Da Torre Pedrera al cuore della City. Un viaggio curioso, alla ricerca della grande città, che lo chef riminese Riccardo Giacomini ha intrapreso ormai 12 anni fa. Oggi, alla soglia dei 40, Riccardo è uno dei cuochi italiani più apprezzati di Londra, e quest’anno ha ricevuto, per la terza volta, una targa dallo Stato italiano per la sua grande capacità di far conoscere la cucina e i prodotti del Bel Paese nel mondo.
Ma andiamo con ordine.
La storia di Riccardo inizia a Torre Pedrera.
“Sarà che sono nato lì – racconta – ma ho sempre sognato di lavorare nelle grandi città. Per 11 anni ho fatto esperienza al Grand Hotel di Rimini e in altri hotel e alberghi romagnoli e italiani, quasi sempre stagionalmente. Poi, dopo la scomparsa del commendator Arpesella le cose al Grand Hotel sono cambiate, e ho deciso di cambiare aria anche io. Per anni ho sognato Milano, ma poi, dopo un viaggio a Londra durante il periodo della scuola, ho capito che quella era la città giusta per me”.
Così nel 1999 Riccardo parte, lascia la riviera Adriatica per quella del Tamigi. L’esperienza doveva durare un paio di mesi, giusto il tempo perché si liberasse un ristorante in zona via Marecchiese, a Rimini. Ma come spesso accade, gli eventi prendono il sopravvento. Gli accordi con il venditore si allungano e non si concludono, mentre la vita londinese si fa sempre più intrigante e ricca di soddisfazioni. La partenza viene rimandata in continuazione. Prima di qualche mese, poi dopo la stagione estiva, di un anno, e poi più nulla. Riccardo rimane a Londra.
“Ho iniziato a lavorare al ristorante Grano – continua – di proprietà di un gruppo di quattro italiani che gestiva sia quello sia il Tentazioni. Negli anni la società ha cambiato composizione più volte. Qualche socio se ne andava, e io acquistavo azioni”.
Finché, nel 2005, Riccardo rimane l’unico proprietario del Tentazioni. E non solo.
“Le cose andavano, e vanno, davvero bene. Siamo su tutte le principali guide americane tra i migliori ristoranti di cucina italiana moderna a Londra. Abbiamo ottenuto per tre volte un riconoscimento dall’Italia: due dal Presidente della Repubblica e quest’anno dal Ministero delle Politiche Agricole. Negli anni al ristorante si sono affiancate altre attività. Ho una bottega in cui vendo prodotti italiani che preparo o faccio arrivare direttamente dall’Italia, e anche un negozio online”.
Un ristorante amato dagli inglesi e dagli stranieri in visita a Londra, uno staff di 18 persone, tra cucina e sala, tutto italiano, un negozio online, un filo diretto con l’Italia per produrre e importare pasta e prodotti tipici di prima qualità. Un successo che ha portato Riccardo ad essere un vero personaggio del mondo gastronomico d’Oltremanica, ma che ha, come prezzo da pagare, una mole di lavoro non indifferente.
“Le ultime vacanze che ricordo risalgono al 2005. Cerco di tornare in Italia, o meglio a Torre Pedrera, tutti gli anni, ma è raro che ci stia più di un paio di giorni. In compenso chiamo i miei genitori anche due volte nel giro di 24 ore, e nello studio ho le foto della mia città e una frase di Arpesella che ho sempre avuto nel cuore: quanto è bella Rimini baciata dai primi raggi del sole. Per quanto riguarda la cucina e ristorante, ho sempre cercato di muovermi lungo direttive ben precise: qualità e innovazione. I gusti della cucina italiana sono cambiati molto negli anni. Come prima cosa ho eliminato tutti i piatti da turista: spaghetti al pomodoro, lasagne alla bolognese, concentrandomi invece su una cucina che sapesse raccontare il territorio ma anche affascinare, conquistare uno straniero che ha un palato diverso dal nostro. In Italia esistono prodotti eccellenti, che spesso sono sconosciuti anche agli stessi italiani, mentre qui, da ormai parecchio tempo, si trovano anche nei supermercati. L’olio extravergine d’oliva, ad esempio, ma anche la pasta sono ormai alla portata del londinese. Ma ci sono anche grandi sorprese, come il foie gras di Mortara (in provincia di Pavia ndr) o l’olio extravergine d’oliva fruttato sardo”.
E prodotti riminesi?
“Quelli non mancano mai. Ho un filo diretto con la mia città. Nel ristorante ho i vini di San Patrignano, il formaggio di fossa e ovviamente la piada e i cassoni, oltre ad un formaggio misto pecora locale, molto buono, marinato nel ginepro e nel balsamico”.
Stefano Rossini