Al Coriano Ridge War Cemetery, il Cimitero di Guerra corianese, sono sepolti circa 1490 soldati appartenenti alle forze alleate impegnate nei territori romagnoli della Linea Gotica, durante le fasi finali del secondo conflitto mondiale. Di questi, 52 appartengono a un Paese che raramente trova spazio nelle cronache di guerra, locali e non solo: la Nuova Zelanda.
Eppure la presenza neozelandese, nel nostro territorio, è stata costante e importante, soprattutto per quanto riguarda le operazioni militari (intraprese dall’Ottava Armata Britannica) dell’agosto del ’44, che risultarono nella liberazione di Cattolica, Misano, Coriano, Gemmano, Montescudo e Montecolombo, fino ad arrivare a Riccione e Rimini. Ed è proprio da una semplice visita a Coriano, presso il Cimitero di Guerra, che lo scrittore riccionese Fosco Rocchetta, già autore di numerose ricerche sulla memoria storica del nostro territorio, ha deciso di cominciare un percorso di documentazione per portare alla luce il reale coinvolgimento delle forze neozelandesi nelle battaglie in terra romagnola. Un percorso di ricerca che ora diventerà un libro: Neozelandesi a Riccione nella II Guerra Mondiale (La Piazza Editore, 2020) è, infatti, l’ultimo lavoro di Rocchetta, che sarà presentato ufficialmente il prossimo 4 ottobre presso il piazzale della parrocchia di San Lorenzo a Riccione (alle ore 20.30). Un lavoro prezioso, che arricchisce (con cronache, documenti e un ampio corredo fotografico) il grande patrimonio storico del territorio riminese.
In occasione dell’uscita di questo nuovo volume, proponiamo alcuni estratti in anteprima.
I neozelandesi sul campo: la battaglia di Case Monaldini e Monticelli a Riccione
“Mentre la battaglia di San Lorenzo in Strada, fra canadesi e tedeschi dei primi giorni del settembre 1944, piuttosto limitata al sanguinoso scontro nei pressi dell’antica pieve, è stata descritta in diversi libri e saggi in lingua italiana ed inglese, e quel feroce combattimento (simboleggiato tragicamente dalle rovine della chiesa), è rimasto nella memoria degli anziani, nulla è stato riportato e tramandato, da autori italiani, del combattimento che divampò a poche centinaia di metri da quel luogo, riconducibile anch’esso alla Battaglia di Rimini (13-21 settembre 1944), nell’ambito dell’Operazione Olive, nome del piano di attacco a tenaglia alla Linea Gotica, ideato dallo stato maggiore del generale Harold Alexander, capo delle forze alleate nella Campagna d’Italia della II Guerra Mondiale.
Infatti, fonti militari neozelandesi e greche riferiscono di un combattimento avvenuto tra il 13 ed il 14 settembre 1944 nell’area compresa tra Case Monaldini e Case Monticelli, due toponimi riscontrabili già nel settecentesco Catasto Calindri, ed ancor oggi, seppur in misura minore, presenti in mappe di quella zona di Riccione. Quelle aree consistevano in due piccoli insediamenti agricoli sulla strada laterale del rio Marano a mezzo chilometro circa a sudovest di San Lorenzo. ‘Case Monaldini’ era formato da almeno otto edifici, e in una relazione su quello scontro armato, un ufficiale neozelandese narra « come immense botti di vino riempissero completamente gli edifici ». L’attacco iniziale del 13 settembre vide i Greci della III Brigata di Montagna attaccare i due insediamenti rurali sulla strada posta a sud del Marano, difesi dai paracadutisti tedeschi della I Divisione, Failschirmjager, e da soldati della 162 Divisione turkmena. I Greci persero più di un terzo delle truppe impegnate dall’inizio dell’azione (circa cento uomini sepolti poi nel cimitero greco di Riccione). Il giorno successivo un assalto coordinato fra le forze greche e neozelandesi condusse alla ritirata dei tedeschi da quelle due postazioni, che erano state predisposte per difendere soprattutto il campo di aviazione di Miramare di Rimini. In questa località proseguirà una feroce battaglia nei giorni seguenti e, sconfitte e costrette alla resa le truppe germaniche, con numerose perdite umane in entrambi gli opposti schieramenti, si giungerà nel giro di alcuni giorni, il 21 settembre, alla liberazione di Rimini. Per primi sarebbero entrati in città soldati Greci, come sostenuto da fonti militari di quel Paese (ipotesi preminente pure nella storiografia italiana), i Neozelandesi, in altra parte di Rimini, secondo quanto riportato negli archivi di quello Stato oceanico”.