La regola d’oro del vero gelato artigianale è che la banana non è gialla, il pistacchio non è verde brillante e lo stesso vale per la menta. Di gelati fluorescenti e dolci fino allo sfinimento se ne trovano ancora troppi in giro, ma è indubbio che negli ultimi anni la qualità si sia alzata molto. Rimini, che a torto o a ragione si fregia del titolo di capitale delle vacanze, è un ottimo osservatorio per quanto riguarda l’evoluzione del dolce estivo. Alle gelaterie storiche, quali il Nuovo Fiore; Marselli; Il Pellicano e la Piazzetta, si sono affiancate le nuove arrivate, come Il Bio Delirio; Il Castello, i franchising, come Grom e La Scintilla, e alcune hanno dato il via ad un profondo restyling, come La Romana, in piazza Ferrari.
Tanti gelati. Tutti all’insegna della qualità. Hanno iniziato i due gemelli Ceccarelli del Bio Delirio, diventati famosi anche in televisione, utilizzando solo prodotti naturali, latte di alta qualità e nessun colorante o addensante. E la differenza si è sentita. Gli altri hanno seguito, portando una ventata di rinnovamento e dando vita ad una nuova primavera del gelato. Ma la qualità, si sa, si paga, e la media dei prezzi del gelato è decisamente salita. Non a caso Rimini è citata nel rapporto di Altroconsumo sui costi del gelato, e si scopre che è la terza, dopo Milano e Sorrento, con una media di 2 euro per il cono o la coppa piccoli.
I prezzi variano molto per città, tanto da notare una differenza vicina al 40% tra prezzo minimo e prezzo massimo. Milano è la città più cara dove concedersi un cono: qui i prezzi oscillano tra 1,70 e i 2,50 euro per un cono piccolo e tra i 2,20 e i 3 euro del cono medio. Per acquistare un chilo di gelato, invece, si possono spendere dai 14 ai 24 euro.
A Rimini le cose vanno un po’ meglio ma non tanto. Il cono piccolo raramente costa sotto 1,80 euro, e arriva fino ai 2,20 di Grom (che ha la panna montata da pagare a parte), con una media di 2 euro, e di norma nella vaschetta o nel cono piccolo non si possono scegliere più di due gusti. Qualcuno (Romana, Il Duomo e altri) propone anche le coppette per bambini ad un prezzo tra un euro e un euro e 50, ma non sempre vengono pubblicizzate a dovere e vanno esplicitamente richieste.
I prezzi medi si abbassano un po’ per il gelato grande. Milano, sempre prima, si attesta attorno ai 2,80, mentre Rimini, quarta, ai 2,50. Anche il costo al chilo vede Rimini più economica delle altre città. A parte i 20 euro al chilo di Grom (che si qualifica come la più costosa, ma anche certificata per la celiachia) la maggior parte delle altre gelaterie stanno tra i 14 e i 16.
Il motivo dei prezzi. Come si diceva all’inizio per la maggior parte si paga una ricerca della qualità. Sia Grom che Il Castello hanno numerosi gusti presidi Slow Food, oppure biologici come il Bio Delirio, la lavorazione artigianale, l’uso di ingredienti di base e non di semilavorati, ma c’è anche un generale aumento dei prezzi per cui tutte le gelaterie hanno seguito un po’ la scia dell’aumento.
Ma quante sono le gelaterie a Rimini? Secondo i dati della Confartigianato in provincia di Rimini sono 142. Per gelateria si intende ogni attività iscritta all’albo artigiano, quindi solo quelle che fanno gelato artigianale. Un bar che vende gelati rientra in questa categoria solo se il gelato è preparato in laboratorio, altrimenti no. La parte del leone la fa Rimini con 55 esercizi, seguita da Riccione, 22, Cattolica e Bellaria, 19, Misano 9, Santarcangelo, Villa Verucchio e Saludecio 4 e in fondo Coriano, Montescudo, San Clemente, San Giovanni in Marignano e San Leo con una.
Stefano Rossini