E la scarpa va. Lo testimonia anche il successo ottenuto a Villa Torlonia di San Mauro Pascoli per il convegno Quali prospettive per il distretto calzaturiero del Rubicone organizzato dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena, in collaborazione con il Cercal, scuola internazionale di calzature e l’Unione dei Comuni del Rubicone. Tanti i contributi e le analisi interessanti tra le quali Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: le strategie per un rilancio possibile presentata da Giovanni Foresti del servizio studi e ricerche Intesa Sanpaolo. Quest’ultimo ha poi fornito diversi dati interessanti: fra il 1999 e il 2007 c’è stata nel distretto calzaturiero del Rubicone una crescita delle esportazioni. Russia in primis, con una media annua del 14.2%.
Il 2009 segna invece il crollo delle esportazioni con una perdita di un quarto delle vendite all’estero e la chiusura di 17 imprese in un anno passate dalle 223 del 2008 alle 206 del 2009. Ad uscire dal mercato sono state soprattutto imprese piccole con meno di 5 addetti. Nello stesso anno persero il lavoro 282 addetti nel settore calzaturiero dei quali 149 usciti dalle imprese di grandi dimensioni. Il trend negativo si è protratto sino alla prima metà del 2010: chiuse altre sette attività. Alla fine dello scorso anno i segnali della ripresa. I primi dati del 2011 evidenziano il ritorno alla crescita per il distretto del Rubicone anche se restano alcune criticità. Tutti d’accordo sulla necessità che venga conservata l’integrità della filiera produttiva come il distretto ha fatto fino ad ora, al contrario di altri. In questo modo ne ha guadagnato la garanzia di qualità. L’avanzo commerciale è passato dai 73 milioni del 1999 ai 182 milioni di euro del 2010. Segno che il settore tiene. “I mercati, specialmente asiatico e americano, sono in forte crescita. C’è una interessante schiarita all’orizzonte. Tutto quello che viene fatto è realizzato con le unghie dell’imprenditore e delle maestranze a livello industriale e artigianale. Notiamo che da parte delle istituzioni c’è una scollatura totale sugli obiettivi per aiutare le imprese”. A parlare è <+nero>Giuseppe Zanotti<+testo_band>, stilista. Sulla stessa lunghezza d’onda Gimmi Baldinini, imprenditore, vice presidente nazionale associazione calzaturieri e rappresentante del Micam nel mondo: “Continuo a ribadire e a sostenere che il marchio significa il 50% del successo sul mercato estero. Ho impiegato 30 anni per conquistare la Russia. Il prodotto cinese è finto, mentre il nostro è di alto livello”. Positivo il quadro tratteggiato da Gianvito Rossi, imprenditore: “Adesso non va male per la fascia di alta qualità. Il mercato a livello mondiale è abbastanza buono, anche se di nicchia. Non vedo oggi un momento negativo. Le sfide sono grandi e per questo bisogna essere presenti su tutti i mercati del mondo” e Fabrizio Casadei imprenditore: “n questo primo semestre 2011 c’è una ripresa sul mercato estero, mentre il mercato nazionale ha difficoltà a ripartire. Rispetto alla crisi del 2009 cominciamo a vedere risultati positivi”.
Chi torna sui numeri Giorgio Berardi, presidente della Fait Adriatica che, a caldo, commenta “Sta andando bene. Siamo in crescita. Penso di arrivare nel 2011 a un aumento a due cifre rispetto al 2010. Una ripresa che fino a poche settimane fa non faceva ben sperare. Ora invece cominciamo a fare anche assunzioni di personale”. Della dinamicità di grandi e piccole aziende parla Annalisa Raduano vice presidente della Camera di Commercio di Forlì-Cesena. “La fotografia fatta a San Mauro Pascoli è reale. Abbiamo sostenuto per vent’anni che il punto di forza è la filiera e avevamo visto giusto”, commenta Antonio Franceschini, responsabile nazionale Cna Federmoda, chiudendo il convegno.
Ermanno Pasolini