Il tuffo pareva imminente, quando San Leo si è dovuta rivestire in fretta e furia. Per non prendere il raffreddore. Niente piscina, niente bagno, via l’accappatoio rimettiamoci gli abiti estivi normali. Sembrava davvero tutto pronto per un progetto chiaro e limpido quando in dirittura d’arrivo la nuotata non s’è fatta.
L’idea era semplice: Pietracuta vanta un centro sportivo di primo piano: c’è il calcio con San Marino e Junior Valmarecchia, che da solo sbandiera oltre 200 bambini; c’è il tennis, il cui circolo gode di 130 tesserati e una scuola che si è fatta un nome, ci sono i campi. Perché non far diventare quel centro sportivo un parco sportivo vero e proprio, punto d’incontro per amanti delle discipline e per famiglie in cerca di refrigerio estivo. L’Amministrazione l’aveva pensata così: il Comune ci mette il terreno, adiacente al centro sportivo, il privato investe e mantiene l’impianto per 30 o 50 anni, poi ritorna di proprietà pubblica.
Il primo esercizio è stato tormentato. Il bando proposto dai leontini è andato deserto, ma in Comune non erano preoccupati: puntavano ad una trattativa privata. L’assessore ai Lavori Pubblici Pier Sante Guerra aveva due assi nella manica, due ditte che erano interessate al progetto. Quando la piscina sembrava pronta per i primi spruzzi, la doccia gelata: anche i privati si sono ritirati. “L’investimento e il costo di manutenzione sono sembrati alti – ammette un po’ sconsolato Guerra – e così siamo rimasti soli. Ma il Comune da solo non riuscirà mai a portare a termine un’operazione del genere, mica abbiamo gli introiti di una discarica a coprirci le spalle…”. Il riferimento a Sogliano è chiaro: il “piccolo grandemente amato paese di Romagna” è infatti l’ultimo in zona ad essersi dotato di piscina comunale, tra l’altro presa d’assalto quotidianamente. “Con scuola calcio, tennis e pallavolo, siamo convinti di avere già in partenza un buon bacino d’utenza per una struttura a Pietracuta, chissà che qualcuno non ci ripensi. – conclude Guerra – Il terreno resta nostro, dunque…”. Il trampolino, pardon la porta resta aperta.
Guardando le esperienze dei vicini di casa, si tratta di un settore molto in… voga. A Novafeltria la piscina Molari non chiude più neppure d’estate (solo per le vacanze), a Pennabilli quella privata del camping di Quinto è un punto tradizionale per prendere il bagno, mentre quella comunale del capoluogo è una grande attrazione. E pensare che pochi mesi fa i gestori avevano rigettato la gestione. Colpa di critiche ritenute ingiuste. La solidarietà di tante pennesi, dimostrata con una raccolta firme, e del sindaco, ha fatto retrocedere la società Amarcord dall’intento. Meglio riderci sopra. Magari dopo un tuffo.
Paolo Guiducci