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Profumo d’estate

Sala Suggia, il Coro Casa da Música © Igor Martins

Alla Casa da Música di Porto per dare l’addio all’estate un suggestivo concerto corale diretto da Martina Batič 

PORTO, 22 settembre 2024 – La nostalgia per l’estate ormai terminata, la malinconia lasciata dalle brevi notti e dalle lunghe giornate sono divenute pretesto per un suggestivo percorso di musica vocale. Non poteva accadere che a Porto – dopo Lisbona la città più importante del Portogallo – dove lo splendido atrio della stazione centrale si chiama, con un nome poetico e al tempo stesso struggente, “Sala dei passi perduti”.

La direttrice Martina Batič © Igor Martins

Domenica 22 settembre, giorno dell’equinozio di autunno, alla Casa da Música, Martina  Batič ha diretto un concerto con cui si dava, appunto, addio all’estate. La giovane maestra slovena, che ha al suo attivo vittorie in importanti concorsi internazionali ed è in possesso di una vasta esperienza che l’ha portata a dirigere gli ensemble vocali dei maggiori enti concertistici europei, ha guidato il Coro Casa da Música: un insieme di ottimi vocalisti, diciotto per la precisione, fra cui spiccava il tenore Fernando Guimarães messosi in luce anche in un intervento solistico, soprattutto per i suoi straordinari falsetti.

Molto ben impaginato il programma, costruito rispettando la successione storica. Il concerto ha preso così le mosse dai due fratelli Mendelssohn. Prima Felix, con una selezione di tre canti a cappella – su testi di Chézy, Eichendorff e Goethe – tratti dai magnifici Sechs Lieder op.59: la Batič ne ha valorizzato il disegno contrappuntistico, il raffinato intreccio delle voci e dosato con estrema cura gli effetti dinamici, capaci di estinguersi in soffici sussurri, ma sempre ben percepibili anche grazie all’ottima acustica della sala Suggia (la più importante della Casa da Música, intitolata alla celeberrima violoncellista di Porto attiva nella prima metà del novecento). Da qualche tempo, però, è stato riscoperto anche il formidabile talento – offuscato troppo a lungo dal cono d’ombra del fratello – di Fanny, la sorella maggiore, di cui è stata proposta Nachtreigen, suggestiva danza notturna su versi di Wilhelm Hensel, giocata sulla tensione fra voci femminili e maschili.
Seppure assai meno noto dei due fratelli Mendelssohn, pure Josef Rheinberger è un’ideale espressione di quel romanticismo che ha caratterizzato l’ottocento tedesco: il suo Das Schloss am Meer n.1 op. 17, con i suggestivi effetti di eco, ha richiesto anche un intervento pianistico affidato all’ottimo Luís Duarte. Con l’inglese Delius l’area geografica, inevitabilmente, si sposta: due Songs legati all’acqua (il primo solo vocalizzato) dagli effetti sorprendenti; mentre con Trois chansons Bretonnes, anche queste scandite dall’accompagnamento pianistico, di Henk Badings – musicista e ingegnere olandese, nato però a Giava – si arriva al novecento, in un’atmosfera assai più leggera.
Tra gli autori selezionati non poteva mancare Britten, che ha dedicato grandissima attenzione alla musica corale: del compositore inglese sono state proposte le Choral Dances tratte dall’opera Gloriana, in cui contadini e pescatori mostrano i frutti del loro raccolto alla regina Elisabetta I. Per concludere, quattro canzoni popolari proposte in arrangiamenti effettuati da compositori di vaglia: Gustav Holst, Ernest John Moeran, Ralph Vaughan Williams e David Willcocks, autore del divertentissimo Bobby Shaftoe che ha siglato spiritosamente il concerto.

Giulia  Vannoni