“Accademia delle Arti”, un progetto per avviare un dialogo con i più piccoli, avvicinarli al linguaggio cinematografico e presentargli il maestro Fellini
Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima”. Il regista riminese Otello Cenci sembra aver preso alla lettera le parole di un suo collega (Ingmar Bergman) e ha tentato di far avvicinare bambini e ragazzi al linguaggio cinematografico, alla figura del grande Federico Fellini, in circa 12 appuntamenti con 30 professionisti del settore. Obiettivo: riuscire a trasporre sul rullino le proprie emozioni, per conoscersi a fondo.
Il progetto è curato da Made Officina Creativa, finanziato dal MIUR e dal MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) in collaborazione con il Museo Fellini di Rimini. Undici le classi scolastiche coinvolte, per un totale di 234 studenti, provenienti dalle scuole di Fondazione Karis: Scuole Elementari Il Cammino di Bellariva; Scuole Elementari Il Cammino di San Giuliano; Scuola Elementare Redemptoris Mater di Riccione e la scuola La Nave – Tonino Setola Coop.
Sociale Onlus di Forlì. Il laboratorio ha seguito i passi delle antiche botteghe artigiane ed ogni classe ha potuto realizzare un cortometraggio di 2/3 minuti che ha visto gli studenti stessi come protagonisti, attori, sceneggiatori e registi.
La miccia per la realizzazione di Accademia delle Arti si è accesa grazie alla visione del film del 1954
La Strada di Federico Fellini, il quale con maestria e semplicità articola poesia e realtà ed è in grado di mostrare il bisogno di ciascun umano di essere amato e compreso. “ Ammetto che abbiamo forse posto un po’ troppo in alto l’asticella, sottoponendo un film in bianco e nero all’attenzione di ragazzi così giovani, ma siamo stati ricompensati da grande entusiasmo e coinvolgimento da parte loro” commenta il regista Cenci.
L’essenza del film, punto nevralgico anche del progetto, la si può riscontrare nelle parole del personaggio Il Matto: “ Non ci crederai, ma tutto quello che c’è a questo mondo serve a qualcosa. Ecco, prendi questo sassolino, per esempio. Anche questo serve a qualcosa. E a cosa serve? È Dio che sa tutto: quando nasci, quando muori. E chi lo sa? No, non so a cosa serva questo sassolino,
ma a qualcosa deve servire. Deve esistere per qualcosa. Perché se questo è inutile, allora è inutile tutto: anche le stelle.
E anche tu servi a qualcosa, con la tua testa di carciofo”. Tutti, soprattutto i bambini, dovrebbero dunque capire che la loro vita, il loro futuro è qualcosa di speciale. Solo con la piena consapevolezza di ciò che si è, di ciò che si prova, si potrà effettivamente apprendere questa lezione di saggezza. E perché non farlo attraverso il cinema?
“La realtà è trasparente di altro”.
“Abbiamo preso in prestito queste parole dal maestro Fellini, per mettere in piedi questo laboratorio di alfabetizzazione all’arte cinematografica.
L’intento cardine del progetto è stato quello di utilizzare quest’ultima come strumento per permettere ai ragazzi di conoscere più approfonditamente loro stessi. Un altro obiettivo che abbiamo pienamente raggiunto è stato quello di avvicinare alla figura del gigante del cinema, patrimonio così prezioso del nostro territorio, le nuove generazioni.
– chiarisce il regista – Con questo percorso portato avanti sin dall’inizio dell’anno scolastico e realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola, sul set siamo andati alla scoperta dei sogni, delle paure e desideri dei piccoli protagonisti del progetto e li abbiamo raccontati attraverso diversi generi: dal drammatico al comico, l’horror e anche il documentario. Ogni classe ha poi assistito e collaborato alla realizzazione dei propri cortometraggi a partire dalla sceneggiatura, fino alla produzione vera e propria e al montaggio”. Il 26 maggio è la data da segnare sul calendario per parenti e amici dei giovani registi: il loro lavoro verrà proiettato nelle sale del Cinema Fulgor, a Rimini.