Quando un architetto è “contro”

    Federico Foschi, noto architetto riminese, oltre a progettazioni di edifici complessi, ha pensato bene di trasferire la sua materia in radio, e più precisamente a Radio Icaro. L’architetto contro, programma in onda ogni giovedì alle 10.30, è nato da una sua idea covata già da lungo tempo e solo ora realizzata.
    “Mi ha sempre incuriosito il fatto di poter trasferire l’architettura, che per sua natura necessita del senso della vista, in radio, dove l’udito è l’unico senso davvero importante”.

    L’obiettivo?
    “Al di là di stereotipi e luoghi comuni, vorrei poter fare chiarezza e indurre alla riflessione su un tema sconosciuto come quello dell’architettura”.

    Magari spazzando via dicerie di massa e idee sbagliate che accomunano tanti profani della materia. Chi sa per esempio, in modo preciso, la differenza tra un architetto, un ingegnere e un geometra?
    “Di solito si tratta di poche idee confuse; l’architetto è quello che fa cose originali e fa spendere troppi soldi, l’ingegnere gode di autorevolezza e di un certo rigore professionale mentre il geometra è quello che, per esempio, fa le cose al limite delle normative a prezzi stracciati”.
    Sarà pure un mito da sfatare, ma che l’architetto faccia spendere tanti eurini, è vero.
    “La spesa dell’architetto corrisponde a un progetto, a quella sensazione di piacere e rassicurazione che ognuno può richiedere dalla propria casa”.
    Perché può essere d’aiuto capire il mondo dell’architettura?
    “Perchè è ovunque, ne siamo circondati. Non solo nelle costruzioni di abitazioni ma anche nelle cose più impensabili che ci circondano e quotidianamente usiamo come una semplice forchetta. Dietro ogni oggetto c’è un progetto, una percezione precisa dello spazio e su come occuparlo e gestirlo”.
    I progetti di Renzo Piano sono conosciuti in tutto il mondo. Cos’è quel quid in più che lui ha e gli altri non hanno?
    “È un innovatore straordinario. Le sue proposte progettuali sono personali, pulite nei dettagli e mai soggiogate alla moda del momento”.
    A proposito di mode, in questo periodo si parla tanto di eco-architetture ovvero zero impatto ambientale. È davvero così?
    “Le soluzioni eco-compatibili si rifanno a un principio etico molto importante con la finalità di rispettare l’ambiente. Ma accanto a tutto ciò, come spesso succede, si sviluppano dei business che deviano l’obiettivo principale vendendo molto fumo e poca concretezza”.
    In che modo un architetto o uno studio associato può spiccare dalla massa?
    “Nel nostro campo ci sono diverse possibilità per distinguersi; per esempio ci sono i concorsi italiani o internazionali ai quali ho partecipato anche io. Ad un certo livello, si tratta di concorsi riservati, ovvero su invito; solo pochi possono partecipare e portare un loro progetto. Ovviamente i costi sono alti perché per un concorso di un certo prestigio il lavoro richiede da 8 a 15 figure professionali e uno o due mesi di lavoro. Certo, se poi si vince, la soddisfazione non ha prezzo”.

    Marzia Caserio