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Quando la carità non basta

Ancora una volta pronti a sporcarsi le mani. Rovistando tra i rifiuti ma anche nei meandri delle proprie coscienze, alla ricerca di risposte sempre più autentiche alle nuove domande che incalzano. Quello che si annuncia per il primo week end di aprile sarà un Campo Lavoro dai grandi numeri (i centri raccolta salgono a sei con il recente ingresso di Santarcangelo) ma anche un Campo che, in modo sempre più insistente, si interroga sulle proprie finalità e che sempre più energie decide di investire in azioni di sensibilizzazione (a partire da quelle in atto nel mondo della scuola). Per riflettere sulle cause della povertà, sulle nostre comode abitudini quotidiane, sulla responsabilità che grava sulle spalle di chi, come noi, ha la fortuna di abitare nella parte ricca del pianeta: quella che può permettersi lussi e sprechi solo perché l’altra metà non ha il necessario per vivere.
Tra i poveri del sud del mondo che il Campo Lavoro intende anche quest’anno sostenere troviamo tre destinazioni in Africa: la missione di Maria Negretto in Cameroun, con un progetto di reinserimento di minori ex carcerati, la missione delle suore missionarie francescane di Cristo in Etiopia (completamento del Centro di formazione professionale per le ragazze di Nazareth), la diocesi di Gulu in Etiopia dove, su segnalazione di suor Viola Akulu, il Campo contribuirà alla costruzione di una scuola materna in una zona martoriata da oltre un ventennio di guerra civile. Sempre tra le destinazioni principali figurano poi il centro di fisioterapia avviato nella missione dell’Associazione Papa Giovanni XXIII in Bangladesh e la prosecuzione del progetto educativo Shen Asti nella missione diocesana in Albania, rivolto ai giovani a rischio di abbandono scolastico. Come l’anno scorso chiude l’elenco delle priorità 2014 una destinazione tutta locale, con un contributo previsto a favore della Caritas diocesana per sostenere famiglie immigrate con bambini, residenti nel riminese.
Ricordiamo che un anno fa l’utile del Campo fu di oltre 172 mila euro: un risultato record che consentì di finanziare ben 15 progetti tra cui il completamento della scuola di Karansi, sostenuta dall’associazione Cattolica per la Tanzania (35 mila euro), il progetto socio-educativo della missione in Albania (30 mila euro) la costruzione della nuova chiesa dei frati Cappuccini dell’Emilia Romagna in Etiopia (22 mila euro), l’acquisto di un pulmino per la missione della Papa Giovanni in Sri Lanka (20.500 euro), il progetto “Asili popolari” in Venezuela proposto dall’associazione San Martin del Porres (10 mila euro), il programma di piccoli prestiti della Caritas diocesana a favore di famiglie riminesi in difficoltà (25 mila euro).