All’età di 96 anni ci ha lasciati mons. Fausto Lanfranchi, già Rettore, Vicario Generale e Vicepostulatore dei giovani santi riminesi.
Sacerdote e uomo sapiente, mite e umile
Come fra qualche giorno, il 21 marzo 1918, nasceva Alberto Marvelli. Monsignor Fausto Lanfranchi, nel lasciare questa nostra terra, per la sua nascita al cielo, non poteva allontanarsi troppo dalla data di nascita del suo grande amico Beato, cui ha dedicato buona parte del suo ultimo impegno di vita.
Con Alberto infatti don Fausto era legato da sincera amicizia, a lui era grato per averlo accolto durante il passaggio del fronte e salvato dai tedeschi, nella sua casa a Corpolò.
In quei giorni infatti era uscito il bando che chiamava alle armi i nati del primo semestre del 1926, appunto la classe di Fausto Lanfranchi.
Rispondere e partire avrebbe significato mettere un grande punto interrogativo sulla propria vita e sul senso di questa scelta.
Fu allora che Alberto Marvelli decise di aiutare l’amico nascondendolo in casa propria e rischiando la fucilazione per lui e per la sua famiglia. Un gesto che ha segnato la vita di don Fausto che, divenuto sacerdote, si è speso per farne riconoscere le virtù eroiche tanto da essere il Vice postulatore della sua causa di beatificazione, conclusa il 5 settembre 2004 a Loreto, con la Beatificazione di Marvelli da parte di Giovanni Paolo II.
Don Fausto era nato a Coriano il 31 maggio 1926, dopo aver frequentato il liceo classico Giulio Cesare si era laureato in lettere e filosofia presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna.
Dopo alcuni anni di insegnamento era entrato nel Seminario Diocesano di Rimini. Monsignor Emilio Biancheri lo aveva ordinato sacerdote il 21 giugno 1959.
Nel 1963 era diventato Rettore del Seminario di Rimini, incarico che porterà avanti fino al 1971. Intanto dal 1969 al 1972 è anche Vicario episcopale per la pastorale. Sono gli anni del Concilio.
Don Fausto è un innovatore e trasforma il Seminario da tradizionale a comunità educativa. Per primi in
Italia i seminaristi di Rimini vanno “a scuola fuori”, nel liceo classico cittadino e nelle magistrali. Questa scelta attirerà la curiosità dei media nazionali e qualche, alla fine benevola, visita della Congregazione dei seminari.
Dal 1967 al 1970 è direttore del Centro Studi e della Rivista Diocesana, importante strumento di confronto e di crescita.
Il 10 ottobre 1972 mons. Biancheri lo nomina Vicario generale. Sono gli anni del dopo Concilio. La Chiesa di Rimini è un fermento vulcanico, tanto da essere confrontata con la paolina Corinto. Tanti carismi (prima GS poi Comunione e Liberazione, la Gioc, la nascente comunità Papa Giovanni, le prime comunità italiane del Rinnovamento carismatico, poi… nello Spirito), lettere pastorali che non passavano davvero inosservate come “ Evangelizzazione e promozione umana in diocesi” o il convegno “ La Chiesa e i problemi dell’uomo”, di cui il settimanale ilPonte sarà uno dei frutti.
Don Fausto, come del resto il vescovo Emilio, ha uno stile sempre moderato e dialogante, in costante ascolto, ma l’indirizzo è fermo e deciso. Il Concilio è un riferimento costante.
Nel Natale 1976 il primo numero del nuovo settimanale annuncia le dimissioni di mons. Biancheri. Con l’arrivo del vescovo Locatelli don Fausto rimane vicario generale.
Sarà così fino al 1986 quando, pochi mesi dopo, arriva la nomina a parroco della comunità di San Domenico Savio.
Sono per lui anni sereni, di pastorale attiva e concreta, con la gente che risponde positivamente al suo impegno di sacerdote.
A 75 anni lascia, ma non è il suo ultimo incarico. Può infatti dedicarsi a tempo pieno come vicepostulatore della causa di beatificazione e poi di canonizzazione di Alberto Marvelli (che riceverà un forte impulso), ma anche di altre belle figure della Chiesa riminese. Seguirà infatti anche la causa di beatificazione della giovane di Torre Pedrera Carla Ronci e quella di Sandra Sabattini, che sarà poi proclamata Beata il 24 ottobre 2021 in Cattedrale a Rimini. Casa Marvelli diventa il cuore di questo impegno. Nasce così il Centro di documentazione Alberto Marvelli, la Rivista Amici di Carla e Alberto e l’archiviostorico di Marvelli. In questi anni don Fausto mette a buon frutto la sua cultura di professore di lettere e sforna sui giovani santi riminesi molte pubblicazioni, sia con le edizioni de ilPonte, ma anche quelle nazionali come Paoline, San Paolo, Ave.
Lunedì 13 marzo alle 20 ci ha lasciati nella sua casa di via Palmezzano alla bella età di 96 anni.
Al Ponte lo ricordiamo come uno di casa. Per anni ha avuto il suo ufficio accanto al nostro e questo permetteva un confrontarsi continuo e finché le gambe lo hanno accompagnato abbiamo potuto godere delle sue idee sempre giovani ed aperte e dei suoi giudizi sui fatti, sempre molto aggiornati e puntuali. Era il primo a ritirare una copia del settimanale, appena arrivava dalla tipografia, a leggerlo e a farci osservazioni o complimenti. Per me era come un babbo, per i miei collaboratori un nonno. Ma sempre uno di famiglia, come credo lo abbiano sentito e lo ricordino in tanti.