Era la finale più attesa. Quella tra le squadre più forti. Da una parte Bologna, dall’altra Rimini. Rivali eterne in questi ultimi anni. E fino gara6 tutto era andato per il meglio. Sì, i Pirati avevano regalato qualcosa di troppo ai felsinei che erano avanti 3-2, ma tutto era filato via liscio come l’olio. Ma a Bologna, domenica notte, è succeso l’imponderabile, con un arbitro, Silvano Filippi, a prendersi la responsabilità di regalare lo Scudetto della Stella a biancoblù. Cosa è accaduto, lo sanno ormai tutti. Al quinto inning, con i padroni di casa avanti 2-0, viene giù un temporalone. La giacchetta grigia aspetta i trenta minuti canonici e poi invita la Fortitudo a sistemare il diamante. Il cielo, però, non promette nulla di buono, l’ideale sarebbe annullare la gara. Invece, improvvisamente, sul campo spuntano una quarantina di persone che cercano di asciugare basi e corridoi. Domanda, il regolamento vieta l’entrata sul diamante di gente estranea: chi ha autorizzato queste persone? Comunque, a mezzanotte si riprende, ma durante la sesta ripresa arriva un nuovo acquazzone. Filippi interrompe ancora la partita e, invece, di far asciugare il diamante o attendere un po’ di sereno, chiude la contesa. In quel momento scoppia il finimondo con i riminesi che cercano il contatto con l’arbitro che prontamente corre negli spogliatoi.
“Hanno cambiato tutte le regole, bastava mezzora di pausa, magari un’ora, poi la partita doveva essere annullata, non ripresa dopo due ore. In tribuna c’era il vice presidente federale, doveva riunire i due arbitri con i manager e prendere la miglior decisione possibile. Invece Filippi ha deciso tutto da solo. Una vergogna.
Ma non mi faccio più prendere in giro, dopo la coppa Italia (venerdì i Pirati se la vedranno con Padova mentre la T&A con Nettuno) chiuderò tutto. Non voglio più farmi prendere in giro da un gruppo di incapaci che pensa solo a far passerella”.
Francesco Barone