Farmacie sempre più dotate. Quasi più simili a un ambulatorio. Tutto è partito con la rivoluzione del 2009 dettata dal decreto legislativo 153, in attuazione alla legge 69/2009 quando si è pensato alla farmacia non solo come bottega per la vendita diretta di farmaci, ma come intermediaria, ad alta professionalità, tra medico e cittadino.
La legge dice…
Il primo step è avvenuto con il decreto attuattivo che riguardava le analisi, ovvero la possibilità, tramite un campione di sangue del dito, di avere alcuni riscontri per la glicemia o il colesterolo. Il servizio, in poco tempo, ha preso piede: qualsiasi farmacia lo offre senza nessuna lista d’attesa o code interminabili e per ora il costo è a carico del paziente.
Il secondo decreto, forse quello più temuto, è arrivato qualche settimana fa introducendo nelle farmacie nuove figure professionali come infermieri e fisioterapisti che, dietro prescrizione medica e sotto la responsabilità del farmacista, potranno eseguire iniezioni o medicazioni o, ancora, assistere il paziente nell’esecuzione delle analisi di prima istanza: per ora questo stesso decreto non stabilisce chi pagherà la prestazione, se la farmacia o lo Stato, oppure quali saranno gli spazi idonei dove esercitare e per questo bisognerà ancora attendere direttive dalla Regione.
Al via un tavolo
di confronto
È un’autentica rivoluzione che non è attuabile facilmente ma che potrebbe diventare una risorsa non da poco per lo stesso sistema sanitario. Come al solito il problema starà nella corretta applicazione di queste opportunità e non a caso le associazioni di categoria e l’Azienda sanitaria hanno già aperto un tavolo di confronto per regolamentare nel modo migliore le novità introdotte dal decreto.
Infatti, i criteri generali saranno fissati nell’accordo nazionale collettivo, mentre gli accordi regionali successivi fissano “i requisiti minimi di idoneità dei locali nel cui ambito le prestazioni sono erogate”. Ma fino all’entrata in vigore degli accordi regionali, i requisiti minimi dei locali sono quelli che le vigenti disposizioni di legge stabiliscono per lo svolgimento di attività infermieristiche e fisioterapiche. Nelle farmacie, in ogni caso, potranno operare solo infermieri e fisioterapisti, in possesso di titolo abilitante, mentre il farmacista titolare o direttore è tenuto ad accertare, sotto la propria responsabilità, il possesso di tali requisiti. Il farmacista deve anche occuparsi del coordinamento organizzativo e gestionale dei nuovi servizi.
Il campo d’azione
Secondo la legge il campo d’azione degli infermieri avrà dei paletti: oltre alle iniezioni, dietro presentazione di ricetta medica, si potranno effettuare prelievi, medicazioni e visite a domicilio. Non potrà spaziare di molto nemmeno l’attività del fisioterapista circoscritta alla rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive con terapie manuali, massoterapiche e occupazionali.
Parola ai farmacisti
Fin dal 2006 le farmacie private emiliano romagnole sono cresciute seguendo la logica di funzionalità e di servizio. Ora resta questo secondo step.“Siamo a conoscenza della riforma ma ora è ancora presto, non ci siamo organizzati ma sarà nostra cura capire in che modo dare questo ulteriore servizio”, dichiarano dalla farmacia Centrale di piazza Cavour.
Il responsabile di Federfarma riminese, Roberto De Luigi, non ha dubbi: “Si tratta di un decreto nuovissimo, alcune prestazioni nelle farmacie si stanno già erogando. Bisogna capire bene la questione dei locali idonei che non tutte le farmacie hanno e in che modo verrà remunerato il professionista, se dalla farmacia, dal servizio sanitario, oppure per metà e metà. Sicuramente dovranno nascere degli accordi con i servizi pubblici, magari offrendo ticket per le prestazioni sostenute… insomma ancora c’è molto da chiarire e attendere”. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Nazionale non ha dubbi: “Siamo tornati alla radice della professione, non più bottegai ma figure intermediarie tra medico e cittadino”. La polemica non tarda ad arrivare e il farmacista Paolo Valentini di Santa Giustina: “La nostra è una farmacia rurale, offriamo già tanti servizi e finora per la nostra categoria ci sono solo obblighi e servizi. Mi dica dove metto degli infermieri, apro una casa di cura?” domanda esasperato.
Ma chi paga?
Quali sono in realtà i servizi offerti fino ad oggi? In modo preciso li elenca la dottoressa Anna Focchi della farmacia Vallesi in corso Augusto: “Da sempre pressione e peso, analisi con il sangue prelevato dal dito, distribuzioni di farmaci ad alto costo per conto della Ausl, prenotazione cup e in maniera non ufficiale, per gli anziani, consegne a domicilio”. Ora il dilemma del fisioterapista o infermiere lascia non pochi dubbi ed è la stessa dottoressa ad essere perplessa: “Per quanto mi riguarda abbiamo preso sopra la farmacia un appartamento in affitto da adibire ad ambulatorio ma finora non è stato affittato perché gestire la questione non è affatto facile… come si autofinanzieranno? Magari per il fisioterapista è più facile ma è più difficile che un infermiere stia fermo in ambulatorio solo per noi. E’ un po’ un bluff… ci affiancano queste persone ma la farmacia non se le può permettere”.
Non solo soldi,
ma locali
Alla questione economica, fattore principale, si affianca quella dei locali, altro elemento che spaventa gli esercenti: “La nostra è una farmacia vicina al mare e da sempre offre un servizio di supporto e consiglio a bagnanti e turisti ma inserire nuove figure mi sembra esagerato” – sostiene la dottoressa Barbara Mini della farmacia Balneare di Cattolica e continua – “Non abbiamo l’ambiente adatto, bisognerebbe avere e allestire nuovi spazi in cui svolgere la professione”.
Progetto
targato Alliance
Se le farmacie private stentano a decollare, con il nuovo decreto le comunali hanno già colto la palla al balzo. Sette farmacie comunali targate Alliance (insieme a una di Misano Adriatico) promuovono un nuovo supporto di assistenza a domicilio da parte dei professionisti qualificati e certificati dalla società nazionale “Domedica”. È possibile, in questi termini, avere erogazioni di servizi infermieristici come vaccini, iniezioni intramuscolari e intravenose, bendaggi, medicazioni, cateteri, flebo ecc…e servizi fisioterapici come bendaggi funzionali, chinesiterapia, massoterapia, linfodrenaggio manuale, terapia, riabilitazione, rieducazione posturale e infine quelli assistenziali come assistenza diurna e notturna o l’igiene personale. Una grande mano non solo per gli anziani ma a Rimini, come sostengono Antonio Savi e Antonino Rivara di Alliance “anche per i turisti presenti nel periodo estivo”.
Le tariffe applicate sono in linea con i prezzi di mercato e i servizi sono deducibili ai fini fiscali come previsto dalla normativa vigente: per chi volesse, poi, c’è anche lo sconto applicato a chi acquista un pacchetto di servizi per lo stesso beneficiario.
Marzia Caserio