DENTI DA SQUALO
DI DAVIDE GENTILE PER GIOVANI (DAI 13 ANNI) E ADULTI
AL CINEMA
C’è uno squalo in piscina. Il bello è che c’è davvero (anche se si tratta principalmente di animatronics e digitale, comunque soddisfacente visto il budget certo non da blockbuster) e il giovane Walter (Tiziano Menichelli), orfano di padre (Claudio Santamaria) e rimasto solo con mamma (Virginia Raffaele che esula per un attimo dalla sua verve comica e costruisce una madre dalle sfumature malinconiche, in difficoltà a gestire il rapporto con il figlio), lo visita spesso, approfittando del fatto che la villa con piscina, di proprietà di un boss della malavita, tal Corsaro (breve, ma significativa apparizione di Edoardo Pesce sul finire del film) non è abitata. O almeno così pensa perché qui ci vive Carlo, presunto custode della magione, con cui Walter crea un legame di amicizia che lo porterà ad attraversare strade più rischiose.
Denti da squalo è un buon esordio, scritto da Valerio Cilio e Gianluca Leoncini e diretto con buona forza evocativa da Davide Gentile, con Gabriele Mainetti in veste di produttore.
C’è il racconto di formazione e crescita (si diventerà grandi quando lo squalo non farà più paura), l’elaborazione del lutto con il padre che riappare a Walter, in un distacco emotivo difficile da gestire, con un ritratto efficace di periferia romana, cornice giusta per questo ritratto adolescenziale che trova diverse motivazioni non banali nell’esplorare la fragile personalità di un ragazzo fotografato in un momento cruciale della sua esistenza.