Riprese, rincorse, tsunami, incredulità, ingovernabilità, confusione. Il panorama che esce da queste elezioni, è tutt’altro che stabile e sicuro. La coalizione di centro sinistra vince di strettissima misura, e, al di là delle piccole differenze percentuali, in parlamento si propone un inedito schema tripolare con Pd, Pdl e Movimento 5 Stelle. Possiamo affermare che cala il sipario sull’era del bipolarismo? È l’alba della terza Repubblica? Difficile fare ipotesi in un momento così magmatico e in divenire. Sul tavolo, tra le tante proposte, qualcuno lancia anche quella di tornare alle urne.
Anche l’analisi dell’esito del voto richiederà tempo. Davanti agli occhi degli elettori si staglia indiscussa la grande vittoria di Beppe Grillo insieme al recupero di Silvio Berlusconi e il suo partito. Il Movimento 5 Stelle non solo vince, ma diventa il primo partito italiano con il 25,55% dei voti contro il 25,42% del Pd e il 21,56% del Pdl. Tornano alla mente le – involontariamente profetiche – parole di Piero Fassino che, nel lontano 2009, quando il movimento di Grillo si affacciò sulla scena politica cominciando a polemizzare con i partiti storici gli rispose con sufficienza: “Fonda un tuo partito, candidati alle elezioni, e poi ne riparliamo”.
Ecco, lanciato il guanto della sfida, il Pd l’ha ripreso in faccia, il guanto, e ha perso. Ora chiunque si appresti a governare dovrà fare i conti col M5S e anche con la sua intenzione a non coalizzarsi con nessuno.
Rimini e provincia
Anche in Provincia di Rimini il partito di Grillo è stato il primo con il 30,69% dei voti seguito dal Pd col 29,99% e dal Pdl col 19,86%. Tra i candidati in lista col M5S passa la riminese Giulia Sarti, capolista regionale e quindi già sicura della sua elezione. La sera degli spogli, lo scorso lunedì 25 febbraio, Sarti ha festeggiato in piazza Cavour insieme agli altri grillini. “Siamo il primo partito – ha dichiarato – alle prossime elezioni comunali avremo anche il sindaco della città”. Ai festeggiamenti ha partecipato anche l’altro riminese in lista, Tommaso della Motta, che però non è riuscito a passare e non andrà a Roma.
Sono tre gli altri riminesi eletti – quattro se si conta anche Sergio Zavoli candidato in Campania col Pd – Tiziano Arlotti ed Emma Petitti del Pd e Sergio Pizzolante del Pdl. Meno gioiose le dichiarazioni dei due eletti del Partito Democratico che, nonostante la vittoria della coalizione in termini di numeri assoluti e la loro elezione, non nascondono la preoccupazione di fronte alla situazione elettorale che fa del Pd il vero sconfitto delle elezioni. Il centro sinistra vince perdendo, insomma, o perde vincendo: comunque ne esce malconcio.
“Prima ancora che alla mia elezione – dichiara Arlotti – il mio pensiero va alle sorti del Pd. Sarà necessario fare un serio esame di coscienza”.
Sulla stessa linea Emma Petitti, che definisce “preoccupante” lo scenario uscito dalle urne. “In questo momento – dichiara la neoeletta del Pd – non riesco a gioire per la mia elezione”.
Meno depresso, ma sempre cauto, l’unico eletto del Pdl a Rimini, Sergio Pizzolante, che parla della grande rimonta di Berlusconi. “Fino ad un anno fa ci davano per spacciati – ha dichiarato – e abbiamo rischiato di vincere le elezioni. Per noi è una grande vittoria”.
L’altro partito a varcare la soglia del 4% è la lista civica Per l’Italia con Monti che prende poco più del 10%. Per la precisione raccoglie il 10,54% dei voti su scala nazionale (in coalizione con Udc e Futuro e Libertà) e l’8,64% in Provincia. I numeri, però, non sono sufficienti a portare alla Camera il riminese Walter Pasini.
L’altro grande sconfitto è il partito di Antonio Ingroia, Rivoluzione Civile, che non ha raggiunto la soglia ed è quindi escluso dal Parlamento. “Sapevamo che era un’impresa impossibile – dichiara il candidato al Senato Mario Galasso – ma mi stupisco di più del risultato del Pdl”.
Stefano Rossini