Il mondo degli affitti è un argomento “caro” (nel vero senso della parola) agli studenti universitari del Polo di Rimini che con i suoi oltre seimila iscritti – dei quali duemila circa fuori sede – non si sottrae alle polemiche che accompagnano la caccia al posto letto in concomitanza con l’avvio del nuovo anno accademico. Bacheche di annunci reali in facoltà e bacheche virtuali di molti siti internet sono prese d’assalto. Ma spesso gli studenti si trovano a dover ridimensionare le proprie aspettative a fronte dei prezzi elevati.
“Non ho trovato prezzi molto abbordabili: mi sono dovuta accontentare di un posto letto in doppia per 240 euro, spese ovviamente escluse” dice Marta, studentessa di Potenza al primo anno di Economia del turismo.
“Quando sono arrivato a Rimini mi sono sentito spaesato, senza punti di riferimento e mi sono dovuto arrangiare – racconta Alessandro di Taranto – mi sono rivolto agli annunci nelle bacheche in università e ho trovato un posto letto in doppia a 230 euro, ma ho visto prezzi molto simili a quelli di una città come Bologna”.
La pensa diversamente Lorenzo Succi, direttore di Uni.Rimini. “A Rimini la situazione è positiva se paragonata a Bologna dove i prezzi in media sono molto più alti. La domanda di alloggi è molto forte nella zona attorno all’università, ma basta uscire un po’ dal centro storico per trovare posti letto a prezzi minori”.
Riguardo alla mancanza di uno studentato “lo stiamo costruendo”, fa notare Succi. “Nel giro di un anno sarà pronto. In 15 anni di storia del Polo abbiamo fatto quello che Bologna non ha fatto in 900 anni”.
I prezzi
Un posto in doppia viaggia sui 240 euro al mese, mentre una singola può arrivare a 350 euro spese escluse nelle zone più “care” come Marina centro. Più ci si allontana dal centro, ad esempio verso via Covignano, più i prezzi scendono: ma quanti studenti sono disposti a spendere meno abitando fuori dalle mura?
“Vivo in una stanza a San Giuliano Mare – dice Cristiano di Vasto – mi muovo in bicicletta. Sono soddisfatto della mia sistemazione, non andrei ad abitare lontano dal centro: i mezzi pubblici qui a Rimini sono scomodi, fanno poche fermate e sono poco frequenti”. Molti la pensano così.
Nessun aumento
Secondo i dati di una recente indagine pubblicata da Tecnocasa e riferita al primo semestre del 2009, rispetto ad altre città italiane, a Rimini e nelle zone limitrofe, non è stato registrato nessun aumento del canone di affitto mensile, diversamente da quanto percepito dagli studenti.
“Ci troviamo di fronte a dei prezzi altissimi rispetto alla qualità del servizio offerto – commenta Sara – è assurdo: in casa mia si è rotta la lavatrice e ho chiamato il proprietario che, scocciato, mi ha risposto che quando l’ha comprata lui, dieci anni fa, andava benissimo”.
Quante difficoltà!
Gli studenti si scontrano ancora con diverse difficoltà: da sostanziosi depositi cauzionali, a contratti “stagionali” da ottobre a maggio, che aumentano di prezzo nel periodo estivo per essere affittati ai turisti.
“Ci sono molti ragazzi come me che studiano e lavorano per essere autonomi economicamente – spiega Santiago – ci danno dei bamboccioni ma non è facile anticipare subito tre mensilità come richiedono molti affittuari. Forse non tutti sanno che la retta universitaria è arrivata a 1.600 euro e che non esiste in facoltà uno sportello per l’aiuto alla casa. Così ho accettato un contratto in nero: spendo meno”.
Anche Alessandro conferma le parole di Santiago. “Mi hanno proposto un contratto stagionale da ottobre a maggio, ma per usufruire del contributo della borsa di studio che l’Er.Go mi ha assegnato, ho bisogno di un contratto annuale”.
Ma sono legali queste forme di contratto stagionale?
“Certo, i contratti di locazione transitoria lo permettono, ed è comprensibile che i proprietari possano trovare più vantaggioso affittare le stanze per uso stagionale estivo. – risponde l’avvocato Eugenio Festa – In una settimana guadagnano quanto in un mese nel resto dell’anno”.
I contratti per studenti
C’è ancora chi lucra sugli studenti. Lo conferma una prova sul campo: ci siamo finti studenti per agganciare alcuni proprietari e su 20 affittuari da noi contattati solo in 5 hanno proposto il contratto “in nero”. È probabilmente il risultato dei così detti “contratti per studenti” sanciti dalla legge 431/98 che prevede sgravi fiscali per gli affittuari se dimostrano che l’inquilino è uno studente regolarmente iscritto. Non solo, il contratto in regola garantisce la possibilità di detrarre le spese dalla denuncia dei redditi di famiglia. Se la città di Rimini – rispetto ad altre città come Milano o Roma – rappresenta un’eccezione positiva, l’altra faccia della medaglia sono i giovani lavoratori, spesso precari, che non rientrano nei canoni di questo contratto agevolato e vengono esclusi dai proprietari che scelgono ovviamente di usufruire degli sgravi fiscali. Da una lettura più approfondita della legge, però, emerge che questi contratti non sono ad uso esclusivo degli studenti universitari ma “rientrano nella tipologia dei contratti di locazione transitoria” precisa l’avvocato Eugenio Festa. “Non possono essere di durata inferiore ad un mese e superiore a diciotto, ma non c’è scritto da nessuna parte che i destinatari siano obbligatoriamente studenti: anche una persona che si trova a Rimini per sei mesi di lavoro rientra nelle specifiche”.
Sotto un profilo sociale la legislazione, che considera la casa un bene primario, è a favore della parte più debole, cioè del conduttore. “La normativa tutela maggiormente il conduttore anche in quelle occasioni in cui il conduttore non paga – continua l’avvocato – una situazione che diventa paradossale per molti affittuari che si trovano a dover aspettare come minimo dieci mesi senza riscuotere l’affitto prima di potersi liberare di un inquilino disonesto”.
L’offerta Acer
Una possibile alternativa la offre l’Acer, l’ente pubblico convenzionato con l’università che gestisce 10 appartamenti, tutti dentro le mura per una disponibilità di 30 posti letto per studenti. “Grazie alla convenzione cerchiamo di proporre un’offerta di appartamenti di qualità a prezzi calmierati – spiega il direttore di Acer, Franco Carboni – 450 euro è il prezzo medio per un bilocale arredato e circa 550 euro per un trilocale con contratto in regola. Da quattro anni, da quando abbiamo attivato la convenzione, abbiamo dato alloggio a circa 100 studenti”.
Un numero molto basso, se si considera il fatto che dai dati dell’università sono circa duemila i fuori sede iscritti al Polo di Rimini e nessuno, tra gli studenti intervistati, è a conoscenza del servizio Acer.
“La nostra difficoltà – continua Carboni – è quella di riuscire ad intercettare gli studenti, probabilmente il periodo di ricerca dei nuovi iscritti (luglio-primi di settembre) è troppo breve, e manca un’informazione adeguata sul servizio che offriamo. Gli universitari sono anche molto esigenti: vogliono tutti una stanza singola, non abbiamo mai trovato qualcuno disponibile a condividere una stanza doppia. Non solo, la vogliono in centro, non hanno intenzione di spostarsi con i mezzi pubblici”.
Come promuovere adeguatamente il servizio Acer e favorire la comunicazione con gli studenti? “Si potrebbero indirizzare gli studenti che ottengono la borsa di studio Er.Go a spendere il contributo per l’affitto all’interno della nostra struttura. Se vengono incentivati enti pubblici come l’Acer, questo può avere un riscontro anche sul mercato privato, favorendone la concorrenza a prezzi calmierati. Manca poi una solida struttura organizzativa in grado di seguire il turnover dei posti letto per intercettare le richieste degli studenti”.
Fenomeno Diapason
Non sembra avere questo tipo di problema la cooperativa Diapason: qui ci sono lunghe liste di attesa. “Garantire le migliori condizioni di crescita formativa e umana ad uno studente è l’idea fondante della Diapason, che offre stanze in affitto con contratti in regola a prezzi contenuti – spiega Matteo Matteoni, presidente della cooperativa – 235 euro per la singola e 210 per una doppia nei 30 appartamenti in centro maschili o femminili. Mensa a prezzi agevolati per gli studenti, e il sostegno di educatori e di un direttore spirituale per portare avanti un progetto formativo”.
Dai dati della Diapason emerge che gli studenti fuori sede provengono principalmente dal Sud, in particolare Puglia e Sicilia. Nell’ultimo anno è cresciuto anche il numero degli stranieri, albanesi, cinesi e dell’Est Europa.
Valentina Ghini