Sabato 2 febbraio, come ogni anno, nella festa della Presentazione del Signore al Tempio, si celebra la Giornata mondiale della vita consacrata, in cui siamo invitati a pregare e a riflettere sul grande dono di questa vocazione alla Chiesa e all’umanità. Ospitiamo una riflessione di padre Fernando Taccone, passionista, segretario diocesano CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori).
La vita consacrata è vita di Chiesa. È realtà che riguarda tutta la Chiesa e quindi tutti noi. Se amiamo la Chiesa e vogliamo vivere la sua dimensione di comunione, dobbiamo imparare a conoscere e ad amare i fratelli e le sorelle che vivono la vita consacrata, perché solo nella conoscenza e dall’amore può nascere l’esperienza di comunione.
Lo scambio dei doni tra le vocazioni e i carismi è sempre stato presente nelle nostre comunità ecclesiali.
Abbiamo sempre avuto vicine tante suore negli asili con i nostri bambini, nelle case di cura e negli ospedali con i nostri anziani ed ammalati, nelle nostre chiese per la catechesi e il servizio liturgico.
Abbiamo appreso a pregare dai monaci frequentando i loro luoghi di preghiera.
Abbiamo visto i religiosi, sacerdoti e fratelli, giocare negli oratori, insegnare nelle scuole, lavoare nelle parrocchie, dedicarsi a soccorrere le più tragiche miserie nelle periferie delle nostre città, fare le missioni al popolo.
Ammiriamo i missionari che partono dalle nostre diocesi per i territori dove la Chiesa deve ancora essere piantata.
Le religiose in Italia oggi sono circa 70 mila, presenti in circa 550 istituti diversi, cui fanno riferimento 15 mila comunità sparse sul territorio. I religiosi, sacerdoti e fratelli, sono 18.444, con 2.414 comunità.
Se dall’oggi della Chiesa passiamo alla sua storia passata, quanto significativa e decisiva appare la presenza carismatica dei consacrati nonostante l’esiguità del loro numero.
Illuminano la santità della Chiesa – Seguendo il nostro calendario liturgico, quante volte abbiamo l’opportunità di celebrare i santi e sante che provengono da istituti religiosi! Gli iniziatori delle diverse spiritualità sono in genere fondatori e fondatrici di grandi famiglie religiose come Agostino, Benedetto, Domenico, Francesco d’Assisi, Ignazio di Loyola, Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo, Teresa d’Avila, Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, Elisabetta Renzi….
Nei suoi santi, la vita consacrata è stata specchio di quella tensione alla santità a cui tutti i cristiani sono chiamati. Tanti laici, uomini e donne, trovano in loro ispirazione e coraggio.
>La vita consacrata
nella Diocesi di Rimini
La Diocesi riminese ha certamente una grande fortuna per aver la presenza di 8 istituti maschili, con 11 comunità, 6 parrocchie, 17 missionari all’estero, 52 religiosi in diocesi.
Gli istitti femminili hanno 2 monasteri con 14 monache; 16 istituti con 44 comunità; 37 missionarie all’estero; 410 religiose in diocesi.
Le chiese dei religiosi sono un punto di riferimento per le confessioni e la direzione spirituale, come anche per iniziative di catechesi e di spiritualità. Altre presenze hanno una grande rilevanza religioso-pedagogica come la scuola delle Maestre Pie dell’Addolorata e religioso-sanitario e il convitto universitario come le Suore di Maria Bambina. Da ricordare le scuole materne ed elementari e le opere assistenziali con le case di riposo.