Nel 2021, i calcoli dell’Istituto Tagliacarne, ci hanno detto che in provincia di Rimini è stato prodotto un valore aggiunto (corrisponde alla ricchezza creata) per abitante di 27.000 euro, a Ravenna di 29.000, a Forlì-Cesena di 30.000.
Questo in Romagna. Ma quando si passa in Emilia le cifre del valore aggiunto pro capite salgono a 37.000 a Bologna, il massimo regionale, quindi 35.000 a Parma, 34.000 a Modena e 33.000 a Reggio Emilia.
L’ultima provincia in regione è Ferrara, con 24.000 euro. Tradotto in diªerenza percentuale, vuol dire che a Bologna, il valore aggiunto per residente, è maggiore, rispetto a quello di Rimini, del 37%, a Parma del 30%, a Modena e Reggio Emilia del 25%. Su scala nazionale, Rimini occupa, in questa graduatoria, la 40ª posizione, e tutte le altre province regionali, eccetto Ferrara, stanno sopra. Nel 2018, quando il Covid ancora non c’era, le diªerenze erano grosso modo le stesse. Quindi è da escludere che la pandemia sia all’origine di questa forbice. Ora, non ci vuole molto ad immaginare che se la torta è più piccola, a ciascuno ne spetterà una fetta minore. È quello che risulta, questa volta dal punto di vista delle dichiarazioni dei redditi 2021, per l’anno d’imposta 2020. I dati delle dichiarazioni che seguono si riferiscono ai comuni capoluogo, ma la sostanza non cambia, essendo i più rappresentativi in tutte le province. La dichiarazione imponibile (reddito complessivo al netto delle deduzioni) media Irpef di un contribuente nel comune di Rimini di 18.000 euro, sale a 21.000 a Forlì e Ravenna, a 25.000 a Bologna, Modena e Parma, 23.000 Piacenza e Reggio Emilia, e nanco Ferrara sorpassa, con 22.000 euro, il nostro capoluogo. Per restare in provincia di Rimini, il ventaglio delle dichiarazioni Irpef, spazia da 13.000 euro di Casteldelci, il comune più piccolo, a 18.000 di Rimini.