Qui l’azienda ha il manager sempre rosa. Una fioritura di donne alla guida dell’impresa davvero insolita per quantità e qualità. Quella che nel resto della provincia potrebbe essere un’anomalia, nel paese pascoliano è una tradizione.
Le donne hanno spiccato il volo in ogni campo: Paola Frani nell’abbigliamento; Stefania Presti (attualmente anche vicesindaco) dirige un’azienda di macchine e accessori per calzaturifici; Rosanna Nucci è titolare di un ricamificio. Umberta Casaboni guida il vivaio Garattoni; Adriana Yuri pelletteria e borse; Paola Quadrelli si occupa del ricamificio; Nives Zanotti di borse, mentre Claudia Bianchi è il direttore generale di General d’Aspirazione, impianti d’aspirazione centralizzata. Senza dimenticare che Luciana Garbuglia, oggi assessore provinciale al turismo, nel 1999 è stato il primo sindaco donna.
L’ennesimo caso riguarda la Smart Leather. La stoffa del capo ce l’ha Roberta Alessandri, 36 anni, coniugata, due figli, eletta il 21 aprile scorso presidente Cna provinciale Federmoda. L’azienda è nata nel 1987 per opera della mamma Maria Tomassini, inizialmente in un appartamento con due dipendenti. Oggi l’azienda conta 32 dipendenti, un fatturato annuo di un milione e 200 mila euro, un negozio a Cesenatico. La Smart Leather all’inizio produceva solo semilavorati per calzatura, dal 1995 ha aperto un ulteriore reparto nel quale vengono confezionati accessori in pelle come borse, cinture, portafogli, valigie e guanti.
Perché sempre più donne al comando di aziende?
“Dei nostri dipendenti – afferma Roberta Alessandri – 30 sono donne, specializzate e qualificate. Alla guida siamo in tre: io, mamma Maria e babbo Primo. Credo che le donne abbiano una capacità di analisi e organizzativa straordinaria perché nonostante le mille difficoltà sono capaci di incastrare il puzzle e raggiungere gli obiettivi con grandi sacrifici e determinazione. Alla base di tutto c’è una grande passione e un forte ottimismo che le donne hanno in misura maggiore degli uomini”.
La produzione è locale?
“Esclusivamente made in San Mauro Pascoli. Credo molto nel valore aggiunto del made in Italy e non per la presunzione di essere gli unici a sapere confezionare un prodotto. L’italiano, e il romagnolo in primis, ha una cultura del saper fare unica che rappresenta un patrimonio che va difeso”.
I vostri prodotti sono solo per l’Italia?
“Produciamo anche conto terzi. Il marchio Maria Tomassini e Tomassini Italia vengono esportati principalmente in Russia, ma abbiamo clienti anche negli Emirati Arabi e negli Usa”.
E la crisi?
“Spira forte. Ma noi registriamo un inversione di tendenza. Negli ultimi sei mesi abbiamo avuto un incremento di vendite pari al 30%. Sono soddisfatissima. Vado spesso all’estero per offrire servizi ai clienti non solo legati al prodotto, ma anche alla commercializzazione e all’allestimento delle vetrine”.
E come presidente di Federmoda?
“Credo molto nelle sinergie e nelle forme di aggregazione aziendale. Ho progetti per portare le nostre aziende all’estero fermo restando che la produzione deve essere tutta italiana”.
Ermanno Pasolini