Le aule sono finite da un pezzo. E molti studenti (10 classi intere) sono “ospitati” dai cugini dell’istituto tecnico “Valturio”. Questione di pochi metri, ma tanto orgoglio. E poi la scuola cresce, il liceo continua ad essere gettonatissimo: 50 classi, 1.170 ragazzi (il massimo risultato di sempre) per cui i nuovi spazi non sono un vezzo, “ma una necessità reale” avverte il preside del Liceo scientifico “Einstein”, Giuseppe Prosperi. La promessa di averli pronti già a settembre è rimasta tale, e anche la tappa di Natale è pura utopia. “Anche lavorando senza soste, con Natale di mezzo, sarà dura avere le aule pronte prima della fine di gennaio. – ammette Riziero Santi, l’assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Rimini – E la scuola non si può permettere un trasloco in pieno anno scolastico. Il problema esiste, ed è inutile negarlo”.
L’Einstein troverà le aule nuove nell’uovo di Pasqua? A questo punto è la soluzione più probabile. L’intervento non è di poco conto. Si tratta di un’intera nuova ala, otto classi. Il sistema adottato per la sua costruzione (un sistema “a moduli” con l’utilizzo di strutture prefabbricate) era stato scelto proprio per accelerare i tempi. Il risultato, invece, sono solo ritardi su ritardi.
Il cantiere si blocca, e non per sedersi sui banchi. Stop in estate, ai box anche in questi giorni. Una delle due imprese impegnate nell’opera è indietro nella realizzazione delle strutture, nonostante l’altra sia già pronta per installare quadri elettrici, impianti di riscaldamento e raffreddamento e il resto dei sottoservizi. I lavori sono al palo, le aule non arrivano, il trasloco è rimandato, gli studenti fanno gli ospiti.
A Viserba incrociano le dita: di fare la fine dei colleghi più grandi, alla media numero 7 “Fermi” non ne hanno nessuna voglia. L’appalto per l’ampliamento dell’istituto è cosa fatta, l’inizio dei lavori è atteso nel 2009. La nuova ala della scuola è di 1500 metri quadri circa distribuiti su due piani per aule didattiche (5), locali per bidelli, servizi igienici, aule per attività integrative (2), centrale idrica ed elettrica. Il nuovo edificio sarà collegato a quello esistente attraverso un corridoio e una scala. La nuova ala della scuola sarà dotata anche di pannelli fotovoltaici.
Tommaso Cevoli
Il trasferimento può attendere. Almeno per ora. Il liceo psico-pedagogico Giulio Cesare Manara Valgimigli di Rimini non si sposterà subito, come previsto in partenza, presso il nuovo Centro Studi di Viserba. Il motivo è presto detto: manca la materia prima.
“Sì, in effetti è proprio così – conferma il preside dell’istituto, Cinzia Buscherini – perché la Provincia ci ha informato che i lavori di costruzione del nuovo Centro Studi si sono arenati e quindi si dovrà indire un nuovo bando di concorso con conseguente nuova assegnazione dei lavori. L’azienda che l’anno scorso prese in mano la cosa si è ritirata, adesso ci sarà tutta la trafila concorsuale e l’assegnazione dei lavori ad una nuova impresa”.
Motivi economici, probabilmente, alla base di questo contrattempo. In ogni caso, con le tempistiche del caso, pare scontato che il trasferimento delle due sezioni del liceo, Scienze Sociali e Scienze della Formazione, dovrà attendere minimo il 2010. Le altre due sezioni, ovvero il liceo Classico e il liceo Linguistico, non si muoveranno comunque dalle tre sedi riminesi attuali di vicolo Montironi, via Brighenti e via del Pino.
“A mio avviso il trasloco avverrà anche più in là. – continua la Buscherini – Credo che prima del 2011 non si muoverà nulla, ci vuole tempo per costruire aule per 780 alunni. Infatti rispetto all’anno scorso il liceo delle Scienze Sociali e quello delle Scienze della Formazione presentano una prima classe in più a testa. Nella struttura attuale non ci stiamo più, non è tanto la carenza delle strutture quanto la dimensione troppo ristretta delle aule. È questo il vero motivo del trasferimento: attualmente il numero totale di alunni è superiore ai 1500, per cui dopo il trasferimento ci sarà un vero e proprio sdoppiamento delle aule in due sedi separate. Con tutti i benefici logistici che si possono trarre”.
Già, a patto di riuscire a resistere per altre due stagioni e mezzo.
Matteo Peppucci