Prima c’era il rullino, oggi c’è il digitale. Prima ti portavi a casa le foto e le mettevi nell’album, oggi le metti su un cd o su una chiavetta usb. Prima l’immagine bloccata era solo e solamente quella, oggi si può manipolare come si vuole. Prima c’era un mercato che oggi non c’è più. E così molti fotografi rischiano di chiudere baracca e burattini.
“Alla fine dell’anno spegnerò l’intero macchinario per sviluppare i rullini, tenerlo acceso è diventato solo un costo. Mi piange il cuore perché è stato il primo acquisto che ho fatto per il mio negozio: 86mila euro per avere direttamente in studio tutti gli stampati – ci spiega con aria triste Enzo che dal 1994 ha una sua attività in centro storico, a Rimini – agli albori si pedalava tanto, il lavoro non mancava mai, adesso a parte il digitale che permette di fare centinaia di foto a prezzi stracciati, anche fare fototessere è diventata un’impresa”.
Difficilissima per la maggior parte dei fotografi sempre più soppiantati dalle macchinette fai da te e anche dai bar. Sì, sì, dai bar: perché per chi non ne fosse a conoscenza, davanti all’Ufficio Passaporti di via Bonsi, oltre a servire caffè, cappuccini e brioche, ti fanno sedere nella “stanza buia” e ti scattano quattro bei ritratti.
“A questo punto io mi metto a fare i caffè – dice stizzito un fotografo del Centro – così non si può andare avanti! E poi ci si chiede come mai la maggior parte dei professionisti del nostro campo stiano chiudendo! Ormai si tratta di un prodotto da consumare subito, sono pochi quelli che aspettano un paio di giorni per avere sviluppato il proprio rullino”.
Meglio i quindici minuti che si spendono davanti ai tanti video delle stampanti self service che ti danno anche l’opportunità di scegliere direttamente quali foto scegliere e quali scartare.
“Il campo della fotografia è diventato troppo inflazionato, sembra che tutti siano in grado di offrire questo servizio e invece non è così” lamenta Carlo, del Foto Shop di Marina centro. Proprio per questo, nei negozi più vecchi, è facile trovare ancora professionisti del campo, come Stefano di via Dante, in grado di consigliare e insegnare.
“Sono stato uno dei primi ad investire nelle nuove tecnologie, ma qualcuno mi deve spiegare dove siano tutti questi guadagni! Anzi, dopo 10 anni di attività sono costretto a vendere”.
Una storia quella di Stefano iniziata negli anni Ottanta come apprendista nel laboratorio di Italia in Miniatura.
“A quei tempi si parlava di ottimi guadagni, ora invece si stanno a guardare addirittura i centesimi. E mi chiedono perché chiudo? Ma dai!”.
C’è poi il problema della concorrenza, di chi “scatta” per puro semplice divertimento.
“Da quando ho aperto – racconta Carlo, proprietario di un negozio nella zona mare – ho sempre convissuto con fotografi che s’improvvisano tali. Del resto tutti sanno che in questo campo non occorre essere dei fenomeni, basta pensare ai tanti ragazzi che nel periodo estivo vengono mandati per locali. Sono dell’idea che non si può e non si deve svalutare la professionalità di chi fa questo mestiere con correttezza e competenza”.
Di fronte allo sconforto altri hanno cercato strade alternative nelle quali specializzarsi riuscendo così a sopravvivere.
“Non sono momenti facili, ma si va avanti. Noi ci occupiamo di fotografia pubblicitaria e industriale e ovviamente risentiamo dell’andamento critico delle aziende”.
C’è poi chi ha deciso di abbinare gli scatti a una serie di servizi multimediali come siti web, web marketing, campagne pubblicitarie. Mai da sottovalutare i servizi da cerimonie, un vero business, soprattutto se si tratta di abito bianco. Poche, ma in aumento, sono le giovani coppie che per il loro matrimonio si accontentano di un album di nozze digitale. Magari poco romantico ma molto più economico. “In questo caso la spesa si aggira attorno ai 500 euro tralasciando la stampa”. Nel giorno più bello della tua vita, la tradizione, però, ha la meglio. “Si parte dai mille euro in sù. Nel mio caso le richieste sono diminuite drasticamente e poi esiste un vero e proprio gruppo di fotografi che si occupa solo di matrimoni e in quel giro è molto difficile entrare”, dice senza tanti giri di parole, Roberto di via Marecchiese. In questo fantomatico gruppo, uno dei più richiesti è FotoPeppo di via Saffi.
“Premettendo che la crisi c’è e si sente, noi riusciamo a cavarcela grazie alla specializzazione e all’ideazione continua di nuovi progetti: mia figlia è un vulcano di idee – spiega la madre della titolare, Elisabetta Acquaviva – appena 19enne prese in mano la prima macchina fotografica e d’allora non l’ha più mollata”.
Foto ironiche, allegre, poche convenzionali sono le carte vincenti dei suoi servizi, sempre richiesti e sempre unici; infatti, proprio da poco, l’abbiamo vista in scena con la mostra del Comune di Rimini “La via Lattea”.
Marzia Caserio