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Quei detenuti che “ripuliscono” la città

Detenuti “arruolati” dal Comune per ripulire la città da scritti e graffiti che deturpano gli immobili pubblici e privati. Così da mettere positivamente a frutto l’opera, il tempo e le capacità delle persone in carcere e favorire il loro reinserimento in società. È il senso dell’accordo tra Comune di Rimini e casa circondariale “Casetti”, una convenzione approvata martedì dalla Giunta comunale, che prevede il coinvolgimento di alcuni detenuti in attività di pubblica utilità, in particolare la cura e manutenzione del patrimonio pubblico. Si tratta del primo atto del percorso amministrativo che porterà alla firma dell’accordo vero e proprio e alla definizione nei dettagli dei progetti nei quali saranno coinvolti i detenuti.
Il primo gruppo di carcerati (5 o 6 persone) sarà “arruolato” già in dicembre con l’obiettivo primario di ripulire Rimini da scritte vandaliche e graffiti sui muri della città, in particolare gli sfregi compiuti con una vernice rossa sulla Basilica Cattedrale (capolavoro del Rinascimento italiano) e su altri siti cittadini di valore storico e artistico: dalla biblioteca Gambalunga alla statua di Paolo VI in piazza Cavour, dal basamento della statua di piazza Ferrari alle facciate del liceo Giulio Cesare e della Polizia. Tutti i siti vergati con la frase “amor vincit omnia”, citazione dalle “Bucoliche” di Virgilio. In media l’Amministrazione Comunale spende dai 40 ai 50mila euro l’anno per ripulire la città dagli imbrattamenti. Ma il risparmio è solo una delle molle che hanno fatto scattare l’operazione, e neppure quella decisiva. “Da una parte favoriamo il percorso rieducativo dei detenuti, dandogli l’opportunità di mettersi al servizio della comunità, prendendosi cura di beni che sono di tutti. – sottolinea il vicesindaco e assessore al Welfare Gloria Lisi – Al contempo i detenuti avranno modo di fare esperienze che potrebbero essergli utili in un secondo momento, quando potranno lasciare la casa circondariale e dovranno provare a reinserirsi nella società e nel mondo del lavoro”.
Anche la casa circondariale di Rimini è tra quelle spesso sovraffollate, specie in estate. Attualmente sono 119 gli ospiti (di cui 55 stranieri), numero consono alla struttura. Gli agenti di polizia penitenziaria previsti nell’organico sono 94. Secondo la Uil dell’Emilia Romagna ne mancano all’appello una ventina. Negli ultimi mesi si sono registrate cinque violenze all’interno dei “Casetti”, agenti penitenziari aggrediti in carcere e detenuti in lite tra loro.
È la prima volta che l’Amministrazione Comunale stipula un accordo con il carcere, dopo averlo già fatto con il Tribunale per recupero di persone pizzicate in guida stato ebbrezza. Volontariato in sostituzione della pena.
Carcere educativo, lavoro riabilitativo ma non remunerato esiste già. Alcuni detenuti escono per svolgere misure alternative alla detenzione, attività di volontariato presso la Caritas e il Centro diurno Il Biancospino dell’Papa Giovanni XXXIII. Pene accessorie, non imposte. “E magari l’affissione dei manifesti – rilancia la Lisi – ma abbiamo ritenuto più utile affidare loro mansioni che al momento sono scoperte all’interno del Comune”. E mettere la città a contatto con il mondo del carcere, troppo spesso ritenuto marginale.

Paolo Guiducci