitario riminese, la nostra comunità ecclesiale ha sempre prestato grande attenzione alla presenza dell’Università a Rimini, riconoscendo il suo valore oggettivo e il suo notevole “potenziale” in vista di uno sviluppo culturale, formativo, sociale ed economico della nostra Città. In questo spirito che ci ha visto più volte come protagonisti, desidero porre alla cortese attenzione delle diverse componenti accademiche, politiche ed ecclesiali alcune domande e qualche proposta (…).
Alla Città oso chiedere di prendere consapevolezza dell’importanza che riveste la presenza dell’Università a Rimini, non considerandola prevalentemente come una possibilità di guadagno e di speculazione a breve termine, ma come una realtà portatrice di valori e fondamentale per la sua crescita futura nel medio/lungo termine.
La nostra è la città dell’ospitalità e dell’accoglienza. Pertanto anche verso la sua università deve farsi più accogliente, nei confronti degli studenti sia italiani che stranieri, non facendoli sentire degli estranei, ma piuttosto dei benvenuti che vengono accolti con uno stile famigliare. (…)
La nostra è la Città del turismo: pertanto occorre insistere sulla necessità di una collaborazione continuata fra Università e operatori turistici. (…) E’ indispensabile formare figure professionali che poi possano facilmente inserirsi nel mondo del lavoro direttamente a Rimini, rispondendo efficacemente alle esigenze del territorio.
Alle Autorità cittadine dobbiamo chiedere di stigmatizzare quei comportamenti immorali e illegali che nascono dalla cultura della speculazione, dell’evasione fiscale e del guadagno disonesto: mi riferisco in particolare al problema della gestione degli alloggi dati in locazione agli studenti (…). Domando pure di investire in modo più progettuale ed efficace nella creazione di servizi alla persona e allo studente, per rendere più agevole e gradevole la vita universitaria a Rimini. Presento inoltre l’esigenza di sostenere presso l’università di Bologna le istanze di crescita della sede riminese, garantendole un percorso di sviluppo ampio e fecondo. (…)
All’Università offro la collaborazione della nostra Chiesa e domando di “prendere casa” stabilmente nella nostra città e nella nostra realtà; di diventare sempre di più interlocutore profondo e stimolante della realtà culturale, formativa, sociale, economica e politica presente a Rimini; di porsi come soggetto educativo accanto ad altri, presenti sul territorio, facendosi carico dell’istanza educativa della persona e non solo dell’offerta di corsi e titoli di studio, crediti ed esami; di diventare una vera “comunità accademica” dove, nonostante le difficoltà, si propone sia a studenti che docenti di vivere con serietà ed impegno lo studio e la ricerca, proponendo una spiritualità dello studio, un gusto e una predisposizione per il lavoro intellettuale inteso in senso alto, per la ricerca e la costruzione di nuovo sapere umanistico e scientifico; di essere luogo di relazioni autentiche (…).
5. A tal fine, la nostra Chiesa riminese si impegnerà a continuare e a rafforzare ancora di più l’impegno profuso per l’accoglienza e la valorizzazione dell’Università a Rimini; ad adoperarsi affinché le varie realtà ecclesiali che operano all’interno dell’Università possano diventare dei modelli di riferimento ispiratori al fine di costituire anche in Università delle comunità accademiche formative; (…) a farsi a sua volta interlocutrice della realtà universitaria e civile per promuovere e portare all’attenzione pubblica le questioni di carattere educativo, formativo e culturale; a continuare l’impegno già indicato nei documenti ecclesiali sul problema della casa a Rimini, nel richiamare il rispetto delle persone, della legalità e della giustizia.
In particolare: riguardo alle collaborazioni sul piano accademico, indichiamo l’ISSR – Marvelli come interlocutore privilegiato con la realtà dell’Università; auspichiamo che possano essere riattivate quelle esperienze di sinergia che sono risultate così significative nel recente passato (…).
Sentiamo di doverci spendere maggiormente affinché si crei a Rimini una comunità docente significativa. A tal fine chiediamo all’ISSR e al CUD di elaborare in tempi brevi alcune proposte significative che possano essere punto di riferimento per i docenti di queste due realtà universitarie presenti in città.
Riguardo alla questione educativa desideriamo portare l’attenzione sulla realtà costituita dagli studentati universitari già presenti a Rimini, in particolare al Residence S. Chiara che proprio negli ultimi mesi ha elaborato e varato un interessante progetto formativo sotto la supervisione del prof. Pier Paolo Triani, pedagogista dell’Università Cattolica di Piacenza. Ci sembra che possa essere un modello interessante che potrebbe ispirare anche altri interventi, quali per esempio quelli legati alla prossima apertura di uno studentato universitario nell’ex Palace Hotel.
Riguardo al problema della gestione degli affitti, (…) vorremmo richiamare l’esperienza della Cooperativa sociale Diapason la quale (…) offre la possibilità di gestire la locazione di alloggi a favore degli studenti per conto di soggetti privati. contribuendo anche a far crescere un’attenzione educativa. Questa esperienza merita di essere apprezzata e concretamente sostenuta (…).
Ringrazio per la cortese attenzione e rinnovo l’augurio di un crescente, positivo ed efficace sviluppo della nostra Università.
+Francesco Lambiasi