E’ la terza in ordine di numeri di volume dopo l’Ambrosiana di Milano e l’Angelica di Roma ma è la la prima pubblica (e civica). Ed ora spegne le sue prime quattrocento candeline. “I best seller terminata l’onda del successo, non sono più richiesti. – il paragone è di Piero Meldini, il saggista e scrittore che della Biblioteca è stato direttore per 36 anni, fino al 1998 – Le opere senza tempo di cui dispone la Gambalunga di Rimini la rendono una biblioteca giovane con i suoi 400 anni, perché ricca di dati che quotidianamente possono riservare sorprese”.
Quattrocento anni sono un traguardo importante per questa istituzione culturale (i cui confini vanno ben oltre RImini), da celebrare con una importante festa di compleanno (martedì 23 aprile, in occasione della Giornata mondiale del libro) per proseguire con una serie di interessanti iniziative – presentazioni di libri, lezioni magistrali, mostre – lungo tutto il corso del 2019.
La biblioteca di Rimini è il frutto amorevole del grande gesto di un mecenate: Alessandro Gambalunga. Nato il 14 marzo 1554, nipote di un maestro muratore lombardo e figlio di un ricco commerciante di ferro che si era arricchito, oltre che con il commercio, con le doti delle sue quattro mogli, Gambalunga si laurea in diritto canonico e civile (a dispetto di quanto facevano i nobili dell’epoca) e acquista libri, specie nella piazza di Venezia, per poi trasportarli via mare nel suo palazzo riminese. “Gambalunga non si limita ad acquistare volumi legati all’interesse particolare – rilancia Meldini spingendo sulla particolarità del mecenate – ma pensa già ad un utilizzo pubblico del suo patrimonio, acquistando volumi di cultura generale, ed apre la sua «collezione» alla consultazione quand’è ancora in vita”.
Morirà il 12 agosto 1619. Ma già due anni prima redige il testamento a Pesaro: ed è proprio grazie a quella eredità che oggi la Gambalunga può vantare il titolo di prima Biblioteca civica e pubblica aperta in Italia. Alessandro Gambalunga destinò infatti alla città il suo Palazzo e la sua biblioteca, affinché fosse aperta a tutti, senza distinzioni di censo e religione.
Con testamento redatto dal notaio Simone Rossi, il Gambalunga affidò al Magistrato di Rimini i suoi libri (un patrimonio di oltre 2000 volumi), dettando precise disposizioni. Stabilì una rendita di trecento scudi per incrementare le raccolte, uno stipendio per il bibliotecario, “persona di lettere idonea et atta”, raccomandando un orario di apertura comodo al pubblico, che poteva consultare le opere solo in sede; previde inoltre una multa di cento scudi, da reinvestire in libri, per chi li avesse sottratti. “Gambalunga è stato il primo vero mecenate di Rimini” dice il sindaco Andrea Gnassi, al quale si possono aggiungere – in altri campi e con altri modi fa notare l’assessore alla Cultura Giampiero Piscaglia – il cardinal Garampi (“alle cui schede si deve gran parte della storia riminese” assicura Meldini), la vedova Ressi (per il restauro dell’omonima sala) e il banchiere Diotallevi, al quale si deve la spinta decisiva per la costruzione in piazza Cavour del Teatro Galli. ”Quella di Gambalunga non è un lascito ma un’eredità, e come tale non va maltrattata” aggiunge Piscaglia.
La festa di compleanno “Gambalunga 400” è il titolo della Festa di compleanno in programma martedì 23 aprile, Giornata mondiale del libro. Una data simbolica, scelta per una festa che segnerà solo l’inizio di una serie di iniziative da “sfogliare” per tutto il 2019.
È già partita del resto lo scorso 14 febbraio, giorno di San Valentino, l’iniziativa “Galeotto fu il libro”. La biblioteca è una lunga storia d’amore, un invito rivolto ai riminesi a testimoniare, in una lettera lunga al massimo dieci righe, il loro amore per il sapere, la lettura, la biblioteca. Una iniziativa che si riannoderà alla Festa di compleanno, quando le lettere spedite dai cittadini verranno “restituite”, attraverso affissioni e letture, alla comunità.
Rimini leggerà a voce alta la testimonianza d’amore per la cultura con quattro grandi “maestri della parola”: Luciano Canfora (Teatro galli, ore 17.15), i colti e raffinati ”giocolieri della parola” Alessandro Bergonzoni e Marino Sinibaldi (sempre al Galli alle 18.30 nella conversazioone dal titolo “Leggi per il silenzio. Il raccogliemento del volume tra consulto e inconsulto”) e in serata Vinicio Capossela, protagonista dell’incontro “Ri-trovatori, uomini e bestie in libri e canzoni” (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al Teatro degli Atti, ore 21).
E poi visite guidate alle sale antiche, laboratori, installazioni, musica. Intorno alle 19,30 – sempre martedì 23 aprile – due proiezioni speciali (una in apertura una in chiusura) che porteranno “virtualmente” la Gambalunga all’interno del Galli: si tratta di Voci dalla Biblioteca, videoregistrazioni dalle Sale antiche della Biblioteca Gambalunga delle esecuzioni di due brani, di John Cage e di Claudio Monteverdi, da parte della soprano riminese Laura Catrani e del musicista Claudio Astronio che l’accompagna al clavicembalo. Due momenti di grande liricità e suggestione.
Attualmente la Gambalunga possiede circa 70.000 volumi di testi a stampa, di cui 382 incunaboli (tra cui la prima edizione a stampa del De re militari di Roberto Valturio, consigliere di Sigismondo Malatesta), e circa 7000 cinquecentine e 1.350 manoscritti. Il primo di essi fu un’esemplare del ’400 de Le metamorfosi di Ovidio, tuttora conservato in biblioteca. Il codice più antico risale all’VXI secolo: si tratta dell’Evangelario del tempo e dei santi di scuola beneventana.