IL PERSONAGGIO. Davide Turci, da tifoso del Basket Rimini a direttore sportivo. “Tutto è ripartito da un gruppo Facebook e guardate dove siamo arrivati”
È uno di quelli della prima ora di Rbr. C’è la sua firma indelebile (insieme a quelle di Paolo Carasso e Moreno Maresi) nella nascita e nella straordinaria cavalcata che ha portato Rinascita Basket Rimini dalla C alla serie A2 in appena quattro anni.
Davide Turci, riminesissimo, 48 anni festeggiati da poco (a sx nella foto ©Alfio Sgroi),
è nato e cresciuto a pane e basket. Tifoso di Rimini da sempre, anche adesso che veste i panni da Direttore Sportivo (premiato nel 2022 come miglior dirigente della A2) al ‘Flaminio’ occupa sempre lo stesso posto, ai piedi della Curva, appoggiato spesso alle transenne, tutto intento ad osservare i ‘suoi’ ragazzi in canotta biancorossa. Tra i suoi maggiori vanti, c’è quello di aver creato la squadra Ariminum, indimenticata protagonista delle minors riminesi.
Nove vittorie nelle ultime 11 partite. Tutte belle e importanti. Ma il finale imperioso col quale Rbr ha catturato lo scalpo di Cantù, considerata una delle formazioni più accreditate per il salto di categoria, a -8 a 1”50 dalla sirena, è stata un’impresa.
“Onestamente non me l’aspettavo. La speranza c’è sempre, ma ero consapevole delle difficoltà della partita. Poi è successo quello che solo nel basket può succedere, grazie anche alla mentalità trasmessa alla squadra da coach Dell’Agnello e da alcune giocate da campioni dei nostri ragazzi.
Un’impresa vera e propria che resterà nella storia di Rbr”.
Quali secondo te le armi vincenti dell’impresa?
“Scontato dire le prodezze balistiche di Tomassini e Marks e la stoppata finale di Justin, ma questa impresa è stata costruita in allenamento dove proviamo sempre partitelle con finali punto a punto senza dare nulla per scontato. La mentalità la costruisci durante la settimana e poi la fiducia che hai nei tuoi mezzi ti aiuta ad ottenere certi risultati”.
Guardando i risultati della fase ad orologio, sembra davvero che il girone Rosso sia più competitivo del Verde.
“Sì, i risultati dicono questo ma è anche vero che come tutti gli anni, da qui alla fine, ci saranno risultati a sorpresa e potrà succedere di tutto, a prescindere dai valori ipotetici dei due gironi”.
Rimini a 18 punti ha agganciato Piacenza e Cento. Nardò è indietro di 2 lunghezze, Cividale resta una scheggia impazzita. Playoff nel mirino?
“Mancano due giornate e ci sarà da lottare e soffrire fino alla fine. Dobbiamo ricordare il percorso ed essere consapevoli che stiamo tenendo un ritmo da prime della classe. La cosa più importante è mantenere la categoria e speriamo di farlo conquistando i play-off altrimenti dovremo essere pronti anche ad ottenerla passando dai play-out. Insieme, tutti uniti: squadra, tifosi e città…
Rimini deve stare in serie A2”.
Riavvolgiamo il nastro. Rbr regina del mercato, ma in campionato inizialmente tante sconfitte e solo due vittorie.
“I risultati iniziali logicamente non erano quelli attesi anche se il livello del campionato è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo faticato da subito, dal pre campionato e nelle prime giornate eravamo ancora ‘non pronti’.
In estate abbiamo cercato di mettere più qualità ed esperienza, oggi con il senno di poi la stessa squadra che inizialmente faticava sta viaggiando alla grande. Quindi in tutte le valutazioni ci vuole equilibrio e come sempre i conti si faranno a fine stagione”.
Il maggior pregio di Dell’Agnello?
“Ha semplificato, mettendo i giocatori nelle condizioni di rendere per le loro caratteristiche, infondendo a tutti grande fiducia”.
Qualcuno l’ha definito un normalizzatore. Di certo, con lui in panca Rimini ha ripreso a vincere. Ma anche in campo sembra una squadra diversa.
Difende pure a zona…
“I meriti di Sandro sono evidenti. Con gli stessi giocatori sta ottenendo risultati importanti plasmando una squadra con le sue idee. Ha grande esperienza e riesce ad avere un ottimo rapporto con tutti i ragazzi. Questo si nota anche da fuori e da tanti piccoli gesti… Dettagli che fanno la differenza”.
Davide, ti reputi sempre un tifoso. La partita indimenticabile del Basket Rimini?
“Mai sceso da quella Curva.
Ricordo con piacere la partita in casa contro Reggio Calabria (con Fetissov) e la finale con due Curve cantanti contro Burghi Modena”.
Nel giugno 2022 hai ricevuto il premio quale Dirigente dell’anno. Bruciando le tappe.
“Ha fatto piacere ricevere il premio certo, ma il miracolo vero è stato fatto con i ragazzi di Rivogliamo il Basket Rimini.
Se oggi siamo qui nessuno si deve dimenticare da dove siamo partiti e grazie a quella protesta diventata proposta oggi tutta Rimini sogna e soffre per questa squadra e questi colori. Non devo ricordare io il percorso, ma le tappe sono state bruciate insieme grazie ai nostri tifosi e a una base societaria solida e credibile”.
Rbr continua a crescere, in sponsor, considerazione, movimento. Dove volete arrivare, qual è il prossimo passo?
“I nostri sponsor e soci sono prima di tutto tifosi e a tutti loro va un enorme grazie!
Continuano a crescere e ad aumentare di pari passo con la passione che si respira ogni domenica al ‘Flaminio’. Il prossimo passo dovrà essere la gestione del palazzetto, necessaria per continuare un percorso di crescita e per programmare al meglio il futuro”.
Rimini è tra le società con il maggior seguito di pubblico (2.927 spettatori, quinta in A2 per media presenze). Nemmeno le sconfitte in serie han raffreddato l’entusiasmo sugli spalti. Qual è il segreto?
“Aver coinvolto tutte le società del territorio
è stata la scelta chiave per portare famiglie e bambini a vedere le partite.
Con tutte le società coinvolte nel progetto Rbr abbiamo aumentato i numeri di iscritti, e grazie alle tantissime iniziative del nostro staff comunicazione e marketing capitanato da Simone Campanati il risultato è: effetto Flaminio. Proprio Simone è l’artefice di questo successo: a lui e a tutto il suo staff vanno i più grandi complimenti. Poi c’è il Barrio. Non abbiamo mai avuto una Curva così anche negli anni ‘90. I ragazzi del Barrio hanno creato qualcosa di unico e magico, devono essere bravi a gestire questa loro crescita e noi dobbiamo essere bravi a meritarci il loro sostegno”.
Il tuo colpo di mercato migliore. E quello che avresti voluto ma non si è concretizzato?
“Portare Rivali in serie C dopo che aveva fatto la semifinale in A2, perché dopo di lui e grazie a lui il progetto Rbr è partito alla grande. Avrei voluto non salutare alcuni giocatori che per scelte anche logiche sono dovuti andare via, vi assicuro che in alcuni casi è stato davvero difficile”.
Curiosità: ma con Johnson e Marks riesci a parlare in inglese?
“Inglese non perfetto ma non ho problemi. Poi tramite messaggio mi appoggio alla tecnologia”.
Vi siete tenuto aperto lo slot per intervenire sul mercato.
Ci sono novità?
“Sul mercato siamo sempre vigili ed attenti. Al momento non c’è nulla che fa al caso nostro. Il mercato chiuderà il 5 aprile”.
Insomma Davide, dove arriverà questa Rinascita?
“Rinascita dovrà sempre fare un passo alla volta, cercando in ogni stagione di fare meglio di quella precedente fino a raggiungere un sogno che sappiamo tutti qual è. Ci vuole però equilibrio, pazienza e fortuna… E se le stagioni non partono come previsto, si resta uniti e si combatte (come sta succedendo quest’anno) perché il senso di responsabilità che ognuno della società ha verso questo progetto, questa città e questi tifosi è totale”.