C’è chi usa ago e filo, chi un bel barattolo di colla, chi ancora un pennello o le nude mani. Tutto per creare un qualcosa dal nulla. Del resto, vocabolario alla mano, con il termine creatività si indica genericamente l’arte o la capacità di creare e inventare. Etimologicamente parlando, invece, il verbo italiano deriva dal creare latino, che condivide con “crescere” la radice KAR. In sanscrito, KAR-TR è colui che fa (dal niente), il creatore. Per molti un hobby, per altri una passione che nel tempo si è trasformata in un vero e proprio lavoro. E a quanto sembra, la provincia di Rimini, è ricca di… creatori. Tanto da convincere Rimini Fiera ad ospitare il primo grande evento del Creare in fiera. Noi siamo andati a curiosare tra stand di bricolage, cucito, patchwork, pittura country, macramè… perché il popolo della creatività è variegato: si va da chi ama far da sé abiti, borse, accessori a chi fa della decorazione un mestiere a chi ancora ha talento artistico e dipinge per hobby o per passione.
Qualche curiosità
Erano una sessantina le aziende presenti; di queste la maggior parte provenienti dal nord Italia, soprattutto Veneto e Lombardia, qualcuna da Emilia Romagna e Toscana, una sola da Roma. Tra le cose più curiose che abbiamo visto, una composizione di luci sospesa sull’acqua, borse e cappelli in fettuccia di cotone, il “sospeso trasparente” per dare volume ai disegni e la grattugia-piattino decorata a mano. Originale e attualissima anche l’idea del giardino in miniatura costruito all’interno di una cassetta.
Artigiane al lavoro
Le donne riminesi hanno dimostrato di gradire la manifestazione, gli organizzatori assicurano che “l’affluenza è stata buona”. Ne abbiamo trovate tante impegnate ai tavoli di lavoro dei laboratori allestiti per l’occasione. Se tutte con un po’ di impegno possono diventare brave artigiane, forse solo alcune svilupperanno nel tempo abilità d’artista. Come la signora Ninny, riminese appassionata di ambienti in miniatura, che ricrea con una tecnica particolare. Per realizzare una casa in miniatura ci mette 2 anni e mezzo lavorando 4 ore a notte. Forse non tutte avranno la sua pazienza, ma di soluzioni in fiera ne abbiamo trovate molte anche per chi ha poco tempo e si divide tra lavoro e famiglia: a loro l’industria della creatività ha dedicato i kit. Più rapidi, già predisposti, prevedono pezzi da assemblare secondo istruzioni, per avere in poco tempo la soddisfazione di aver fatto qualcosa con le proprie mani.
Creativi ad ogni costo
Come avrete capito, ce n’è davvero per tutto i gusti, e per tutte le tasche! Va detto, infatti, che i prezzi dei materiali e dei supporti non sono propriamente economici. Ad esempio, un kit può costare da 5 a 30 euro, un metro di tessuto americano o giapponese dai 13 ai 22 euro. Chi, invece, vuole mettersi alla prova e sperimentare qualche nuova tecnica, può partecipare ai laboratori negli stand: si va dal corso di ricamo con nastro a quello di pittura country su tegola a quello di découpage. Il costo in questo caso si aggira sui 10 euro all’ora. Viene da chiedersi se anche la creatività non sia vittima del consumismo!
Ago e filo tornano di moda
Vuoi per il bisogno di risparmiare, vuoi per il fascino di far da sé, ago e filo passano dalle mani delle nonne a quelle delle nipoti per diventare un hobby attuale, come confermano Teresa Buono ed Egle Chiechi. Madre e figlia, conducono insieme i corsi di taglio e cucito all’Acli di Rimini. I corsi hanno una durata di 8 lezioni, ciascuna di 2 ore e mezza.
“Il corso base insegna a fare la gonna classica e le riparazioni; nel corso avanzato si affronta il pantalone o un vestito. A volte seguiamo le richieste particolari delle ragazze”.
E già, perché sembra che le nuove Penelope abbiano meno di 30 anni.
“Esattamente, hanno voglia di imparare cose che nel tempo si sono perse e sono difficili da apprendere. L’affluenza è aumentata, ma i momenti migliori sono autunno e inverno; da quest’anno abbiamo anche il corso estivo, partito il 19 maggio.
Lo scorso autunno ha partecipato anche un ragazzo che ha cucito una gonna per la fidanzata”.
Chiaro anche il motivo della loro partecipazione.
“Alcune vogliono imparare a cucire per risparmiare o perché non trovano nei negozi quello che vogliono, poi scoprono che ci vuole tempo e impegno e alcune rinunciano. Molte, invece, sono già contente quando riescono a tirare su un orlo. Infatti, lo scopo del corso è proprio rendere le ragazze autonome per orli e piccole riparazioni, così da non dover spendere soldi per lavori semplici che si possono fare a casa”.
Mamma e figlia non hanno dubbi su quale sia il problema maggiore che affronta chi non ha mai preso in mano ago e filo.
“La difficoltà più grande è psicologica: spesso si aspettano di saper fare tutto in poco tempo e quando vedono che occorre un po’ di impegno, si avviliscono. Invece, non è tanto difficile imparare, alla fine del corso base tutte le ragazze sono riuscite a fare la gonna, con la grande soddisfazione di averlo fatto con le proprie mani, esprimendo anche un po’ di creatività. Del resto, in genere, dopo 8 lezioni le ragazze sanno usare la macchina da cucire e sono autonome anche se per arrivare alla giacca serve almeno un anno. Poi, come si dice: non si smette mai di imparare”.
Infine qualche consiglio.
“Siate ottimiste, guardate i lati positivi e non dite «non ce la faccio»: tutti siamo in grado di fare qualsiasi cosa, è solo una questione di approccio, tempo e pazienza!”.
Romina Balducci