“Schiavitù e liberazione delle prostitute (… in memoria dell’opera di don Oreste Benzi)”. Questo il tema dell’assemblea pubblica promossa dalla Diocesi e dal progetto culturale venerdì 23 maggio 2008 alle ore 21 in Sala Manzoni a Rimini. Interverranno don Giancarlo Perego, Teologo e Resp. Centro documentazione Caritas – Migrantes, e il dott. Paolo Ramonda, Presidente dell’Associazione Papa Giovanni XXIII. L’assemblea sarà introdotta dalla presentazione dell’inchiesta del dott. Francesco Perez dal titolo: “Prostituzione a Rimini, dagli anni 80 ad oggi”.
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Il Ponte accompagna l’assemblea con una serie di articoli, che fanno il punto sulla prostituzione a Rimini e in provincia.
È della scorsa settimana la notizia di un maxi blitz antiprostituzione sul lungomare riminese. Le forze dell’ordine hanno fermato 26 prostitute, quasi tutte rumene e bulgare, di età compresa tra i 20 e i 26 anni. Questo è un ulteriore segnale che la prostituzione in strada è tutt’altro che sconfitta.
Negli ultimi anni è ricomparsa la prostituzione a Rimini – conferma Gianpiero Cofano, responsabile dell’Associazione Comunità Giovanni XXIII per l’anti-tratta internazionale -. Dal ’98 al 2004 non ci sono state prostitute in strada, salvo qualche rara eccezione. Questo grazie alle diverse iniziative messe in atto: come una delibera del sindaco Chicchi che non permetteva alle automobili di fermarsi sul lungomare e operazioni di polizia… In quel periodo sono state «liberate» circa 600 ragazze”.
Traffici dalla
Romania e Bulgaria
E adesso?
“È in ripresa, un continuo crescendo, da quando la Romania e la Bulgaria hanno avuto libero accesso all’Europa. Il «mercato» in strada è costituito da un centinaio di ragazze romene e bulgare, qualche prostituta «storica» vicino alla stazione ferroviaria. Inoltre si verifica un aumento delle cinesi, specialmente in qualità di massaggiatrici”.
Senza i vincoli dei visti d’entrata e dei permessi di soggiorno, come si può intervenire?
“Oggi le forze dell’ordine possono fare ben poco nei confronti di queste ragazze «regolari». Così deve essere intensificata l’attività investigativa, certamente più complessa e costosa, ma senz’altro più efficace. Essa permette di colpire direttamente i responsabili della prostituzione come nell’operazione Free way del luglio 2007, condotta dalla Procura di Rimini, durante la quale sono state arrestate 13/14 persone, di nazionalità rumena, albanese e italiana, che «controllavano» più di 60 «vittime» rumene. Un’organizzazione criminale che gestiva le nostre strade. L’attività investigativa conferma che non ci sono ragazze «libere»; un racket le gestisce tutte, ne consegue violenza, sfruttamento…”.
Microgruppi
criminali
Quale tipo di racket?
“Niente a che fare con la cupola mafiosa, si tratta di microgruppi criminali che si alleano a seconda delle convenienze e si spartiscono il territorio. Gli «albanesi», per esempio, sono passati dalla gestione diretta della prostituzione al sub-appalto a favore di gruppi criminali rumeni o bulgari”.
Gli annunci
sui giornali
La prostituzione non è solo quella in strada.
“Il fenomeno della prostituzione in appartamento è in continua espansione e coinvolge centinaia di ragazze, un numero senz’altro superiore rispetto a quelle che si trovano in strada. Per sapere quante sono basta leggere gli annunci, espliciti nel contenuto sessuale, che si trovano in un noto quotidiano locale o in un settimanale che è distribuito gratuitamente nelle case o in riviste specializzate che si reperiscono facilmente in edicola o sui siti internet. Tutto questo con la collusione o il favoreggiamento anche di persone italiane e non solo straniere”.
Nel riminese un affare da
decine di milioni di euro
Un grande business?
“Un affare, solo nella provincia riminese, di decine di milioni di euro all’anno considerando che una ragazza, annualmente, può incassare fino a 100/150.000 euro. In questo giro criminale, secondo solo al mercato della droga, non «mangia» solo la criminalità, ma anche gli albergatori accondiscendenti, i proprietari di case che affittano, senza alcun controllo, a prezzi spropositati…”.
Legalizzare
lo sfruttamento?
C’è chi vorrebbe legalizzare la prostituzione come se fosse un lavoro proponendo di riaprire le cosiddette ‘case chiuse’. Qual è il suo giudizio?“
Assolutamente contrario. Non deve esistere nessuna legge che preveda lo sfruttamento del corpo, la sua mercificazione, anche se fosse una scelta volontaria. C’è sempre qualcosa o qualcuno, diceva don Oreste, che fa diventare una donna una prostituta. Nessuna donna nasce prostituta. Nel nostro caso specifico sono la fame e la disperazione che spingono queste ragazze ad affidarsi nelle mani di questi criminali, certe volte nella speranza di trovare una vita nuova o pensando che prima o poi potranno scappare dal loro protettore o guadagnare abbastanza per pagarsi la libertà. Tutto questo è impossibile”.
Dal 1992 ad oggi
5000 ragazze liberate
Qualcuna però c’è l’ha fatta grazie al vostro aiuto e a don Oreste che, dal 1992, aveva deciso di combattere questa nuova povertà.
“Dal ’92 ad oggi sono state liberate, in Italia, oltre 5.000 ragazze. Attualmente 280, di cui 48 a Rimini, sono accolte in programmi di protezione. Non è facile perché hanno paura di denunciare chi le brutalizza e le costringe a prostituirsi. Però noi continuiamo, sull’esempio di don Oreste, ad essere presenti sulle strade per proporre delle via d’uscita”.
Francesco Perez